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Powell al Congresso: “La Fed non ha fretta sui tassi, l’economia americana è solida”. Prime crepe nella Banca centrale Usa dopo gli insulti di Trump

Powell, si spacca il fronte dei sostenitori della politica monetaria della Fed. Alcuni esponenti della Banca centrale Usa iniziano a vedere spazi per allentare la politica monetaria: esattamente come Trump

Powell al Congresso: “La Fed non ha fretta sui tassi, l’economia americana è solida”. Prime crepe nella Banca centrale Usa dopo gli insulti di Trump

Mentre i toni geopolitici sembrano ammorbidirsi in Medio Oriente, sul palcoscenico economico l’attenzione si sposta sulla politica monetaria Usa: si avvicina la fine della pausa sui dazi e aumentano perciò i rischi di inflazione. Oggi il presidente della Fed Jerome Powell ha riferito al Congresso Usa sullo stato dell’economia e circa le ragioni che lo hanno spinto a mantenere i tassi fermi: Powell ha ripetuto che la Fed non ha fretta di tagliare i tassi e può permettersi di attendere una maggiore chiarezza sull’impatto delle tariffe. Nel mentre Donald Trump, ma anche altri funzionari Fed – e questa è una novità – sostengono invece che i tassi Usa si potrebbero ridurre.

Powell al Congresso: “La Fed non ha fretta sui tassi”

“La Federal Reserve rimane fermamente concentrata sul raggiungimento dei suoi obiettivi: massima occupazione e prezzi stabili. Nonostante l’elevata incertezza, l’economia è in una posizione solida. Il tasso di disoccupazione rimane basso e il mercato del lavoro è al massimo o quasi al massimo tasso di occupazione. L’inflazione è diminuita notevolmente, ma si mantiene leggermente al di sopra del nostro obiettivo a lungo termine del 2%. Siamo attenti ai rischi”. Ecco cosa ha detto il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, all’inizio della sua testimonianza in Congresso sulla politica monetaria.

“Continueremo a determinare l’orientamento appropriato della politica monetaria sulla base dei dati in arrivo, dell’evoluzione delle prospettive e dell’equilibrio dei rischi. I cambiamenti di politica monetaria continuano a evolversi e i loro effetti sull’economia rimangono incerti.

Gli effetti dei dazi dipenderanno, tra le altre cose, dal loro livello finale. Le aspettative su tale livello, e quindi sui relativi effetti economici, hanno raggiunto un picco ad aprile e da allora sono diminuite. Ciononostante, è probabile che gli aumenti dei dazi quest’anno facciano aumentare i prezzi e pesino sull’attività economica”, ha aggiunto Powell. “Gli effetti sull’inflazione potrebbero essere di breve durata, riflettendo una variazione una tantum del livello dei prezzi. È anche possibile che gli effetti inflazionistici saranno invece più persistenti. Evitare tale risultato dipenderà dall’entità degli effetti dei dazi, dal tempo necessario affinché si trasmettano completamente sui prezzi e, in ultima analisi, dal mantenimento di aspettative di inflazione a lungo termine ben ancorate”. L’obbligo della Fed, ha aggiunto, “è quello di mantenere ben ancorate le aspettative di inflazione a lungo termine e di impedire che un aumento occasionale del livello dei prezzi si trasformi in un problema di inflazione persistente”.

Trump: “Tassi giù di almeno 2 o 3 punti”

La divergenza di opinioni tra Trump e Powell sulla politica monetaria ha continuato a manifestarsi apertamente nelle ultime ore: il presidente degli Stati Uniti in un post su Truth Social ha detto che i tassi di interesse dovrebbero essere abbassati di almeno due o tre punti percentuali, in vista della testimonianza del presidente della Federal Reserve Jerome Powell davanti al Congresso. “Dovremmo essere almeno due o tre punti più bassi… se in seguito la situazione dovesse cambiare in negativo, aumenteremo il tasso”, ha detto Trump. “Powell “sarà oggi al Congresso per spiegare, tra le altre cose, perché si rifiuta di abbassare l’aliquota”, ha aggiunto Trump.

Quest’anno la Fed non ha preso alcuna decisione sui tassi di interesse. Anche la scorsa settimana, il Fomc Fed ha mantenuto i tassi invariati tra il 4,25% e il 4,50% e ha previsto due tagli entro la fine del 2025. Powell ha detto di aspettarsi un’inflazione “significativa” in futuro, poiché i consumatori pagheranno di più per i beni a causa dei dazi sulle importazioni previsti dall’amministrazione Trump. Il presidente Usa dopo il nuovo nulla di fatto sui tassi è tornato a punzecchiare Powell chiedendo di tagliarli. Intanto crescono a Wall Street le preoccupazioni sulla futura direzione della Fed quando il mandato di Powell terminerà il prossimo maggio 2026.

Si spacca il fronte dei sostenitori della politica di Powell

Ma, mentre fino a ora tutti i componenti del Fomc Fed si sono dimostrati solidali con il loro presidente, qualcosa si sta incrinando e alcuni funzionari hanno iniziato a pensarla come Trump.

A iniziare dal presidente della Federal Reserve Bank di Chicago, Austan Goolsbee, che ieri ha osservato come finora, i dazi hanno avuto un impatto economico più modesto del previsto. “La sorpresa è stata che, almeno finora, abbiamo avuto tre mesi di dati sull’inflazione in cui non c’è stata molta inflazione”, ha detto Goolsbee ieri durante un evento a Milwaukee. “Se non vedremo inflazione derivante da questi aumenti tariffari, allora, a mio avviso, non abbiamo mai abbandonato quella che chiamavo la via d’oro” che l’economia statunitense stava percorrendo prima dei dazi, ha affermato. “Se la situazione è chiara, allora penso che dovremmo procedere”.

Ma ancora più esplicita è stata Michelle Bowman, vicepresidente per la supervisione della Federal Reserve e recentemente nominata dal presidente Trump responsabile principale della supervisione bancaria della banca centrale statunitense, che ieri ha detto che il momento di tagliare i tassi di interesse si avvicina, poiché i rischi per il mercato del lavoro potrebbero essere in aumento. “È tempo di valutare un aggiustamento del tasso di riferimento”, ha detto Bowman durante un incontro tenutosi a Praga. Il cambiamento di rotta della funzionaria è stato inaspettato, dato che negli ultimi mesi era apparsa scettica sulla necessità di allentare la politica monetaria.

Si è poi aggiunto anche il governatore Christopher Waller che sempre ieri ha detto che prenderà in considerazione un taglio dei tassi anche il mese prossimo. Altri funzionari della Fed interverranno questa sera: il presidente della Fed di New York, John Williams, terrà il discorso principale a New York, mentre la presidente della Fed di Cleveland, Beth Hammack, parlerà di politica monetaria a Londra.

Il Congresso studia agevolazioni fiscali per il credito privato da 10,7 miliardi di dollari

Intanto va avanti la discussion al Congresso del “grande, splendido disegno di legge” di Trump, approvato dalla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, la camera bassa del Congresso, il mese scorso. Secondo il Financial Time, i decisori politici di Washington stanno valutando un’agevolazione fiscale multimiliardaria per i fondi di private equity ​​nell’ambito del piano di spesa di Trump, sebbene ciò aumenterebbe il debito pubblico degli Stati Uniti e taglierebbe programmi come l’assistenza medica per le persone indigenti.

La proposta limiterebbe le imposte sui dividendi pagati agli investitori nelle cosiddette società di sviluppo aziendale, uno dei principali veicoli di investimento utilizzati dal settore del credito privato.

I termini erano già inclusi nel testo della Camera, è stato escluso dalla bozza del Senato, ma potrebbe essere reinserito nei prossimi giorni a seguito di forti pressioni sugli emendamenti alla versione finale, hanno riferito al Financial Times persone a conoscenza delle deliberazioni. La Commissione congiunta apartitica sulla tassazione del Congresso ha stimato che l’agevolazione fiscale sul credito privato costerebbe 10,7 miliardi di dollari fino al 2034. Gli emendamenti sono ancora in fase di elaborazione.

(Ultimo aggiornamento alle ore 16.10)

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