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PNRR sprint e nuovo codice appalti, ok dal Cdm: appalto integrato senza limiti e affidamento lavori fino a 500mila euro. Le novità

Semaforo verde a una delle tre riforme necessarie per centrare gli obiettivi chiesti dall’Europa. E la Cabina di regia accelera sul Pnrr: raggiunti 40 obiettivi su 55

PNRR sprint e nuovo codice appalti, ok dal Cdm: appalto integrato senza limiti e affidamento lavori fino a 500mila euro. Le novità

Il Consiglio dei Ministri ha dato un colpo di acceleratore al PNRR e ha approvato il nuovo codice degli appalti. Tra le novità spicca il via libera all‘appalto integrato senza limiti di importo e all’innalzamento della soglia sotto la quale anche i piccoli Comuni privi delle competenze e capacità necessari per ottenere la qualificazione potranno affidare lavori in autonomia. L’obiettivo è tagliare burocrazia, gli sprechi e aprire cantieri in tempi più veloci. Ma se la rigida disciplina ha creato ritardi e inefficienze, dall’altro lato la riforma rischia di lasciare fin troppa discrezionalità, traducendosi in un vero e proprio libera tutti.

Semaforo verde dal Cdm anche al riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs). Sul tavolo dell’esecutivo anche il decreto attuativo della legge sulla concorrenza sui servizi pubblici locali. Si tratta di tre riforme necessarie per centrare gli obiettivi chiesti dall’Europa. E su cui bisogna correre per ottenere la prossima rata del Pnrr che vale 19 miliardi di euro perché il tempo sta per scadere: il termine è fissato al 31 dicembre visto che rientrano tra gli obiettivi mancanti rispetto ai 55 che ancora mancano all’appello.

Nuovo codice degli appalti: cosa cambia?

Innanzitutto, non ci sono più paletti per l’appalto integrato, ossia l’affidamento di progettazione ed esecuzione dell’opera allo stesso soggetto. Fino al 30 giugno 2023, relativamente ai servizi di architettura e ingegneria, progettazione compresa, la soglia per l’affidamento diretto era fissata a 139mila euro. C’è inoltre l’aumento da 150mila a 500mila euro della soglia sotto la quale anche i piccoli Comuni privi delle competenze e capacità necessari per ottenere la qualificazione potranno affidare lavori in autonomia. L’articolo 62 spiega che “tutte le stazioni appaltanti (…) possono procedere direttamente e autonomamente all’acquisizione di forniture e servizi di importo non superiore alle soglie previste per gli affidamenti diretti (140mila euro), e all’affidamento di lavori d’importo pari o inferiore a 500mila euro, nonché attraverso l’effettuazione di ordini a valere su strumenti di acquisto messi a disposizione dalle centrali di committenza qualificate e dai soggetti aggregatori”.

“Si tratta di più dell’80% degli appalti”, ha esultato Matteo Salvini in conferenza stampa dopo l’approvazione del Cdm.

Anche se su questo punto toccherà aspettare un nuovo confronto con la Commissione europea, in programma per la prossima settimana.

Nuovo codice degli appalti: i dubbi

L’obiettivo del nuovo codice degli appalti è “favorire una più ampia libertà di iniziativa e di auto-responsabilità delle stazioni appaltanti, valorizzandone autonomia e discrezionalità”, ha detto Salvini. Ma dopo l’allarme lanciato dall’Anac, i cui poteri vengono ridotti dalla riforma, la preoccupazione si allarga fino ai sindacati, mai consultati, per le ricadute sulla salute e sicurezza dei lavoratori nei cantieri né per la tenuta dei loro salari e il rispetto dei contratti.

Pnrr, contratti pubblici: affidamenti in house solo se motivati

Il Nuovo codice degli appalti parte dallo schema elaborato dal Consiglio di Stato che l’ha costruito dietro mandato del Governo Draghi. Ma ci sono delle piccole modifiche rispetto al testo diffuso dallo stesso Consiglio dei ministri lo scorso 7 dicembre. Per snellire l’iter di autorizzazione, nel caso di affidamenti in house “di importo superiore alle soglie di rilevanza europea” in materia di contratti pubblici serve “una motivazione qualificata” da parte dell’ente locale, per la scelta o la conferma del modello di autoproduzione ai fini di una “efficiente gestione” del servizio, che dia conto, anche sulla base dei modelli standard predisposti dalle autorità competenti, “dei benefici per la collettività”. Lo si legge nella bozza dello schema di decreto legislativo di riordino dei servizi pubblici locali di rilevanza economica esaminata dal Cdm che, in linea con il Pnrr, prevede una spinta alle gare e alla concorrenza.

Cabina di regia sul Pnrr

Il vertice di governo è stato preceduto dalla seconda riunione della Cabina di regia sul Pnrr per monitorare lo stato di attuazione degli obiettivi del Piano con particolare riferimento alla prossima scadenza. Su 55 obiettivi da conseguire ne sono stati centrati 40. “I restanti 15 sono stati tutti avviati e in corso di finalizzazione”. È quanto si legge nella nota di Palazzo Chigi.

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