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Piazza Affari conferma le vendite nonostante il buon esito dell’asta Btp a tre anni

Il Tesoro ha collocato tutti i 3 miliardi di titoli a tre anni con rendimenti in calo all’1,79% ai minimi dal marzo 2010 – Piazza Affari cede terreno dopo un avvio debole – In calo anche gli altri principali listini europei – Pesano i timori di un avvio del tapering già a dicembre e la delusione per la mancanza di dettagli sull’agenda riformista cinese

Piazza Affari conferma le vendite nonostante il buon esito dell’asta Btp a tre anni

Piazza Affari conferma le vendite dopo l’asta dei Btp a tre anni e cede lo 0,8% trascinata al ribass. Anche lo spread si mantiene attorno a quota 238 punti base e rendimento al 4,17%. In calo anche le altre Piazze europee: Londra -1%, Francoforte -0,27%, Parigi -0,54%. Sugli umori dei mercati pesano le parole del presidente della Fed di Atlanta, Dennis Lockhart, il quale ha detto che la riduzione degli stimoli monetari all’economia Usa potrebbe iniziare già dal prossimo mese di dicembre . Così come la delusione per l’assenza di dettagli riformatori dal plenum del Pcc a Pechino. Hanno così chiuso pesanti anche le piazze asiatiche, con cali per le Borse cinesi vicini al 2% mentre il Nikkei chiude in flessione dello 0,15%.

Ora l’attenzione dei mercati è all’audizione di Janet Yellen di domani e ai dati sulle prime strime di crescita in Europa del terzo trimestre  che saranno diffusi sempre domani. In Italia, il buon esito dell’asta Btp non è bastato per distogliere l’attenzione dei mercati dallo stallo politico sulla legge di stabilità e dall’assalto di emendamenti alla legge di stabilità. Il Tesoro ha assegnato tutti i 3 miliardi di euro di titoli a tre anni ottenendo rendimenti in calo all’1,79% dal 2,25% del mese scorso, sui minimi da marzo 2010. La domanda è stata più sostenuta dell’asta precedente: 1,8 volte rispetto a 1,41. Lo spread è rimasto stabile a ridosso dei 238 punti base e  rendimento al 4,16%.

Allo stesso tempo i dati del Bollettino di finanza pubblica della Banca d’Italia hanno in dicato che a settembre il debito delle amministrazioni pubblivùche è salito a a 2.068,565 miliardi dai 2.060 di agosto e dai 1.996,5 di settembre 2012.  Le entrate tributarie rilevate da Bankitalia sono scese nei  nove mesi a 278,593 miliardi, -0,39% rispetto ai 279,700 miliardi dello stesso periodo 2012. Bankitalia ha precisato che  tale aggregato non corrisponde alle entrate erariali effettive, in quanto rilevato al momento della contabilizzazione e non del versamento effettivo.

Eurostat ha poi reso noti i dati sulla produzione industriale dell’Eurozona che è calata dello 0,5% rispetto ad agosto. In tutta la Ue il calo si è fermato allo 0,2%. Su base annuale, si registra rispettivamente un +1,1% e un +1,2%. A livello dei singoli Paesi, in Italia la produzione industriale è salita dello 0,2% rispetto ad agosto ed è in calo del 3% sul settembre 2012. La Germania ha registrato un calo dello 0,8% su base mensile e un aumento dell’1,3% su base annuale. La Francia, rispettivamente un -0,4% e un -0,2%.

A Piazza Affari pesano i titoli bancari: Unicredit perde il 4,4%, Banco Popolare il 4,13%, Mediobanca il 3,31% e Mediolanum il 2,88%. Tra i titoli peggiori del Ftse Mib anche A2a -3,69%. In controtendenza Ubi Banca, miglior titolo del Ftse Mib +2%, che sale dopo i conti nonostante un utile netto dimezzato del 54,2% nei nove mesi a 101,9 milioni di euro. Il risultato netto del solo terzo trimestre è in calo a 49 milioni da 63 milioni ma superiore al consensus degli analisti di 30 milioni. Sale anche Ansaldo Sts +1,56%. Finmeccanica invariata. Ieri il ceo Pansa ha confermato la volontà del gruppo di uscire dal settore trasporti cedendo Ansaldo Sts e Ansaldo Breda. Wdf +1,56%, che ha alzato ieri la guidance di ricavi di fine anno. Enel -0,30%.

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