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Pil, l’Upb abbatte le stime sul 2021: solo +4,3%

Il dato dell’Ufficio di Bilancio è inferiore di quasi 2 punti a quello inserito dal governo nell’ultima Nota di aggiornamento – Il recupero dei livelli pre-Covid non arriverà nemmeno alla fine del 2022

Pil, l’Upb abbatte le stime sul 2021: solo +4,3%

Nel 2021 il Pil italiano rimbalzerà solo del 4,3%, quasi due punti in meno rispetto al +6% previsto dal Governo nell’ultima nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, pubblicata a settembre e finora mai corretta dall’Esecutivo. La nuova stima arriva dall’Ufficio parlamentare di Bilancio ed è la prima a tenere conto dell’ulteriore flessione registrata dal Pil nel quarto trimestre del 2020 (-2%, secondo la stima preliminare pubblicata martedì dall’Istat). L’analisi non considera invece l’effetto espansivo che sarà prodotto dallo scostamento di bilancio pari a 3,2 miliardi approvato dal Parlamento subito prima della caduta del Conte bis.

L’Upb afferma inoltre che nel 2022 il prodotto interno lordo del nostro Paese crescerà del 3,7%, circa un punto in più di quanto previsto in precedenza. Sulla base di questi nuovi dati, tuttavia, l’economia italiana non riuscirebbe a centrare l’obiettivo di tornare ai livelli pre-Covid entro la fine dell’anno prossimo, fermandosi a un livello inferiore di 1,4 punti percentuali rispetto a quello di fine 2019.

L’Ufficio parlamentare di Bilancio sottolinea che l’incertezza sul destino economico dell’Italia rimane “straordinariamente elevata”. Peraltro, le nuove stime presuppongono che “le misure di sostegno alle famiglie e alle imprese continuino ad operare e che l’utilizzo da parte dell’Italia dei fondi europei resi disponibili nell’ambito del programma Next Generation Eu consenta di avviare senza ritardi progetti che attivano lo sviluppo”.

Se così non fosse, lo scenario sarebbe ancora peggiore: “Un’attuazione parziale, ritardata o inefficiente, dei progetti di investimento predisposti con il Piano nazionale di ripresa e resilienza determinerebbe il venir meno di un fattore di sostegno non marginale all’attività economica”.

Dal punto di vista globale, infine, “l’incertezza degli operatori economici, connessa alla durata e alle ripercussioni dell’emergenza sanitaria – conclude l’Upb – resterà elevata almeno fino a quando le campagne vaccinali non daranno risultati tangibili sul controllo dell’epidemia. Nel breve periodo permangono inoltre rischi di tensioni sui commerci tra Cina e Usa, in quanto la nuova Amministrazione americana ha confermato l’orientamento di protezione delle imprese nazionali a scapito di quelle estere”.

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