Giuseppe Conte cerca di allontanare da sè l’ombra di leader filo-russo. Ma carta canta. E la mozione presentata in Parlamento dai Cinque Stelle per sollecitare il ritorno agli acquisti di gas russo parla da sola. I Cinque Stelle usano argomenti subdoli e populisti come il basso prezzo del gas russo rispetto alle forniture provenienti da altri Paesi, ma dimenticano che ci sono valori non negoziabili, come la libertà, la democrazia e il ripudio della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. Stavolta però il Pd tendenza Schlein non è caduto nella trappola e, a differenza di quanto spesso accadde, ha evitato di andare a rimorchio di Conte, lasciato al suo destino. Merito dei riformisti del Pd che hanno detto chiaro e tondo che mai e poi mai avrebbero votato in Parlamento la mozione dei Cinque Stelle favorevole alla riapertura delle frontiere al gas russo. Schlein non ha potuto che prenderne atto e Conte è rimasto isolato. Segno che cercare l’unità di tutto il fronte progressista è certamente la condizione indispensabile per provare a costruire un’alternativa al Governo di centrodestra ma non a costo di perdere la faccia.
Putin è sempre nel cuore di Conte: mozione M5S per riaprire al gas russo ma stavolta il Pd non cade in tentazione
Incredibilmente i Cinque Stelle di Giuseppe Conte vorrebbero riaprire le frontiere al gas russo e in questo senso hanno presentato una mozione in Parlamento ma stavolta il Pd non c’è cascato. Segno che l’unità di tutto il centrosinistra è condizione essenziale per costruire l’alternativa al Governo Meloni ma non a tutti i costi
