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Pirelli scivola ancora in Borsa: ecco cosa è cambiato con l’arrivo di Rosneft

Non si arresta il ribasso delle azioni Pirelli, anche oggi in coda al Ftse Mib – La nuova intesa con Rosneft ha fatto cadere l’appeal speculativo sul titolo – Intanto, il Tar del Lazio ha fatto sapere di aver bocciato il ricorso di Lauro 61 contro la decisione della Consob di alzare il prezzo dell’Opa su Camfin.

Pirelli scivola ancora in Borsa: ecco cosa è cambiato con l’arrivo di Rosneft

Prosegue a Piazza Affari il calo in Borsa di Pirelli. Dopo il -2,2% di lunedì e il -3,5% registrato ieri, oggi a fine mattinata il titolo della Bicocca lascia sul campo altri due punti percentuali (a 11,12 euro), il peggior ribasso dell’intero Ftse Mib. Intanto, il Tar del Lazio ha fatto sapere di aver bocciato il ricorso di Lauro 61 contro la decisione della Consob di alzare il prezzo dell’Opa su Camfin (azionista di controllo di Pirelli con il 26,71% del capitale) da 0,80 a 0,83 euro. Il Tribunale amministrativo ha respinto anche il ricorso dei fondi Antares, che chiedevano il rialzo del prezzo dell’Opa a 0,99 euro. 

L’OPERAZIONE DI LAURO 61

Lauro 61 era il veicolo formato da Marco Tronchetti Provera (attraverso Nuove Partecipazioni, socio di controllo della newco con il 54,8% del capitale) insieme al fondo di private equity Clessidra (al 23,8%) e alle due maggiori banche italiane, Intesa Sanpaolo e Unicredit (entrambe al 10,7%) per acquistare le quote della famiglia Malacalza nel capitale di Camfin (pari al 12,37%), in vista della successiva Opa totalitaria finalizzata al delisting delle azioni. La Consob aveva scelto d’intervenire sull’offerta sostenendo di aver individuato un patto occulto sul prezzo tra i venditori Malacalza e gli acquirenti di Lauro 61.

IL NUOVO ACCORDO CON ROSNEFT

Lunedì è poi arrivato il colpo di scena dalla Russia. I soci i Lauro 61/Camfin hanno stretto un asse di ferro con Rosneft, il colosso dell’energia di Mosca già presente in Saras. Secondo i termini dell’intesa, il timone della Bicocca rimarrà nelle mani di Tronchetti Provera, ma il pacchetto del 26,71% di azioni Pirelli detenuto oggi da Lauro 61/Camfin entrerà in una nuova scatola societaria: metà del capitale di questa newco andrà a Rosneft, che investirà circa 500 milioni di euro, mentre l’altra metà andrà a un ulteriore veicolo, di cui faranno parte ancora una volta Nuove Partecipazioni (con l’80%), Intesa e Unicredit (entrambe con il 10%). Le due banche avevano investito meno di 120 milioni in Lauro-Camfin e ora vedranno le proprie quote valorizzate 200 milioni circa: reinvestiranno quindi una cinquantina di milioni nella nuova operazione. Clessidra, invece, uscirà definitivamente di scena.

LA REAZIONE DEI MERCATI 

Dopo l’annuncio dell’intesa, che valuta le azioni Pirelli a 12 euro, il titolo della Bicocca ha iniziato a calare in Borsa. E’ la conferma che gli operatori finanziari ritengono che il deal abbia un valore strategico e, di riflesso, faccia cadere l’appeal speculativo sul titolo Pirelli, oggetto negli ultimi mesi di varie indiscrezioni su una possibile  Opa.

Nell’attesa che questo impatto si esaurisca, i broker tornano a valutare i fondamentali di Pirelli, inserendo nelle proprie valutazioni le prospettive del business in Russia. Secondo Exane Bnp Paribas, la crescita del 4,5% annuo del parco auto russo nel decennio 2003-2013 offre ora un buon supporto per il mercato degli pneumatici e la Bicocca potrebbe centrare i target di vendita e margini al 2015, portando i conti russi a incidere per il 3% sull’Ebit del 2016 (36 milioni su un consolidato stimato in quasi 1,2 miliardi) e per il 7% sull’Ebit del 2018 (80 milioni su 1,4 miliardi).

L’annuncio dell’accordo con Rosneft, secondo Exane, è avvenuto in un momento particolarmente negativo viste le forti tensioni politiche legate alla crisi con l’Ucraina, ma “dopo che la situazione si sarà stabilizzata, il mercato rivaluterà questo accordo e inizierà a vendere i potenziali benefici di una partnership con Rosneft in Russia”. 

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