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Riforma fiscale: Irpef e capital gain, le novità in vista

La bozza allo studio del Parlamento prevede un intervento sulla terza aliquota Irpef, quella in cui rientra la maggior parte del ceto medio, e un abbassamento della tassazione sul capital gain. Ecco le novità

Riforma fiscale: Irpef e capital gain, le novità in vista

Riforma fiscale: nella bozza allo studio del Parlamento si fanno strada due proposte chiave su Irpef e tassazione delle rendite finanziarie. La discussione sul testo è entrata nella fase finale, in attesa che le commissioni Finanze di Camera e Senato si riuniscano per dare il via libera al documento definitivo non più tardi del 30 giugno. Sarà questa la base su cui il governo dovrà allestire entro luglio la legge delega.

RIFORMA FISCALE: MENO IRPEF

Ma veniamo alle misure. Sul versante dell’Irpef, secondo quanto scrive Il Sole 24 ore, l’obiettivo sarebbe alleggerire il peso sulla terza aliquota, quella fra 28 e 55mila euro, all’interno della quale rientrano 7 milioni di contribuenti. In questo modo si addolcirebbe la curva delle aliquote effettive che attualmente penalizza il ceto medio e scoraggia gli aumenti di reddito e di produttività.

Ma se la metà finale mette d’accordo tutti i partiti, la strada da seguire per raggiungerla è più che mai controversa. Le ipotesi principali sono due: da una parte la riduzione degli scaglioni Irpef da cinque a tre; dall’altra il modello tedesco, caro al Pd, che prevede aliquote progressive e personalizzate a seconda del reddito e del lavoro del contribuente (nella bozza di riforma fiscale, questa seconda possibilità viene classificata “in subordine”).

RIFORMA FISCALE: CAPITAL GAIN

Per quanto riguarda il prelievo fiscale sulle rendite finanziarie, si ipotizza l’abbassamento dell’aliquota dal 26 al 23%, la stessa soglia prevista per il primo scaglione Irpef. Da questo cambiamento sarebbero esclusi i titoli di Stato (che continuerebbero a beneficiare dell’aliquota agevolata al 12,5%) e la previdenza complementare, su cui sono richiesti interventi ad hoc.

Altre tre proposte fondamentali contenute nella bozza di riforma fiscale riguardano le imprese: l’abolizione dell’Irap, che verrebbe inglobata nell’Ires; il rilancio dell’imposta sul reddito degli imprenditori (Iri) al 24%, da concedere come opzione a chi reinveste l’utile in azienda; e la rimodulazione del calendario degli acconti fiscali, con il passaggio da due rate a una rateizzazione mensile.  

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