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Popolare Vicenza e Veneto Banca: 5 miliardi per salvarsi

Oggi i vertici delle banche venete illustrano alla Bce le condizioni dei due istituti e il progetto per salvarle ma servono 5 miliardi di nuovo aumento di capitale: Atlante non metterà più risorse, si spera nel via libera al Tesoro

Lo stato di allarme delle banche venete, che ogni giorno devono subire la fuga dei risparmiatori e che presentano bilanci da brivido con perdite di un miliardo e più per ognuna, sarà illustrato oggi dagli ad della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, Fabrizio Viola e Cristiano Carrus, alla Bce a Francoforte.

Per salvarsi le due banche, che entro l’anno dovrebbero fondersi, hanno urgente bisogno di soldi freschi per pagare gli stipendi e mandare avanti la normale attività bancaria e chiedono di poter avviare l’ennesimo aumento di capitale. Stavolta però il salvagente del fondo Atlante, che si è già svenato per mantenere i requisiti patrimoniali minimi delle due banche, non ci sarà.

Ci sarà, con tutta probabilità, la conversione delle obbligazioni subordinate in azioni, ma non basterà.

In realtà le banche venete sperano che l’Unione europea dia il via libera all’intervento del Tesoro nel loro capitale, come per il Monte dei Paschi e come per banche in difficoltà di altri Paesi. E’ improbabile però che oggi arrivi un segnale chiaro dalla Bce, che tuttavia nei giorni scorsi si è detta possibilista.

Il futuro delle banche venete è in mano alla Commissione europea e tocca a Bruxelles dire di sì o di no all’intervento dello Stato. Al dunque si arriverà dopo Pasqua. 

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