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Porti: Trieste non andrà ai cinesi, possibile una Golden Power. Urso precisa dopo la vendita di Amburgo alla Cosco

Il neo-ministro alle imprese e made in Italy interviene dopo che il governo di Sholz ha venduto il 24,9 pct di Amburgo (che controlla anche Trieste) ai cinesi della Cosco

Porti: Trieste non andrà ai cinesi, possibile una Golden Power. Urso precisa dopo la vendita di Amburgo alla Cosco

La vicenda del porto di Amburgo, consegnato in parte nelle mani dei cinesi, allarga l’obiettivo anche sui porti italiani dopo che la cruciale infrastruttura marittima tedesca controlla anche il porto di Trieste.
Il neo-ministro alle imprese e made in Italy, Adolfo Urso, intervistato al Salone della Giustizia ha detto che “Non ci consegneremo ai cinesi” e non ha escluso l’impiego da parte del governo del Golden power, cioè il potere di porre il veto all’adozione di determinate delibere societarie e di opporsi all’acquisto di partecipazioni.

Il porto di Amburgo, che controlla quello di Trieste, ceduto per il 24,9% ai cinesi di Cosco

La scorsa settimana l’esecutivo federale guidato da Olaf Scholz ha dovuto scendere a un compromesso, come ipotizzato, tra la promessa fatta un anno fa ai cinesi di Cosco (azienda di Stato) di vendita del 51% del porto di Amburgo e l’opposizione di parte del governo tedesco che, alla luce di quanto è accaduto per la filiera del gas con la Russia, non vedeva di buon occhio una nuova dipendenza: alla fine ai cinesi è andato il 24,9 % del maggior porto tedesco, secondo in Europa dopo Rotterdam e Scholz prenderà il volo per Pechino il 3 novembre per trattare vicende commerciali con Xi Jinping.

L’Italia in quanto frontiera dl Mediterraneo deve essere più consapevole

Ma lo stesso timore di ingerenza da parte di paesi esteri in infrastrutture strategiche si percepisce anche in Italia, visto che il Porto di Amburgo controlla per il 50,01 pct il porto di Trieste. “Se i tedeschi intendono fare quello che hanno annunciato certamente noi, che ne siamo più consapevoli perché siamo la frontiera nel Mediterraneo, rispetto a questo progetto egemonico non li seguiremo. Non ci consegneremo nelle mani dei cinesi” ha detto Urso.
Urso ha anche ricordato la sua posizione espressa in passato “sulla politica di dominio che la Cina realizza o voleva realizzare attraverso la ‘via della seta’”, una “sfida titanica che la Cina ha lanciato contro l’occidente”, aggravata proprio in questi giorni dai cambiamenti politici in Cina “con la scelta di una nuova gerarchia che punta tutto sulla sicurezza nazionale, sul controllo sociale piuttosto che sulla crescita economica”.

Il governo potrebbe usare il Golden Power sul porto di Trieste?

“E’ una competenza che spetta ovviamente a Palazzo Chigi” ha detto Urso. “Posso dire che tutta la nostra politica, anche economica e produttiva, sarà quella di garantire l’autonomia strategica italiana ed europea su tutte le filiere che sono importanti per mantenere nelle nostre mani decisioni sullo sviluppo economico e produttivo del nostro Paese e della nostra Europa. Questa è la nostra politica. Se poi altri intendono passare dalla dipendenza per l’energia alla dipendenza tecnologica o alla dipendenza in qualche misura commerciale dalla Cina, noi su questa strada non li seguiremo“.
Anche la Lega non si tira indietro. “Governo e parlamento monitoreranno attentamente la situazione affinché infrastrutture strategiche come il Porto di Trieste non cadano in mani cinesi”, ha scritto il neosenatore Marco Dreosto. L’Italia “ha gli strumenti adeguati per poter bloccare azioni ostili”, ha aggiunto. Più distesa è invece l’opinione del presidente dell’autorità portuale triestina, Zeno d’ Agostino secondo cui l’operazione cinese sul porto di Amburgo non è preoccupante. “Esistono oggi tutti gli strumenti sia nazionali sia europei per scongiurare situazioni di controllo da parte di chiunque nei porti” ha detto D’ Agostino in un’intervista a Rairadio3
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