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Recovery Plan cambia ma Conte resta in bilico

Conte cerca di puntellare la sua premiership ridisegnando la distribuzione delle risorse del Recovery Plan (15 miliardi in più per sanità, lavoro e scuola), ma Renzi vuole vedere il pacchetto completo delle proposte del premier e per ora la crisi di Governo non scompare dai radar

Recovery Plan cambia ma Conte resta in bilico

Dopo aver ritirato la cabina di regia e aver aperto sulla gestione dei servizi segreti, il premier Giuseppe Conte cerca di salvarsi dall’offensiva di Italia Viva di Matteo Renzi ridisegnando il Recovery Plan. Ma non è affatto detto che gli basti per restare a Palazzo Chigi, perché Renzi ha detto che per decidere se ritirare la minaccia di uscire dal Governo vuole vedere i fatti e non solo le carte e soprattutto non accetta la politica del carciofo ma darà un giudizio finale nei prossimi giorni su tutto il pacchetto di proposte di Conte, Mes sanitario incluso.

Intanto la nuova bozza del Recovery Plan di Conte, ridefinita sulla scorta del lavoro preliminare del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, prevede rispetto alla sua versione originaria più soldi per la sanità, per il lavoro e per la scuola. Per la sanità, rispetto alla miseria dei 9 miliardi iniziali il nuovo piano ne prevede 5 in più, che restano però meno della metà di quanto l’Italia potrebbe avere (36 miliardi) se desse il via libera al Mes sanitario e infinitamente meno rispetto al piano del ministro della Salute, Roberto Speranza, che di miliardi per la sanità ne ha chiesto 68.

Aumentano anche gli stanziamenti per il settore lavoro-Welfare e quelli per la scuola: ciascun capitolo di spesa otterrà 5 miliardi più di quanto previsto dalla precedente bozza del piano. I 15 miliardi in più saranno ottenuti con il sacrificio dei fondi di coesione, in via di programmazione, destinati all’interno del Next Generation Eu al Mezzogiorno.

Non è detto che tutto questo basti ad evitare la crisi politica: Renzi tiene sul tavolo l’arma delle dimissioni delle sue ministre dal Governo, mentre Conte cerca nuovi Scilipoti (ribattezzati “responsabili”) in Parlamento se si dovesse arrivare alla resa dei conti finali, da cui può uscire un rafforzamento del Governo attuale, un Conte ter o un nuovo Governo con un nuovo premier.

Resta da capire se in un modo o nell’altro si riuscirà a portare l’Italia fuori dall’attuale immobilismo con un Governo che non pensi soltanto a sopravvivere e a galleggiare ma abbia una visione del futuro, faccia le riforme e non sprechi l’opportunità unica e irripetibile del Recovery Plan.

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