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Riforma del Senato, sì finale di Palazzo Madama

Forza Italia non ha partecipato alla votazione, anche Sel e Lega sull’Aventino – Napolitano: “Questa legge darà stabilità al Governo” – La riforma deve superare ancora tre passaggi parlamentari.

Riforma del Senato, sì finale di Palazzo Madama

“Le riforme si fanno, l’Italia cambia. Avanti tutta, più decisi che mai”: così il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva annunciato su Facebook la terza votazione del disegno di legge costituzionale che sta per ridisegnare le funzione del Senato. Così è stato: è stato proprio Palazzo Madama a dare il sì alla riforma firmata dal ministro Maria Elena Boschi, che ora per diventare legge dovrà superare altri tre esami parlamentari, tra Camera e nuovamente Senato.

Forza Italia non ha partecipato alla votazione, così come anche Sel, Lega Nord, M5S e fittiani sono “saliti sull’Aventino”, disertando il voto che ha dunque espresso questa maggioranza: 179 favorevoli, 16 contrari, 7 astenuti. In Aula è intervenuto anche il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha difeso la riforma con queste parole: “Questa legge darà stabilità al Governo”.

Quando la riforma sarà approvata in via defintiva, il bicameralismo paritario andrà in soffitta perchè il Senato diventerà una sorta di Camera delle autonomie, con solo 100 senatori provenienti per lo più dalle Regioni che saranno a Palazzo Madama a titolo gratuito. Il nuovo Senato avrà meno funzioni e non voterà la fiducia al Governo. Il ddl Boschi prevede inoltre l’abolizione del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) e una modifica al quorum necessario per la votazione del Presidente della Repubblica. Infine fanno ingresso in Costituzione anche i referendum popolari propositivi e di indirizzo

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