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Parità di genere, Claudia Segre (GLT Foundation):”Poche donne nei settori fintech e cybersecurity”

Lo denuncia la presidente di Global Thinking Foundation intervenendo a un panel sul tema del gender finance: “Per parità di genere serve un grande impegno comune”

Parità di genere, Claudia Segre (GLT Foundation):”Poche donne nei settori fintech e cybersecurity”

“L’educazione finanziaria e digitale hanno e avranno sempre di più un ruolo strategico per colmare i differenziali di genere e raggiungere una maggiore inclusione, soprattutto in settori come la cybersecurity e il fintech in cui le donne sono praticamente assenti”. Lo ha detto Claudia Segre, presidente Global Thinking Foundation, non-profit nata nel 2016 per diffondere l’alfabetizzazione finanziaria e digitale per le fasce più deboli, intervenendo a un panel sul tema del gender finance, organizzato in Lussemburgo in occasione del 65esimo anniversario di LFMA, l’Associazione degli operatori del mercato finanziario del Lussemburgo con Karin Scholtes, responsabile HR e comunicazione della BIL.

“La finanza può tornare a un approccio più umano, attento alla persona, solo attraverso una maggiore partecipazione delle donne alle attività del comparto che oggi resta limitata al settore legale, alla compliance, alle risorse umane e alla ricerca, quindi lontano dalla ‘sala comandi’”, ha proseguito la presidente di GLT Foundation, aggiungendo che “la comunità finanziaria deve assumere un forte impegno culturale sulla parità di genere se si vogliono realmente sostenere l’occupazione, lo sviluppo delle carriere e la presenza delle donne nei luoghi decisionali”.

I piccoli passi verso la parità di genere

“In Italia, grazie alla legge Golfo-Mosca, la percentuale di donne presenti nei consigli di amministrazione è passata, in 10 anni, dal 5% al 35%, un dato superiore alla Germania e molto vicino a quello della Svezia – ha aggiunto Segre -. A questo proposito il Nasdaq USA ha proposto una nuova Regola 5606(f), che richiede alle società quotate di avere membri del cda diversificati o di rivelare i motivi per cui il loro consiglio non è diversificato. Non da ultimo, la Commissione Europea ha emanato una nuova direttiva indirizzata alle aziende quotate che devono portare la presenza di donne al 40% nei consigli non esecutivi e al 33% negli altri organismi direttivi, entro il 2026”.

Segre: “Le donne motore della crescita economica di ogni Paese”

“Garantire l’equilibrio di genere, dunque, dovrebbe essere una priorità per le aziende come per la politica che solo in questo modo potrà affrontare le attuali sfide economiche, perché le donne rappresentano il vero motore del cambiamento e della crescita economica di ogni Paese – ha sottolineato la presidente di Global Thinking Foundation -. L’uguaglianza di diritti è una questione etico-morale, ovviamente, ma anche cruciale per lo sviluppo economico come dimostrato dai numerosi studi prodotti negli ultimi 5 anni, tutti unanimi nel confermare la migliore redditività prodotta dalle aziende che hanno avviato efficaci politiche di genere efficaci sia nella partecipazione che nella presenza di donne in ruoli apicali”.

Segre: “Per parità di genere serve grande impegno comune”

“Cambiare il paradigma delle attività di welfare aziendale è molto importante, bisogna coinvolgere i manager e il personale in un confronto sui principi della sostenibilità, come il goal 5 dell’Agenda 2030 sull’uguaglianza di genere che è precondizione per il raggiungimento di tutti gli altri obiettivi globali di sostenibilità (SDGs). Fino ai criteri ESG che sono punto di distinzione per una fattiva responsabilità sociale delle aziende che altrimenti difficilmente attraggono nuovi investitori”, ha concluso Segre.

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