Condividi

Piazza Affari (in rosso) limita le perdite. Ma finisce maglia nera d’Europa

Pesa per tutti il dato deludente del Pil tedesco – Effetto Robin Tax sugli energetici a Milano: Terna e Snam Rete Gas soffrono le perdite più pesanti – Le prospettive deludenti per le vendite della 500 negli Usa trascinano giù l’azione Fiat – In rialzo le banche, Mps in testa – A Wall Street festeggia Wal Mart ma i consumi sono a rischio.

Piazza Affari (in rosso) limita le perdite. Ma finisce maglia nera d’Europa

Recuperano sul finale le Borse europee spinte dalla conferma di Fitch sulla tripla A del debito Usa e dalla produzione industriale americana migliore delle attese. Ma i principali listini chiudono comunque in rosso, solo Londra è positiva (+0,13%) mentre il Ftse Mib (-0,87%), è appesantito dalle misure della manovra di risanamento di venerdì che colpiscono il comparto dell’energia. Il Dax ha ceduto lo 0,45%, il Cac 40 lo 0,25%, l’Ibex lo 0,51% e Lisbona l’1,47%. Crescita, crescita e ancora crescita. E’ questa la prima preoccupazione dei mercati che sono tornati a vendere (con cali che in giornata a Milano sono arrivati al 3,2% e sopra al 2% per le altre Piazze) sulla scia dei timori di una recessione innescati oggi dal dato sul pil trimestrale tedesco.

ATTESA PER IL VERTICE MERKEL-SARKOZY
BRACCIO DI FERRO SUGLI EUROBOND

Ora l’attenzione è per il vertice in corso tra il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy al lavoro per dare risposte sulla crisi del debito nel quadro di un rafforzamento del patto di stabilità. Segnali contrastanti giungono però sul fronte dei tanto auspicati Eurobond: se per il portavoce della Merkel intervenuto ieri, gli eurobond non saranno sul tavolo della discussione, per il consigliere economico del governo tedesco, Peter Bofinger, Sarkozy e Merkel ”non possono concludere il vertice senza prendere decisioni concrete” e ”non ci sono alternative” all’introduzione degli eurobond per fermare il terremoto che sta sconvolgendo i mercati finanziari internazionali. Intanto il ministro dell’Economia tedesco, Philippo Roesler, si è detto nuovamente contrario, all’introduzione delle obbligazioni europee così come ha espresso contrarietà la ministra delle Finanze austriaca Maria Fekter. Intanto che la politica cerca soluzioni, i mercati hanno incassato l’ennesimo segnale nefasto: la Germania, la locomotiva d’Europa, si è bloccata (+0,1% il pil nel secondo trimestre). E il corridoio per la crescita è sempre più stretto. La variabile pil è fondamentale anche per la riduzione del debito entro parametri più sostenibili. Allo stesso tempo il tentativo di mettere in sesto i conti con manovre d’urto rischia a sua volta di mettre un freno al pil. E’ un equilibrio difficilissimo da trovare. Va in questa direzione l’appello lanciato oggi dalle pagine del Financial Times dalla direttrice del Fondo Monetario Internazionale Cristine Lagarde: “Non lasciamo che le misure di restrizione per i bilanci blocchino la ripresa mondiale – ha detto Lagarde – Il riequilibrio di bilancio deve risolvere un’equazione delicata, cioè non deve essere né troppo rapido né troppo lento”. Il cambio EUR/USD scambia in area 1,44 flettendo lievemente rispetto alla seduta di ieri.

A WALL STREET FESTEGGIA WAL MART
MA I CONSUMI SONO A RISCHIO

Nonostante il buon dato sulla produzione industriale, Wall street viaggia in negativo: il Dow Jones perde lo 0,45%, il Nasdaq lo 0,66%. Sale del 3,96% Wal-Mart grazie a un utile del secondo trimestre sopra le attese (in crescita del 5,7% a 3,8 miliardi di dollari), e alla revisione delle previsioni dei profitti sul 2011. Ma il ceo di Wal Mart Us, Bill Simon, si è detto preoccupato per la pressione economica sui clienti e sull’impatto che potrebbe avere sugli acquisti”. Da un sondaggio Fed emerge però che le banche stanno tornando a finanziare l’economia reale, famiglie e imprese, anche se siamo lontani dai livelli pre-crisi. Il petrolio in apertura a New York continua la discesa a 85,84 dollari al barile.

EFFETTO ROBIN HOOD TAX SULL’ENERGIA
LA 500 DELUDE FIAT

Protagonisti dei cali sul Ftse Mib sono stati i titoli energetici colpiti dalla Robin Hood Tax inclusa nella manovra di pareggio del deficit presentata venerdì scorso (e che arriva domani in Senato): Enel ha ceduto il 4,25%, Enel Green power il 5,42%, Terna il 13,64% e Snam Rete Gas il 9,90%. Una tempesta sul titolo che ha indotto Snam a emettere a Borse aperte una nota in cui stima l’impatto in termini di maggiori oneri fiscali annui pagabili per ciascuno degli esercizi 2011, 2012 e 2013 in circa 150 milioni di euro in via cautelativa. Per confermare poi la politica dei dividendi. Tra i peggiori però c’è anche Fiat (-4,26%) che ha pagato le dichiarazioni di Laura Soave, responsabile del marchio negli Usa: il target di vendite 2011 della 500 nel Nord America (50mila unità), ha detto, difficilmente verrà raggiunto. Ma dietro alle vendite su Fiat c’è comunque la realtà di un settore, l’auto, che è destinato a soffrire più di altri in uno scenario di crescita difficile come quello che i mercati hanno iniziato a scontare in queste settimane sulla scia di dati macroeconomici deludenti.

IN RIALZO LE BANCHE CON LA MPS
UNICREDIT IN CONTROTENDENZA

Conferma i rialzi della giornata il comparto bancario con Popolare di Milano che sale del 3,91%, Intesa del 3,61%, Mps del 4,19, Ubi del 3,09%. Chiude invece in negativo Unicredit (-0,66%) la cui performance ha seguito il cattivo andamento degli istituti europei.

Commenta