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Pagamenti digitali, l’Italia resta molto affezionata al contante ma il Pnrr può invertire la tendenza

L’Italia è in fondo alla classifica europea e mondiale per transazioni digitali. Secondo Ambrosetti il Pnrr può invertire la tendenza generando quasi 800 milioni pagamenti digitali

Pagamenti digitali, l’Italia resta molto affezionata al contante ma il Pnrr può invertire la tendenza

L’Italia è un Paese molto affezionato al contante. E se è vero che aumentano i cittadini che usano sistemi di pagamento elettronico, il nostro Paese rimane in fondo alla classifica europea per numero di transazioni cashless pro-capite, registrando un andamento opposto alla media europea. Il Pnrr, però, potrebbe invertire la tendenza generando quasi 800 milioni pagamenti elettronici in più per un controvalore superiore ai 27 miliardi di euro. A rilevarlo è il settimo rapporto della Community Cashless Society 2022, presentato da The European House – Ambrosetti che, elaborando i dati della Bce, restituisce la fotografia dell’andamento (contrastante) dei pagamenti digitali in Italia

“Anche quest’anno, l’Italia si conferma un paese fortemente cash-based e ci posizioniamo tra le 30 peggiori economie al mondo per cash intensity con un valore del contante in circolazione sul PIL pari a 15,4%”, ha affermato Valerio De Molli, Managing Partner & Ceo, The European House – Ambrosetti.

Ma ci sono anche buone notizie. Dal sondaggio condotto intervistando i cittadini emerge che oltre 7 italiani su 10 vorrebbero utilizzare di più il cashless (in aumento del 13,1%. rispetto alla survey 2020) e 6 italiani su 10 dichiarano di voler ridurre l’utilizzo del contante in futuro. Però è necessario accelerare sulla transizione verso la #CashlessRevolution e a tal fine, Ambrosetti ha individuato 9 proposte di policy, che si pongono l’obiettivo di promuovere i pagamenti digitali e allo stesso tempo di “abituare” i cittadini all’utilizzo del cashless nella quotidianità, soprattutto nei settori della mobilità e del turismo.

Pagamenti digitali: l’Italia è al 25esimo posto in Europa e 29esima nel mondo

Nonostante l’aumentata propensione degli italiani a utilizzare sistemi di pagamento alternativi al contante, anche nel 2020 l’Italia rimane terzultima in Europa per numero di transazioni pro capite. Il dato si ferma a 61,5, addirittura diminuito rispetto al dato dell’anno precedente (61,7). Solo Romania (53) e Bulgaria (31) fanno peggio di noi, con una media europea che si attesta a 142 e il Paese best performer, la Danimarca, che arriva a 379 transazioni pro-capite nel 2020. Diminuisce dell’1,4% il valore complessivamente transato con carte di pagamento e prepagate, pari a 253 miliardi di euro. 

Il quadro tracciato dal rapporto restituisce un paese ancora fortemente dipendente dal denaro contante. L’Italia è 29esima al mondo per incidenza del contante sull’economia e si posiziona 24esima su 27 paesi Ue nel Cashless Society Index, peggiorando di due posizioni che diventano sei prendendo in considerazione gli ultimi 12 anni.

Gli italiani vogliono usare di più pagamenti digitali ma temono le frodi

Il Rapporto registra il consolidamento della propensione a utilizzare metodi di pagamento digitali da parte degli italiani. Nel 2021 oltre 7 italiani su 10 indicano la volontà di utilizzare maggiormente strumenti di pagamento senza contante e il 57% ne ha effettivamente aumentato l’utilizzo. Gli ostacoli principali alla diffusione del cashless restano i timori per le frodi – anche se le transazioni digitali vengono ritenute più sicure del contante – e i problemi nell’accettazione riscontrati l’anno scorso da almeno un italiano su quattro. 

Per la prima volta, l’edizione 2022 del rapporto presenta i dati del sondaggio somministrato a circa 400 aziende italiane. La percezione di un’elevata maturità digitale è diffusa, ma il ricorso all’e-commerce rimane indietro. Solo poco più di 1 azienda su 2 (il 56,3%) ha attivato canali digitali per gestire ordini e transazioni con altre aziende (e-commerce B2B) e 1 su 4 (il 24,9%) non ha attivato alcun canale e non sta, ad oggi, valutando questa opzione, mentre il restante 18,8%, pur non avendo ancora attivato alcun canale di e-commerce B2B, sta pensando di attivarlo.

Cosa può fare il Pnrr?

C’è, infine, una profonda analisi delle opportunità connesse al Piano nazionale di Resilienza e Ripartenza. The European House – Ambrosetti ha identificato 4 aree di intervento del Pnrr che potrebbero avere effetti a cascata sui pagamenti elettronici, evidenziando per ciascuna di esse il numero di transazioni cashless e il valore transato senza contanti generabile dall’investimento previsto: la digitalizzazione della pubblica amministrazione; la digitalizzazione del turismo; il rinnovo delle flotte del trasporto pubblico locale; la digitalizzazione della sanità.

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