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Poste corre in testa al Ftse Mib

Il titolo è in controdtendenza rispetto all’indice generale, spinto dalle indiscrezioni sulla privatizzazione e dall’ipotesi di un maxi-dividendo

Piazza Affari avvia la settimana in rosso, ma Poste Italiane viaggia in controtendenza. Il Titolo balza in cima al FTSE MIB mostrando un rialzo del 4,2% alle 10:22 di lunedì mattina. 

Ad accendere la miccia degli acquisti, il collocamento sul mercato della seconda tranche di Poste Italiane che dovrebbe portare nelle casse del Tesoro circa 2,4 miliardi di euro.

Il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda ha confermato che la privatizzazione del 29,7% di Poste ancora in mano al Tesoro verrà collocata sul mercato entro l’estate.

Ma a spingere il rally di Poste è spuntata anche l’ipotesi di un dividendo straordinario da un miliardo di euro. L’operazione è stata studiata, secondo le indiscrezioni in circolazione, per favorire la privatizzazione. Lo Stato infatti, da un lato ha urgenza di procedere alle privatizzazione per ridurre il debito pubblico, ma dall’altro le incertezze politiche, con il rischio di nuove elezioni, fanno prevedere un rallentamento del processo. Per questo al Ministero dell’Economia starebbero vagliando diverse alternative, per la cessione del 30% di Poste ancora direttamente in mano allo Stato. Tra le ipotesi allo studio vi sarebbe, secondo fonti di stampa, la cessione della quota rimanente in mani pubbliche alla Cassa depositi e prestiti, che già detiene un altro 30% della società dei recapiti. Tuttavia oggi Cdp non avrebbe i mezzi per realizzare un’operazione da 2,5 miliardi, il valore della quota all’attuale prezzo di mercato. Per questo si starebbe ipotizzando di far distribuire, alla società guidata da Francesco Caio, un dividendo straordinario per un controvalore di un miliardo, che si andrebbe a sommare a quello ordinario atteso di circa 520 milioni.

In questo modo Cdp avrebbe i mezzi finanziari per realizzare l’operazione. Una partecipazione del 60% darebbe diritto a un dividendo pari a 916 milioni.

La seconda possibilità è invece quella di continuare con la via prestabilita cedendo il 30% del capitale sul mercato anche se in questo caso i tempi slitterebbero con molta probabilità all’autunno di quest’anno.

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