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Pnrr, Upb: vale il 3% del Pil entro il 2026, ma attenzione all’efficienza degli investimenti pubblici

Le stime del governo, già più ottimiste di quelle dell’Upb, si riveleranno lontane dalla realtà se l’efficienza degli investimenti pubblici non sarà alta – Nel 20-21 spesi 18,2 mld meno del previsto

Pnrr, Upb: vale il 3% del Pil entro il 2026, ma attenzione all’efficienza degli investimenti pubblici

L’effetto espansivo del Pnrr sull’economia italiana sarà di oltre 1,5 punti percentuali nel periodo 2021-23 e di un ulteriore punto nel triennio successivo. In tutto, quindi, la crescita prodotta dal piano sarà di poco inferiore al 3% entro il 2026. Lo scrive l’Ufficio parlamentare di bilancio, che in un rapporto analizza il Documento di economia e finanza pubblicato il mese scorso dal governo.

Le stime dell’Upb sono allineate a quelle dell’Esecutivo fino al 2023, ma si rivelano meno ottimiste sulla seconda parte dell’orizzonte di previsione. Secondo il Def, infatti, nel 2026 “il PIL risulterebbe più alto di 3,2 punti percentuali rispetto allo scenario di base”. Questo valore, spiega l’Ufficio parlamentare di bilancio, “è il risultato di un impatto di un punto percentuale sui consumi privati e di un impatto sugli investimenti fissi lordi pari a 9,3 punti percentuali”.

L’efficienza degli investimenti pubblici è decisiva

L’Upb sottolinea però che “le stime del Governo sono state ottenute ipotizzando un’alta efficienza degli investimenti pubblici”: si tratta di una variabile decisiva, perché un livello di efficienza medio ridurrebbe la crescita aggiuntiva dello 0,9% rispetto alle previsioni dell’Esecutivo, mentre in caso di efficienza bassa la differenza sarebbe addirittura dell’1,8%.

Nel 2020-21 spesi 18,2 miliardi meno del previsto

Dal confronto tra il Def del 2022 e quello dell’anno scorso emerge poi una differenza importante nella distribuzione temporale dei fondi collegati al Next Generation Eu. In larga parte, questo riallineamento si è reso necessario perché, tra il 2020 e il 2021, l’Italia ha speso molto meno del previsto: appena 4,3 miliardi dei 22,5 programmati.

La nuova programmazione temporale delle risorse

Con il nuovo Def, il Governo “distribuisce i 18,2 miliardi di mancate attuazioni del 2020-21 e anticipa parte delle spese inizialmente previste per il 2026 nel quadriennio 2022-25 – spiega ancora l’Upb – Quest’anno dovrebbero essere utilizzati 0,6 miliardi in più di quanto previsto nel Def 2021; sono inoltre programmate spese più elevate per 9,6 miliardi nel 2023, per 6,3 miliardi nel 2024 e per 7,4 miliardi nel 2025. Per il 2026, invece, il Def 2022 programma 5 miliardi in meno di quanto previsto nel Def 2021”.

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