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Putin, mandato d’arresto della Corte penale internazionale: “Crimini di guerra, ha deportato migliaia di bambini”

La corte dell’Aia ha spiccato un altro mandato di cattura per Maria Lvova-Belova, commissaria russa per i diritti dei bambini. Mosca: “Per noi non ha alcun significato”, Kiev: “Decisione storica”

Putin, mandato d’arresto della Corte penale internazionale: “Crimini di guerra, ha deportato migliaia di bambini”

La Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per il presidente russo Vladimir Putin, accusato di crimini di guerra relativi al suo presunto coinvolgimento nei rapimenti di bambini in Ucraina. Lo ha annunciato la stessa Corte tramite una nota. Immediata la risposta della Russia: “Per noi non ha alcun significato”

Corte penale internazionale: Putin accusato di crimini di guerra

Un’accusa pesantissima quella rivolta a Putin dalla Corte dell’Aia nell’ambito dell’inchiesta avviata poche settimane dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Secondo tre giudici – l’italiano Rosario Aitala, la giapponese Tomoko Akane e il costaricano Sergio Ugalde – il numero uno del Cremlino sarebbe “presumibilmente responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia”. La Corte ha dunque emesso un mandato di arresto contro il presidente russo.

Oltre a Putin, un altro mandato di cattura è stato spiccato con accuse simili nei confronti di Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino.

I reati sarebbero stati commessi nel territorio occupato ucraino almeno a partire dal 24 febbraio 2022. Secondo quanto accertato dai giudici della Cpi, Maria Lvova-Belova avrebbe ordinato la deportazione di minori in strutture controllate da Mosca. Nel maggio 2022 Putin ha firmato un decreto per velocizzare le procedure per far ottenere agli ucraini la cittadinanza russa. I bambini sarebbero inviati nei campi di rieducazione e poi affidati a famiglie adottive.

Dopo aver esaminato i documenti e le prove raccolte dal procuratore, i giudici della Corte penale Internazionale hanno ritenuto credibili le accuse contro entrambi. “La Cpi sta facendo la sua parte di lavoro, i giudici hanno emesso i mandati d’arresto. La loro esecuzione dipende dalla collaborazione internazionale“, ha dichiarato in un video il presidente della Cpi, giudice Piotr Hofmaski.

Russia: “Per noi non ha alcun significato”. Kiev: “Decisione storica”

Immediata la risposta russa dopo l’annuncio della notizia. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato senza giri di parole: “Le decisioni della Corte penale internazionale non hanno alcun significato per il nostro Paese, nemmeno dal punto di vista legale”.
Commenti di natura diametralmente opposta arrivano invece dall’Ucraina che parla di decisione “storica”. “Continuiamo la stretta collaborazione con la Cpi nei casi di deportazione forzata di bambini ucraini. Oltre 40 volumi di fascicoli, più di 1000 pagine di prove già condivise con la Corte”, ha scritto su Twitter il procuratore generale dell’Ucraina, Andrij Kostin.

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