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Pirelli avvia la cessione della sua quota in Mediobanca

Pirelli ha avviato la cessione delle sue azioni ordinarie in Mediobanca, pari all’1,78% del capitale, che verranno vendute a investitori istituzionali e primarie società finanziarie italiane ed estere.

Pirelli avvia la cessione della sua quota in Mediobanca

A 60 anni dal suo ingresso, Pirelli inizia le procedure per uscire dal capitale di Mediobanca. Lo ha annunciato la stessa azienda degli pneumatici, spiegando di aver avviato la cessione attraverso una procedura di collocamento accelerata riservata a investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali all’estero.

L’operazione, in cui Bnp Paribas agisce come bookrunner, prevede un’offerta fino a 15.753.367 azioni ordinarie, corrispondenti a circa l’1,78% del capitale sociale di Mediobanca con diritto di voto e rappresentante l’intera partecipazione ad oggi detenuta direttamente da Pirelli in Mediobanca.

I titoli Mediobanca hanno chiuso la seduta di ieri a 9,8 euro: a questi valori il pacchetto Pirelli vale quindi circa 150 milioni. A settembre il gruppo non aveva rinnovato il patto di sindacato in scadenza a dicembre 2017.

Lo scorso 12 settembre 2017 Pirelli ha esercitato il diritto di disdetta dal Patto Mediobanca, ai sensi del patto medesimo, con efficacia a far data dalla prossima scadenza (31 dicembre 2017) e per l’intera partecipazione dalla stessa posseduta e vincolata al Patto Mediobanca.

“Pertanto, a far data dal 1 gennaio 2018 – si legge infatti nel documento di registrazione della recente Ipo di Pirelli – tutte le azioni di Mediobanca possedute dall’emittente saranno liberamente disponibili”.

Il costo storico della partecipazione era indicato in 90,2 milioni di euro prima dei vari adeguamenti rilevati a patrimonio netto che avevano portato il fair value a 122 milioni di euro (corrispondente alla quotazione di Borsa al 31 dicembre 2016) nell’ultimo bilancio approvato, quello relativo all’esercizio 2016

Pirelli entrò in Mediobanca nel 1958 come investitore privato italiano nel primo patto di sindacato che vincolava il 55% del capitale e che vedeva la presenza delle tre BIN (Comit, Credito Italiano, Banco di Roma) e di quattro banche estere (Lazard; Lehman Brothers; Berliner Handels Gesellschaft, Sofina).

L’addio dopo 60 anni a Piazzetta Cuccia, dove Marco Tronchetti Provera è stato consigliere dal 1996 al 2017 e vicepresidente dal 2008 al 2017, non è comunque totale: Pirelli resta ancora presente in Fin.Priv, che di Mediobanca ha vincolato al patto l’1,63%, con circa il 14%, cioè con uno 0,2% in trasparenza.

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