Una splendida occasione per poter ammirare la nuova rassegna interamente dedicata ad Antonio Canova che ha come proprio fulcro i 12 busti dello scultore neoclassico che Banca Ifis ha recuperato e restaurato per portarli, insieme alla Pinacoteca di Brera per la prima volta a Milano.
Nella Sala 1 della Pinacoteca, oltre ai 12 busti provenienti dalla collezione di Banca Ifis, il percorso espositivo aperto fino al 17.05.2026 è arricchito anche dal ritorno a Brera dopo oltre cento anni della Vestale, busto in marmo realizzato da Antonio Canova tra il 1818 e il 1819. A questa, si aggiunge inoltre una serie di piccole riproduzioni in smalto dei dipinti della collezione di Giovanni Battista Sommariva, politico e collezionista d’arte.

I busti appartenenti alla collezione di Banca Ifis sono stati realizzati tra il 1807 e il 1818
Le opere, di dimensione compresa tra i 50 e i 60 centimetri, sono state ritrovate all’interno di Villa Canal alla Gherla, in provincia di Treviso, e restaurate a cura della Banca.In due di essi – Paride e Beatrice – si nota la presenza delle cosiddette répere, ovvero piccole borchie usate dagli sbozzatori dello studio di Canova come punti di trasporto dal gesso al blocco di marmo per la realizzazione della scultura. Quanto ai soggetti, s’incontrano alcuni dei maggiori capolavori di Canova, come Ebe, Tersicore, la Venere italica, l’idea personificata di Pace, oltre ai ritratti di quattro figure femminili appartenenti alla famiglia di Napoleone Bonaparte, ovvero Paolina Borghese, Carolina Murat, Elisa Baciocchi Bonaparte e Letizia Ramolino Bonaparte.
Per Angelo Crespi, Direttore Generale Pinacoteca di Brera, Palazzo Citterio, Biblioteca Nazionale Braidense, l’idea è di rendere omaggio al Neoclassicismo, lo stile sotto la cui egida si fondò Brera, preconizzato dai grandi illuministi milanesi celebrati nel pantheon del nostro loggiato, e realizzato da quel manipolo di straordinari artisti che ne alimentarono le mura: Andrea Appiani, Giuseppe Bossi e per l’appunto, Antonio Canova.
“La bellezza, oltre che estetica, racchiude in sé una dimensione etica che incide sugli animi e che, oggi più che mai, occorre promuovere per diffondere ideali di pace e solidarietà. Per questo motivo, come Banca Ifis, siamo felici di mettere le opere della nostra collezione al centro del progetto promosso dalla Pinacoteca di Brera che propone l’ideale di bellezza come elemento essenziale per la vita umana. Il sostegno di Banca Ifis alla conservazione e promozione della cultura, a fianco delle principali istituzioni museali italiane, raggiunge un nuovo traguardo con l’esposizione La Bellezza e l’Ideale. I gessi di Antonio Canova provenienti dalla nostra collezione accolgono oggi, all’ingresso del percorso espositivo della Pinacoteca di Brera, i visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Con questa iniziativa, proseguiamo il nostro sostegno alla Pinacoteca che è iniziato con la sottoscrizione del “Patto per Brera” ed è quindi proseguito a Palazzo Citterio con la mostra La forza di sognare ancora dell’artista Mario Ceroli”, dichiara Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis.
Il progetto Ifis art
Ideato dal Presidente di Banca Ifis, Ernesto Fürstenberg Fassio, che raccoglie tutte le iniziative realizzate dalla Banca per la valorizzazione dell’arte, della cultura, della creatività contemporanea e dei loro valori. L’iniziativa si articola in una serie di progettualità, a partire dalla collezione che la Banca ha acquisito nel tempo, costituita da oltre 120 opere di più di 70 artisti, che spazia dall’arte classica a quella contemporanea. Alcune opere della collezione hanno trovato la loro casa naturale nel Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis, curato da Giulia Abate e Cesare Biasini Selvaggi, all’interno dei 22 ettari di giardino di Villa Fürstenberg, a Mestre. Il Parco ospita, ad oggi, 24 opere plastiche di 15 maestri della scultura contemporanea, italiani e internazionali: Fernando Botero, Annie Morris, Park Eun Sun, Igor Mitoraj, Manolo Valdés, Pablo Atchugarry, Pietro Consagra, Roberto Barni, Julio Larraz, Philip Colbert, Jaume Plensa, Giuseppe Penone, Nico Vascellari e Davide Rivalta. La missione del Parco comprende, attraverso progetti anche temporanei (mostre, performance, workshop, giornate di studi), la “coltivazione” della biodiversità (ambientale, sociale, economica, ecc.), dell’inclusione, dei valori e diritti collegati, e di reti sinergiche tra le imprese e il terzo settore della creatività contemporanea, prerequisito per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile nella nuova era della “economia della conoscenza e della giustizia sociale”. A inizio anno l’Ufficio Studi di Banca Ifis ha misurato i risultati prodotti dal Parco Internazionale di Scultura da un punto di vista sociale, secondo il modello di misurazione d’impatto sviluppato dalla Banca con il Politecnico di Milano. Stando alle risposte dei 500 visitatori intervistati, il Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis genera un moltiplicatore pari a 3,9: tradotto in termini pratici, un euro investito dalla Banca nel Parco genera quasi 4 euro di valore sociale per il territorio. Questo valore arriva addirittura a 5,3 se si prende in considerazione il cluster dei partecipanti ai workshop che la Banca ha organizzato nel corso del 2024 in collaborazione col Ministero della Cultura nell’ambito della Biennale di Venezia
La democratizzazione dell’arte
Partendo dal Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis, il progetto Ifis art punta a “democratizzare” l’arte, rendendola sempre più accessibile e fruibile anche ad un pubblico meno avvezzo alla materia. Per farlo, Ifis art punta sulla forza dei nuovi canali digitali. La Banca ha, infatti, sviluppato un’innovativa app – fruibile sia da web che da mobile – nella quale il racconto delle singole opere viene accompagnato da contenuti video inediti, storytelling e interviste agli artisti. La app è disponibile da oggi su App Store e Play Store o all’indirizzo. Tra le progettualità più significative di Ifis art vi è poi il recupero e il restauro di The Migrant Child, l’opera realizzata da Banksy a Venezia, uno dei soli due lavori ufficialmente riconosciuti dall’artista sul suolo nazionale. L’opera, che rischiava un irrimediabile quanto veloce deperimento a causa della sua esposizione all’acqua di Venezia e al maltempo, porta con sé un valore artistico e sociale elevato: attraverso il linguaggio della pittura, Banksy diffonde infatti un messaggio di speranza e pace che richiama i valori della Carta Onu del 1948 sulla tutela dei diritti universali dell’uomo. L’impegno della Banca per proteggere il murales ha l’obiettivo di tenere vivo questo messaggio. Oltre a mettere in sicurezza l’opera, Banca Ifis ha inoltre acquistato Palazzo San Pantalon, l’immobile che lo ospita, e che sarà trasformato in uno spazio espositivo per giovani street artist, in collaborazione con la Biennale di Venezia.