Condividi

Pd, Schlein trova l’accordo con Bonaccini: “Lo proporrò come presidente del Pd in Assemblea”

Alla fine, la quadra sembra essere stata trovata: Bonaccini sarà il prossimo presidente del Partito democratico – Ma ci sono ancora molte caselle che devono essere riempite – Domenica 12 l’assemblea nazionale a Roma

Pd, Schlein trova l’accordo con Bonaccini: “Lo proporrò come presidente del Pd in Assemblea”

Elly Schlein e Stefano Bonaccini trovano l’accordo. Dopo una lunga videochiamata si sbroglia la matassa sulla presidenza del Partito democratico: la neosegreteria proporrà il nome del governatore dell’Emilia-Romagna all’Assemblea del Pd in programma domenica 12 marzo, quando a Roma i delegati dell’Assemblea nazionale ratificheranno la nomina di Schlein a segretaria nazionale dei dem.

Si chiude così lo stallo che si protraeva da oltre 10 giorni e che diversi contatti tra i due fronti non erano riusciti a sciogliere. “Un incontro positivo svolto in un clima di piena collaborazione. Ad esito del confronto — ha comunicato in serata il Pd — Schlein intende proporre il nome di Stefano Bonaccini, come presidente, all’Assemblea del Partito democratico”. Bonaccini — sconfitto alle primarie — sarà il nuovo presidente del Partito, quel ruolo di garanzia che tanto il governatore quanto i suoi sostenitori ritenevano il migliore per “riconoscere” il peso di una mozione che al congresso ha comunque raccolto quasi la metà dei voti (46,25%).

Schlein, del resto, non aveva alternative: mettere da parte Bonaccini – che aveva rifiutato il ruolo di vicesegretario – sarebbe stata l’anticamera di una fuga dal partito e del suo schiacciamento a sinistra (e in particolare sul Movimento 5 Stelle).

Bonaccini-Schlein accordo: Assemblea Nazionale del Pd a Roma

L’Assemblea nazionale non dovrebbe riservare sorprese alla neosegretaria. La presidenza a Bonaccini però è solo un pezzo del puzzle del lavoro di ricucitura che maggioranza e minoranza devono completare. Ci sono altri incarichi da delineare. A partire dai capigruppo di Camera e Senato, per cui il “rinnovamento” voluto da Schlein dovrà incontrarsi con le “garanzie” attese da una minoranza che non vuole essere messa da parte e per cui i due torneranno a parlarsi dopo l’assemblea. Segnale che, nonostante i buoni rapporti, i nodi politici sono molto delicati e difficili da sciogliere. E che alla fine per assicurarsi una “navigazione tranquilla” ha prevalso l’idea di lasciare da parte la linea politica sulla quale il nuovo Partito democratico poggerà, segnato dalla batosta elettorale di fine settembre e che intende promuovere una possibile alternativa a una coalizione di governo che al momento appare “blindata”.

Mentre sul fronte alleanze è ancora nebbia fitta. Calenda continua a smarcarsi (“con Schlein siamo distanti” perché lei “ha una visione molto ideologica e semplicistica delle cose della vita”, ha ribadito). Sarebbe stato tutt’altro scenario, invece, un possibile successo di Bonaccini alle primarie, da molti giudicato il traghettatore ereditario di Matteo Renzi.

Commenta