Condividi

RIFORMA BANCHE POPOLARI – Mercoledì la controproposta di Assopopolari

Mercoledì l’Assopopolari presenterà le sue controproposte (elaborate da Tantazzi, Marchetti e Quadrio Curzio) sulla riforma delle banche popolari del Governo – Grandi manovre in Parlamento per contrastare la riforma ma Renzi avverte: “Noi andiamo avanti con le riforme e non possiamo perdere tempo con i partitini” – Il nodo del voto capitario.

L’Assopopolari, la potente associazione delle banche popolari, presenterà domani la sua controproposta sulla riforma del Governo che è stata elaborata in tutta fretta da un team di qualificati studiosi del calibro di Angelo Tantazzi, Piergaetano Marchetti e Alberto Quadrio Curzio.

Malgrado i fulmini lanciati da Assopopolari all’indomani del blitz del governo Renzi che, per decreto, ha abolito il voto capitario per le dieci maggiori banche popolari, la controproposta cercherà di ammorbidire il testo della riforma senza aggredirla a muso duro. L’idea centrale, secondo attendibili indiscrezioni, sarebbe quella di attenuare il superamento del voto capitario attraverso l’introduzione di un limite al possesso azionario nelle banche popolari in maniera da ridurne la contendibilità.

Ma, in attesa delle proposte ufficiali di Assopopolari, in Parlamento sono già cominciate le manovre per sabotare la riforma ad opera della solita lobby trasversale che da vent’anni si oppone a qualunque cambiamento. Particolarmente attiva è la pattuglia di Ncd, spalleggiata da parlamentari della Lega, di Forza Italia e, in parte anche di M5S e della minoranza del Pd.

A loro ha replicato con durezza il premier Renzi quando ieri ha detto di non aver tempo da dedicare ai partitini. Renzi si riferiva alle riforme istituzionali ma anche alle altre riforme sul tappeto, a cominciare da quella delle banche popolari ed è evidente che, se la manovre gattopardesche andranno oltre una ragionevole richiesta di miglioramento della riforma, non esiterà a fare ricorso a voto di fiducia mettendo Ncd di fonte al bivio: o il sì alla riforma o la crisi di Governo.

Commenta