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Professionisti: per ora niente indennità nel decreto Cura Italia

Il decreto Cura Italia stabilisce un’indennità di 600 euro per autonomi, commercianti iscritti all’INPS, ma esclude i liberi professionisti iscritti alle casse private per i quali ci sarà a disposizione solo un “fondo residuale”. Ecco tutte le novità

Professionisti: per ora  niente indennità nel decreto Cura Italia

Il decreto “Cura Italia” approvato il 16 marzo dal Governo fa tirare un (piccolo) sospiro di sollievo al cosiddetto “popolo delle partite IVA”. Parliamo di autonomi e liberi professionisti, ma anche co.co.co., artigiani, commercianti, ecc che riceveranno un’indennità di 600 euro. Un sostegno in un periodo di emergenza sanitaria ed economica in cui i negozi e gli uffici sono chiusi (con qualche eccezione), e gli incassi continuano a ridursi di giorno in giorno. 

C’è però una categoria, molto corposa, di lavoratori che rischia di rimanere ai margini, stretta nella morsa dell’emergenza coronavirus, senza adeguate misure di sostegno che riescano in qualche modo a sopperire alle difficoltà lavorative in corso. Parliamo di tutti i liberi professionisti iscritti alle casse professionali private: architetti, ingegneri, giornalisti, avvocati, commercialisti, veterinari, ma anche e soprattutto medici e infermieri che non riceveranno l’indennità sopra citata ma dovranno accontentarsi di un “fondo residuale” da 300 milioni di euro (contro i 3 miliardi stanziati per gli altri) i cui meccanismi di funzionamento rimangono ignoti. Bisognerà attendere un apposito decreto del ministero del Lavoro che individuerà la platea di beneficiari, i meccanismi di funzionamento, le tempistiche e l’eventuale tassazione.

PARTITE IVA: INDENNITA’ DA 600 EURO

Non c’è ancora un testo definitivo del cosiddetto decreto “Cura Italia”. Troppo le polemiche che hanno costretto l’Esecutivo a predisporre correzioni e aggiustamenti in corsa per cercare di dare una mano alle categorie più vessate. 

La bozza iniziale del testo prevedeva infatti un’indennità di 500 euro (100 euro in meno) una tantum a favore di partite Iva, collaboratori iscritti alla gestione separata dell’Inps e di quelli iscritti alle gestioni autonome. La nota aggiornata del Governo invece cambia – e non di poco – le carte in tavola: 

è riconosciuto un indennizzo di 600 euro, su base mensile, non tassabile, per i lavoratori autonomi e le partite IVA. L’indennizzo va ad una platea di quasi 5 milioni di persone.

Nel giro di poche ore dunque l’importo dell’indennità è aumento di 100 euro, l’indennizzo è diventato mensile e non una tantum e si è chiarito anche un altro punto fondamentale: non sarà tassabile e dunque non concorrerà alla formazione del reddito.

Chi riceverà questa indennità?

  • professionisti non iscritti agli ordini, 
  • co.co.co. in gestione separata, 
  • artigiani, 
  • commercianti, 
  • coltivatori diretti, 
  • coloni e mezzadri, 
  • stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali, 
  • lavoratori del settore spettacolo, 
  • lavoratori agricoli. 

Queste categorie dovranno presentare un’apposita domanda (per sapere quando e a chi si dovrà attendere il decreto attuativo), ma secondo quanto annunciato dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo in conferenza stampa avranno a disposizione complessivamente 3 miliardi di euro. 

PROFESSIONISTI ISCRITTI ALLE CASSE

Cambia, e di parecchio, il discorso per i liberi professionisti iscritti alle Casse di previdenza di categoria private. Parliamo di centinaia di migliaia di ingegneri e architetti (iscritti a Inarcassa), geometri (CIPAG), giornalisti (INPGI), avvocati (Cassa Forense), psicologi (ENPAP), commercialisti (CNPADC), infermieri (ENPAPI), medici (Fondazione ENPAM) e via dicendo che non avranno accesso all’indennizzo mensile di 600 euro per i lavoratori autonomi e le partite IVA. Su cosa potranno contare allora? 

Per loro, ma non solo, il Governo ha istituito un “fondo per il reddito di ultima istanza” da 300 milioni di euro. Si tratta di un “fondo residuale per coprire tutti gli esclusi dall’indennizzo di 600 euro, compresi i professionisti iscritti agli ordini”. 

Per il momento non è dato sapere altro. Ad oggi, non vengono specificati né l’importo dell’eventuale bonus, né le sue tempistiche, né tantomeno sotto quale forma saranno erogate queste risorse. Tutto viene rimandato a un decreto attuativo che il ministero del Lavoro dovrà emanare entro 30 giorni.

Fonti vicine al dossier, fanno sapere a FIRSTonline che potrebbe esserci un’enorme differenza tra l’indennizzo previsto per autonomi e partite Iva iscritti alla gestione separata INPS e quello per i professionisti con casse di previdenza private. Se per i primi i 600 euro non saranno tassabili, per i secondi l’indennità potrebbe invece essere soggetta a una qualche forma di tassazione. Si prevede inoltre l’imposizione di limiti reddituali che escluderanno le fasce più alte e di soglie che ridurranno l’importo dell’indennizzo al salire del reddito. I 300 milioni messi a disposizione infine non saranno appannaggio dei soli liberi professionisti, ma anche di altre categorie che per il momento sono prive di tutela.

Mentre si aspetta di leggere il testo definitivo, arrivano le prime critiche: “Le misure adottate nei confronti dei liberi professionisti iscritti alle casse di previdenza private risultano assolutamente insufficienti“, afferma il Presidente della Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo, che aggiunge: “È inaccettabile la discriminazione che si sta attuando nei nostri confronti: in questo momento così delicato, non vogliamo, e non possiamo, sentirci subalterni a nessuno. L’istituzione del fondo da 300 milioni per coprire anche i professionisti iscritti agli ordini è insufficiente, occorrono nuove e decise misure straordinarie di sossostegno al reddito”.

“L’ultimo atto uscito dal Governo, malgrado l’impegno di alcuni rappresentanti politici, è uno schiaffo a chi sta mettendo a rischio la propria vita per arginare la pandemia”, commenta Alberto Oliveti, presidente dell’ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri (Enpam) e dell’associazione delle casse dei professionisti (Adepp) che lamenta anche l’incertezza esistente su dotazione, tempi, criteri e modalità di attribuzione del Fondo. “I professionisti – continua – sconteranno una discriminazione fiscale visto che dovranno pagare le imposte sui sussidi ricevuti dalle Casse, mentre le indennità che saranno distribuite dall’Inps saranno esentasse”. Non solo, secondo Oliveti “agli Enti previdenziali dei professionisti viene impedito di utilizzare risorse proprie per fronteggiare l’emergenza. Al Governo avevamo infatti chiesto di poter impiegare una parte delle nostre riserve che eccedono i requisiti di legge per aiutare gli iscritti in questo momento di necessità, ma non abbiamo avuto risposta”.

Non è però detta l’ultima parola. Il vice ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Buffagni (M5S), ha affermato che: “abbiamo fatto uno grandissimo sforzo, ma ora dobbiamo farne un altro: sostenere ancora di più chi non ha vere tutele, ovvero le migliaia di partite iva e chi in generale svolge lavoro autonomo. Sono sicuro che ce la faremo e che nessuno verrà lasciato indietro”.“Lavoreremo per un ulteriore sforzo nel prossimo provvedimento o in fase di conversione del decreto per dare un maggior sostegno ai lavoratori autonomi e alle partite Iva”, ha confermato il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato. Plausibile dunque l’arrivo di nuove correzioni.

(Ultimo aggiornamento: ore 17.15 del 17 marzo)

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