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Renault, rivoluzione ai vertici: il nuovo ceo ridisegna il management per accelerare crescita e innovazione

Il nuovo ceo di Renault François Provost ripensa l’organizzazione nominando nuovi manager con l’obiettivo di innovare più velocemente e crescere nei mercati esteri. Ecco lo Chief Growth Officer mentre cambia la guida in Dacia

Renault, rivoluzione ai vertici: il nuovo ceo ridisegna il management per accelerare crescita e innovazione

Dal 31 luglio Renault ha cambiato guida. François Provost ha preso il posto di Luca De Meo, approdato a Kering, e appena insediato ha subito messo mano all’organizzazione del gruppo. Manager di lungo corso nell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi e profondo conoscitore dei mercati asiatici, Provost ha avviato una riorganizzazione immediata dei vertici, con l’obiettivo di imprimere velocità e pragmatismo alle decisioni strategiche.

“Per affrontare le sfide future, abbiamo bisogno di un’organizzazione che decida più rapidamente, agisca in modo più intelligente e sia più vicina ai nostri clienti – ha detto il nuovo ceo – “gli attuali cambiamenti di leadership riuniscono dirigenti di talento con una profonda conoscenza del settore, una solida competenza e, soprattutto, la credibilità interna necessaria per fare la differenza”

Renault, arriva un nuovo ruolo: ecco lo Chief Growth Officer

Il segnale più forte arriva con la creazione di un ruolo inedito: Chief Growth Officer, affidato a Fabrice Cambolive, che mantiene anche la guida del marchio Renault. A lui spetta la responsabilità di coordinare Renault e Dacia, integrando strategie e spingendo i ricavi.

Il suo perimetro si estende inoltre a marketing, rete di concessionari, customer experience e digitale. La sua missione è sarà quella di rafforzare la presenza internazionale nei mercati a più alto potenziale, come India, America Latina e Corea, dove Renault punta a crescere con decisione.

Dacia, cambio della guardia

Il secondo tassello riguarda Dacia, diventata negli ultimi anni una delle colonne della redditività del gruppo. Alla guida arriva Katrin Adt, manager con un lungo passato in Mercedes-Benz, che succede a Denis Le Vot. Adt riporterà a Cambolive e avrà il compito di consolidare l’identità del marchio e accelerarne l’espansione fuori dall’Europa.

Tecnologia, filiera e persone: i tre pilastri della nuova Renault

Il cuore tecnologico del gruppo è affidato a Philippe Brunet, nominato Chief Technology Officer che supervisionerà l’ingegneria di Renault e di Ampère, la controllata dedicata all’elettrico, con l’obiettivo di accorciare i tempi di sviluppo e integrare ricerca, produzione e supply chain.

Brunet, che ha contribuito al successo delle tecnologie ibride E-Tech e allo sviluppo della catena del valore dei veicoli elettrici, prende il posto di Philippe Krief con quest’ultimo che si dedicherà interamente ad Alpine, marchio che punta a diventare il laboratorio sportivo e a zero emissioni del gruppo.

La riorganizzazione non trascura la parte industriale. Anthony Plouvier diventa Chief Procurement Officer, ruolo ricoperto in passato dallo stesso Provost. Forte di vent’anni di esperienza negli acquisti internazionali, dovrà aumentare efficienza e consolidare i rapporti strategici con i fornitori. Parallelamente, Thierry Charvet amplierà il suo raggio d’azione, aggiungendo la Supply Chain alle responsabilità su Industria e Qualità. La scelta punta a integrare logistica e produzione, riducendo colli di bottiglia e aumentando la resilienza operativa.

Centrale anche il ruolo del capitale umano. Claire Fanget, già responsabile Hr del marchio Renault, diventa Chief People & Organisation Officer, con il compito di accompagnare la trasformazione interna e rafforzare le competenze necessarie per la transizione elettrica e digitale. Sul fronte reputazionale, Christian Stein entra nel Leadership Team come Chief Communications Officer. La sua nomina garantisce continuità nei rapporti con media, istituzioni e partner industriali, ambiti che resteranno comunque sotto la supervisione diretta di Provost.

Una Renault più snella e competitiva

La riorganizzazione voluta dal nuovo ceo non è una semplice girandola di poltrone, ma un progetto che mira a dare al gruppo una nuova velocità. Il management dovrà diventare più reattivo, i marchi generalisti più forti nei mercati emergenti e l’innovazione tecnologica più rapida, soprattutto nell’elettrico e nel software. A ciò si aggiunge l’esigenza di rendere più efficiente la filiera industriale e di valorizzare le persone, viste come leva decisiva della trasformazione.

Per gli analisti è una mossa inevitabile. In Europa Renault deve affrontare regole ambientali sempre più stringenti e la concorrenza aggressiva dei costruttori cinesi, mentre all’estero si aprono spazi di crescita più ampi. La sfida sarà bilanciare redditività e sviluppo internazionale, senza rallentare la transizione tecnologica.

François Provost si gioca subito la sua credibilità. Da una parte dovrà difendere quote e margini in un mercato europeo maturo e iper-regolamentato, dall’altra cogliere le opportunità dei Paesi emergenti. La scommessa è trasformare Renault in un’azienda più veloce, agile e capace di parlare la lingua dei clienti. La prova, però, arriverà presto dai numeri.

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