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Quadriennale di Roma: punto d’incontro tra arte e cultura

La Quadriennale di Roma ritorna alle origini, ma con uno sguardo rivolto al futuro: la diciassettesima edizione si terrà, come le prime, presso il Palazzo delle Esposizioni, ma sarà caratterizzata da un insieme di novità e cambiamenti, con lo scopo di promuovere l’arte contemporanea italiana sia nel nostro Paese che all’estero.

Quadriennale di Roma: punto d’incontro tra arte e cultura

La Quadriennale di Roma ha da poco compiuto 90 anni e si prepara per la sua 17esima edizione. Nata per promuovere la produzione artistica nazionale e con una funzione complementare rispetto alle altre due grandi istituzioni pubbliche italiane a sostegno dell’arte: la Biennale di Venezia e la Triennale di Milano. E come questi organismi, anche l’istituzione romana deve misurarsi costantemente con esigenze e contesti differenti, senza però indebolire il rapporto con la città e i suoi operatori.

La Quadriennale d’arte 2020, a cura di Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol, si terrà a Palazzo delle Esposizioni, come da consuetudine, a partire dal 1° ottobre 2020 fino al 10 gennaio 2021. Un’edizione che coinvolgerà entrambi i piani del Palazzo, attraverso uno speciale percorso espositivo che permetterà di fare un viaggio nell’arte contemporanea italiana dagli anni ’70 ad oggi, in relazione ai contesti sociali, politici e tecnologici che l’hanno generata. Dal forte “taglio curatoriale”, saranno presenti circa 40 artisti su una superficie di 4 mila metri quadrati.

Tuttavia, come ogni lunga storia, anche questa istituzione ha avuto momenti di gloria, alternati da altri meno positivi. E proprio per questo motivo che il presidente Umberto Coppi, eletto lo scorso agosto, ha lanciato due importanti appelli, durante la conferenza che si è tenuta mercoledì 12 febbraio, presso il Tempio di Adriano. Il primo riguardante il programma di membership “Gli amici della Quadriennale”, rivolto a privati, imprenditori ed istituzioni per tornare a sostenere l’arte contemporanea, ma soprattutto i giovani artisti italiani.

Il secondo volto direttamente alle istituzioni per riprendere quella tradizione, ormai un po’ persa, dell’acquisto delle opere, per valorizzare e supportare il vasto patrimonio artistico italiano. “E’ un dovere per le istituzioni – ha affermato Croppi – Negli anni più di 2.700 opere sono state acquistate da banche, ministeri e presidenza del Consiglio”.

Diverse sono le direttive che la Fondazione si è prefissata. Non solo un ritorno allo spirito originario, in cui gli artisti tornano ad essere i protagonisti dell’attività, ma soprattutto quello di “costruire una rete di relazioni e collaborazioni stabili nel tempo con le altre istituzioni contemporanee, pubbliche e private, con le fondazioni, scuole, associazioni, gallerie, non solo nell’ambito delle arti visive ma anche della musica, della danza e del teatro”, come affermato da Croppi.

Nell’edizione del 2020 si possono distinguere tre aree di intervento, strettamente legate tra di loro, con lo scopo di rendere la Quadriennale un punto di riferimento nel sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese, e allo stesso tempo, di aumentare la visibilità internazionale degli artisti e, di conseguenza, dell’istituzione stessa. In cantiere, inoltre, è prevista anche un’iniziativa di formazione per creare opportunità di scambio culturale dei nostri artisti con figure dell’arte internazionale.

Altra novità è il cambio di residenza. La nuova sede si troverà in una posizione strategica, tra i quartieri di Trastevere e Testaccio, adiacente a Porta Portese, un’area che fino a poco tempo fa non era che un ammasso di detriti e depositi di materiale edile. In realtà si tratta dell’Arsenale Clementino, il complesso monumentale, arsenale della flotta pontificia, voluto da papa Clemente XI Albani nel XVII secolo, e che andrà ad ospitare eventi ed esposizioni, mentre gli uffici si troveranno nelle corderie, insieme a una caffetteria/bookshop. L’Archivio, contenente i 90 anni di storia della fondazione, sarà invece collocato in quello che fu il Magazzino del sale.

Un progetto importante, non solo per il recupero di una struttura storica del ‘700, ma soprattutto per il primo vero esempio di rigenerazione urbana e riqualificazione di una zona romana a lungo abbandonata. Grazie a questo progetto di ristrutturazione, lo spazio aperto sarò restituito all’uso pubblico, come “piazza delle arti”, affacciata sul fiume e sulla città.

In questo percorso innovativo, però, il presidente non è solo ma può contare del supporto dei tre partner istituzionali della Quadriennale: il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma.

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