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Prima, una plastica senza frontiere

Partita dal basso, l’azienda di Frosinone è diventata uno dei maggiori produttori europei di componenti in plastica per auto, moto ed elettrodomestici – Il presidente Maurizio Stirpe: “In dirittura d’arrivo una joint venture per produrre in Cina” – Borsa? No, grazie.

Prima, una plastica senza frontiere

Espansione, innovazione, internazionalizzazione. Sono queste le parole chiave per il futuro della Prima S.p.A., a detta del presidente Maurizio Stirpe.
Prima è un gruppo industriale con sede a Torrice (Frosinone), specializzato nella produzione di componentistica in plastica per automobili (50% dell’output), moto (20%) ed elettrodomestici (30%) come griglie radiatore, esterno vettura, plance e paraurti, sia con verniciatura e cromatura che stampati semplici. “Quello che è plastica, e relative finizioni, siamo in grado di farlo” ci confida orgogliosamente il Presidente.

Ma facciamo un passo indietro, cominciando dall’inizio: Prima nasce nel 1976 per volere del padre di Maurizio, Benito Stirpe, imprenditore nel campo dell’edilizia e successivamente Cavaliere del Lavoro, che in quegli anni voleva diversificare investendo anche nel campo dell’industria. La fabbrica diventa operativa nel ’79 e inizia a lavorare dai livelli più bassi dell’indotto, come subfornitore per aziende di componentistica che rifornivano la Fiat. I dipendenti erano solo sei al tempo, ma Prima cresce rapidamente e inizia a emanciparsi: da subfornitore diventa fornitore, iniziando ad espandersi. Oggi il gruppo conta 2200 dipendenti, un fatturato di circa 400 milioni di euro (compresa la divisione estera) e 5 unità produttive fuori dall’Italia: tre in Germania, una in Francia e una in Slovacchia. I suoi clienti sono le principali aziende dei settori auto, moto ed elettrodomestici, tra cui Fiat, Bmw, Mercedes e Volkswagen.

Prima è sì un’azienda familiare, ma con una gestione duale. La proprietà infatti si occupa di delineare le strategie mentre l’operatività è lasciata ai manager. “Strategie e indirizzi sono compito della proprietà, l’attuazione di questi indirizzi all’interno di un perimetro ben definito è compito dei manager – spiega il numero uno dell’azienda con sede a Torrice – D’altro canto non sarebbe possibile gestire un’azienda di 2200 persone con una logica solo di tipo familiare”.

Ha grandi progetti il gruppo frusinate: è in dirittura d’arrivo un accordo di joint venture per produrre in Cina, a Shanghai, e un altro con un fornitore Chrysler, la Century Plastics, per sviluppare una piattaforma di progettazione negli Stati Uniti.
Già, la progettazione. Prima ha sempre considerato fondamentale lavorare sull’innovazione e sulla ricerca. “Il nostro è un settore altamente competitivo – spiega Stirpe –: la differenza la fa chi riesce a sviluppare un prodotto sempre innovativo a costi bassi. L’innovazione è quindi un concetto fondante la competitività”.
“La nostra – continua il Presidente – è un innovazione sviluppata su tre piani: innovazione di progetto, che guarda le forme e le tipologie dei materiali utilizzati; innovazione di processo, che riguarda il sistema di produzione. E innovazione nei sistemi di organizzazione e di controllo dell’azienda”. Attualmente Prima dispone di due centri di ricerca e progettazione, uno ubicato a Settimo Torinese (Torino) in cui lavorano 15 persone qualificate e un altro a Oderzo (Treviso), con 60 unità.
L’azienda sta inoltre portando avanti il programma di ottimizzazione “World Class Manifacturing” poiché, come spiega lo stesso Stirpe, “se non lo facessimo non saremmo competitivi e usciremmo quindi molto presto dal mercato”.

Un mercato sempre più globale: oggi Prima produce al 50% per il mercato domestico e al 50% per l’estero e vorrebbe ampliare il suo raggio d’azione anche al Centroamerica e ai paesi Bric.  “Non essere in Sudamerica in questo periodo di boom dell’auto è stato un vero peccato – ammette il Presidente – ma Fiat ci disse che avevano già tutto coperto nel settore della plastica, a cui già provvedevano un paio di aziende brasiliane”. Grandi possibilità di sviluppo potrebbero provenire invece da mercati come il Messico, dove ci sono ormai più di 10 costruttori di automobili, e dal Vietnam, dove vengono prodotti 3,5 milioni di motoveicoli l’anno contro i tre dell’intera Europa. “Siamo molto interessati – commenta Stirpe – e attendiamo l’evolversi della situazione”.

Riguardo un possibile ingresso in Borsa? “Non è ancora tempo, e neanche il settore giusto – assicura il numero uno di Prima –. Oggi quello della componentistica non è un comparto che viene visto di buon occhio dai guru della finanza. Il loro è un mondo dove conta più l’apparire che l’essere e dove la solidità e la sostanza delle cose valgono poco o niente”.
Se per ora non è previsto un ingresso a Piazza Affari, Prima non esclude però di affidarsi in futuro al mercato dei capitali, anche tramite alleanze ed acquisizioni, per poter finanziare dei processi di crescita. Secondo Stirpe infatti per riuscire a rimanere sul mercato servirà un fatturato di un miliardo di euro nel 2015 e raggiungere questa cifra con solo i mezzi propri sarà molto difficile.

Il 2010 per quasi tutte le imprese italiane è stato un anno difficile e difficile sarà probabilmente anche il 2011. “Prevedo degli anni non proprio radiosi, degli anni in cui sarà già un miracolo riuscire a tenere le posizioni attuali – commenta il numero uno del gruppo frusinate, che è anche stato presidente di Confindustria Lazio – Secondo le più rosee previsioni di Confindustria nel 2014 dovremmo tornare ai livelli pre-crisi del 2008. Ma non ci sono novità all’orizzonte, nessuna riforma, politica instabile, un Paese che cresce strutturalmente all’1% ma dovrebbe crescere al 2%. Come possiamo programmare in un orizzonte temporale più lungo di un anno o un anno e mezzo con queste prospettive?” conclude amaro Stirpe.

Qualche battuta infine sullo scandalo del calcio scommesse che sta travolgendo l’Italia del pallone. Maurizio Stirpe è infatti presidente del Frosinone Calcio, retrocesso quest’anno dalla serie B alla Lega Pro. “E’ un mondo malato, da riformare profondamente sia nei principi etici che nelle regole di comportamento. Va data una patente a chi gestisce la società – è la ricetta proposta da Stirpe – che certifichi la pulizia dell’individuo. La società di calcio è sì un’impresa privata, ma con ripercussioni nel sociale. E’ giusto che venga condotta da gente che ha delle qualità come trasparenza e correttezza”. Il Frosinone potrebbe essere ripescato? “Ci tuteleremo in tutte le sedi – conclude -, sia quelle della giustizia sportiva che in quelle della magistratura ordinaria, se risulterà che effettivamente il campionato è stato falsato” .

Pubblicato in: News

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