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Piazza Affari ancora in rosso ma nel finale riduce le perdite e lo spread si attesta a quota 173

Dopo una mattinata da brividi, Piazza Affari recupera in parte nel finale chiudendo a -1,2% – Soffrono ancora le banche e Telecom – Balzo di Tod’s e Cnh – Scossoni sul mercato dei titoli di Stato ma il Tesoro tranquillizza – Lo spread si impenna e supera quota 200 scendendo poi a 173pb – Flop dell’asta spagnola – Bund bene rifugio – Petrolio sotto 80 dollari

Piazza Affari ancora in rosso ma nel finale riduce le perdite e lo spread si attesta a quota 173

Borse in caduta verticale e spread in ascesa. L’orologio dei mercati sembra essere tornato indietro di diversi mesi con un tempismo perfetto e cioè mentre la legge di stabilità arriva al vaglio dell’Unione europea. Sul finale i listini riescono a recuperare le perdite e chiudono non lontano dalla parità mentre Wall Street tenta di portarsi in territorio positivo dopo alcuni dati macroeconomici migliori delle attese.

Fa peggio Milano che chiude in rosso dell’1,21%, ormai a 18.083 punti, Parigi cede lo 0,54%, Londra lo 0,89%, mentre Francoforte riesce a riconquistare territorio positivo a +0,13.

SALE IL VIX, CORRE LO SPREAD
IN GRECIA RENDIMENTI VERSO IL 9%

La volatilità riesplode sui mercati dopo essere stata negli ultimi mesi su livelli straordinariamente contenuti. Lo spread Btp-Bund in giornata è risalito a 200 per chiudere poi a 178 punti base. La volatilità non dovrebbe creare contraccolpi alle casse dello Stato: il Tesoro ha le spalle coperte, avendo già completato l’86% del programma di raccolta previsto per il 2014. Una buona parte del restante sarà completata la prossima settimana con la settima emissione del BTp Italia che parte lunedì per il retail. Nel 2014 il Tesoro è riuscito a finanziarsi al minimo costo storico, all’1,39% dal 2,14% medio del 2013. Costo della raccolta all’1,39%, ai minimi storici. 

Il Tesoro italiano, almeno per il 2014, è sostanzialmente al riparo dalla volatilità di questi giorni per quanto riguarda il costo per il servizio del debito. Anche se il rialzo dei rendimenti dei BTp dovesse accentuarsi ancora nei prossimi giorni l’impatto per le casse del Stato è destinato ad essere marginale. E in Grecia i rendimenti si sono impennati verso il 9%. Tutto il mercato del debito sovrano è però sotto stress.

Oggi la Spagna ha avuto problemi nel collocare il suo debito: l’asta si è chiusa con una risalita dei rendimenti e un ammontare collocato pari a 3,2 miliardi sui 3,5 miliardi previsti. Anche la Francia soffre. In ogni caso l’asta dei titoli a 5 anni di Parigi è andata a segno senza problemi: il Tesoro francese ha collocato 7,497 miliardi di euro di titoli con rendimenti in calo dello 0,39% della precedente asta allo 0,34 per cento. L’allargamento degli spread è conseguenza anche della nuova consistente ondata di acquisti sui Bund tedeschi. 

I mercati risentono delle tensioni greche, dell’incertezza sull’economia e i timori deflattivi in Europa. Oggi l’indice dei prezzi al consumo di settembre è rallentato a +0,3% nell’Eurozona e a +0,4% nell’Ue. In entrambi i casi si tratta del rialzo più contenuto degli ultimi cinque anni. sfondo c’è poi l’emergenza Ebola. Le nuvole che si addensano sull’economia si sono tradotte in un drastico calo del prezzo del petrolio che è sceso sotto gli 80 dollari al barile per chiudere attorno agli 81 dollari. Giocoforza, tornano a scendere i petroliferi.

BULLARD (FED ST.LOUIS): POSTICIPARE FINE QE
DATI MACRO USA MEGLIO DELLE ATTESE

Mentre il rublo tocca i nuovi minimi storici nonostante il supporto della Banca centrale russa, il cambio euro dollaro scende a 1,2810 -0,22%. A Wall Street gli indici, dopo un tentativo di risalita, tornano a muoversi in territorio negativo: il Dow Jones cede lo 0,55%, l’S&P500 lo 0,15% e il Nasdaq lo 0,33%. Il presidente della Fed di St.Loius ha suggerito che la Fed dovrebbe ragionare sulla possibilità di terminare il Qe più tardi. Dagli Usa sono arrivati anche alcuni dati macroeconomici che hanno battuto le attese. L’indice sull’attività manifatturiera dell’area di Filadelfia è calato a 20,7 punti a ottobre dai 22,5 punti di settembre.

Il dato reso noto dalla locale Federal Reserve è comunque migliore delle attese degli analisti che prevedevano una flessione più contenuta a 19,9 punti. Nel dettaglio, sono cresciuti i sottoindici sui prezzi pagati da 27 a 27,6 punti, quello sui prezzi ricevuti da 8,8 a 20,8, quello dei nuovi ordini da 15,5 a 17,3 punti e quello delle scorte da 6,1 a 14,8 punti. Sono, invece, calati i sottoindici relativi a occupazione, da 21,2 punti a 12,1 punti, spedizioni da 21,6 a 16,6 punti, consegne da 3,8 a 0,6 punti. La produzione industriale americana a settembre è salita dell’1% destagionalizzati a fronte di previsioni degli analisti per +0,4%. I sussidi di disoccupazione sono scesi di 23mila unità a 264mila.

VENDITE SU BANCHE E TELECOM, BENE CNH

Occhi sui risultati dei colossi finanziari statunitensi: Goldman Sachs nonostante utili e dividendi sopra le attese arretra sui listini. A Piazza Affari soffrono ancora le banche e Telecom: Mps -8,72%, Bpm -4,86%, Ubi Banca -3,21%. Azimut -3,87%. Telecom Italia -4,01%. Riescono a risalire la corrente delle vendite, migliori titoli del Ftse Mib, Cnh (+6,32%), Tod’s (+3,27%), Saipem (+2,31%), Finmeccanica (+1,74%) e Pirelli (+1,01%).

Luxottica riprende quota dopo aver segnato in giornata il prezzo più basso dal gennaio 2013 e chiude in rialzo dello 0,6%. Il gruppo ha smentito stamani le voci sull’ uscita di alcuni manager chiave: Fabio d’Angelantonio, presidente di Sunglass Hut e chief marketing officer, e Antonio Miyakawa, responsabile delle licenze.

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