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Prometeia, le tre sfide per il sistema bancario: funding, credito e capitale

Per il triennio 2012-14 Prometeia stima un Roe del settore attorno al 2,5% – Il costo del funding rimarrà alto e sarà condizionato dall’evoluzione dello spread – L’accesso al credito risentirà dell’attenzione al rischio da parte delle banche – Con Basilea 3 le banche dovranno spingere su un deleveraging più forte.

Prometeia, le tre sfide per il sistema bancario: funding, credito e capitale

L’inizio del 2012 è stato in ripresa per il sistema bancario italiano. Le prime cinque banche hanno totalizzato un utile pari a 1,8 mld di euro contro 1,7 mld del 2011. Migliora anche il risultato netto che sale a 3,9 mld contro i 3,4 mld dello stesso periodo del 2011. Una crescita significativa soprattutto nel confronto con gli ultimi 2 trimestri dello scorso anno (0,9 mld nel terzo e 0,6 mld nel quarto).
 
Ma davanti ci sono ancora tre anni difficili per il sistema bancario che dovrà gestire tre sfide cruciali: il funding, il credito e il capitale. E’ quanto emerge dal rapporto sul settore di Prometeia che vede uno scenario di lento miglioramento della redditività, condizionata però dalla capacità di ripresa dell’economia. Nel triennio Prometeia stima un Roe di sistema attorno al 2,5% (2% a fine 2011 al netto delle svalutazioni straordinarie sugli avviamenti) e potrebbe superare la soglia del 4% solo nel 2014, riportandosi sopra il valore registrato nel 2008, anno in cui si sono manifestati gli effetti dell’inizio della crisi, ma rimanendo ben al di sotto dei valori registrati dal sistema bancario negli anni precedenti (circa 10% nel triennio 2005-2007). Non solo. Gli utili, anche se superiori al triennio passato, saranno contenuti e dovranno concorrere quasi per intero alla crescita del patrimonio. “L’intervento della Bce ha di sicuro scongiurato una crisi di liquidità delle banche italiane ma anche di quelle degli altri Paesi – ha rilevato Chiara Fornasari di Prometeia precisando però che si tratta di un tampone di breve periodo (su cui non possono essere costruita erogazione del credito di medio lungo termine). 
 
IL FUNDING – Il costo del funding rimarrà alto per tutto il triennio e non ci si attende una significativa inversione di tendenza. “L’onerosità del funding – spiega Prometeia – che fino al 2014 abbiamo indicato mantenersi strutturalmente più elevata rispetto agli anni precedenti la crisi finanziaria, in relazione ai tassi di mercato, sarà condizionata dall’evoluzione dello spread sui titoli governativi italiani. Il lungo percorso di rientro delle tensioni economiche e finanziarie incorporato nello scenario non consentiranno nel breve periodo di ridurre il costo delle nuove emissioni di obbligazioni e la remunerazione dei depositi a medio termine”. Con le difficoltà sull’interbancario e  sul funding all’ingrosso, le banche italiane vedranno crescere l’importanza della Banca centrale e dei depositi della clientela sui quali la concorrenza è ormai agguerrita. Se qualche anno fa si trattava di offerte più isolate e limitate, ora il fenomeno si è esteso a tutto il sistema. Così, la raccolta retail rispetto al passato non genera redditività perché si paga sopra i tassi di mercato. Inoltre la propensione al risparmio degli italiani è al minimo storico.
 
IL CREDITO – Sul fronte del credito la situazione è meno tesa rispetto a dicembre. Le misure non convenzionali della Bce, insieme alle misure di sostegno al credito alle famiglie e alle Pmi messe in campo dalle banche di concerto con le istituzioni, potranno migliorare il mercato del credito, impedendo in prima battuta un’ulteriore contrazione e successivamente una modesta crescita. Prometeia stima un +2,4% annuo. “Il sistema bancario è in grado di finanziare la buona domanda di impieghi – ha detto Chiara Fornasari di Prometeia –  é chiaro che non arriverà a tutti”. L’accesso al credito risentirà per lungo tempo della maggiore attenzione al rischio da parte delle banche, che si tradurrà in un progressivo repricing del credito su cui impatta anche il maggiore costo del funding. Il peggioramento del ciclo economico, in particolare, è destinato a mantenere elevate le probabilità di insolvenza dei prenditori, soprattutto per le imprese più fragili e indebitate. Il tasso di decadimento del creditori manterrà su livelli strutturalmente elevati in tutto il triennio e si assocerà ad un flusso di rettifiche ancora rilevante nel biennio 2012-2013, per ridursi solo nel 2014 “Dobbiamo scordarci un aumento del credito del 6-7% – spiega Fornasari – il sistema bancario deve ricomporre la propria struttura del debito e la propria struttura del capitale. È crollato un decennio di modalità di finanziamento, a cui peraltro l’Italia ha partecipato poco, e la crescita ora deve essere più vicina all’economia reale. Anche le imprese devono fare la loro parte, devono crescere e patrimonializzarsi. Se il ciclo economico internazionale funziona noi siamo sicuri di farcela”.
 
IL CAPITALE – Nel 2012 l’azione di rafforzamento del capitale è proseguita. E il processo di rafforzamento del capitale non può essere allentato. Il processo di adeguamento degli operatori ai nuovi e più stringenti standard di capitale richiesti dalla regolamentazione di Basilea 3 rappresenta, infatti, un ulteriore vincolo allo sviluppo del capitale nel prossimo biennio. “Le tempistiche per il raggiungimento dei nuovi livelli dei ratio regolamentari dovranno essere più brevi rispetto al graduale periodo di transizione previsto dai documenti di riforma (2013-2019) dato che le autorità di vigilanza e il mercato richiedono alle banche di uniformarsi ai nuovi requisiti sin dalla fase di avvio della nuova normativa”, si legge nel rapporto. Così in uno scenario di bassa evoluzione della redditività e alla luce delle già consistenti azioni di ricapitalizzazione effettuate soprattutto tramite aumenti di capitale, è plausibile che in futuro si debba ricorrere principalmente all’autofinanziamento da utili a dall’ottimizzazione di attivi ponderati per il rischio, che significa cessione di attivi non strategici, passaggio a modelli avanzati di calcolo, rimodulazione verso esposizioni meno rischiose. Insommale banche, alle prese con Basilea 3, dovranno spingere su un deleveraging piu forte.
 
LA REDDITIVITÀ – Il contributo della crescita dei volumi all’ampliamento del margine da clientela ha assunto minore rilevanza: tale contributo si manterrà contenuto anche nell’orizzonte di previsione, e solo dal 2013 il margine da clientela si riporterà su un sentiero di progressiva crescita. Dall’altro lato nel 2012, grazie al dispiegarsi degli  effetti delle misure straordinarie della Bce, la redditività del portafoglio titoli dovrebbe compensare la debolezza del margine da clientela. “L’aumento del costo del funding e la crisi economica – ha spiegato Fornasari – dovrebbe ridurre i margini di interesse da clientela dell’1,5% mentre il portafoglio titoli molto aumentato potrà far crescere del 3-5% l’intero margine di intermediazione”. È necessario che le banche adottino azioni di contenimento dei costi operativi, il che significa una profonda razionalizzazione, chiusura di sportelli, riduzione del personale e razionalizzazione dei canali d vendita. Nello scenario di Prometeia i costi operativi dovrebbero risultare in contrazione nel corso del biennio 2012-2013, per recuperare una debole crescita solo nell’ultimo anno di previsione. È necessario “Alla luce della riforma del sistema pensionistico andranno, tuttavia, rimodulati gli strumenti di controllo del costo del personale attraverso i quali raggiungere obiettivi di efficienza importanti”, si legge nel rapporto. Inoltre la qualità del rapporto crediti rimane deteriorata ma non si prevede un’esplosione
 
Si tratta comunque di uno scenario che incorpora ipotesi di recessione per il 2012 ma anche un lento e graduale percorso di riduzione dello spread, pur tenendo presenti le fasi di turbolenza legate anche agli appuntamenti elettorali. “Uno dei rischi – spiega il professore Giuseppe Lusignani – è che il percorso possa essere più accidentato , con un livello dello spread più elevato di quello che abbiamo incorporato. In questo caso il Roe scenderebbe dal 3-4% al 2-3% nello scenario peggiore”.
 
Nel futuro inoltre aumenteranno le differenze tra le banche soprattutto in relazione al fattore dimensionale.  “Come dimostrano anche i risultati dei bilanci del 2011 le differenze tra le banche si stanno ampliando riflettendo soprattutto il fattore dimensionale – conclude il rapporto – Nei prossimi anni la variabilità rispetto alle prospettive delineate per il sistema nel complesso aumenterà in misura significativa, come riflesso della diversa capacità di reagire alla maggiore complessità dello scenario delineato attraverso azioni di rimodulazione delle strategie di business e di efficientamento dei costi”.


Allegati: Sintesi Stampa_Prometeia Banking Day 2012.pdf

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