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Otb di Renzo Rosso: in vista la quotazione in Borsa e operazioni di M&A

Presentato oggi il primo bilancio di sostenibilità con riferimento al 2021 e alla carbon footprint nel triennio 2019-2021. Sostenibilità deve essere uno “state of mind”, dice Rosso.

Otb di Renzo Rosso: in vista la quotazione in Borsa e operazioni di M&A

Era già nell’aria e oggi è stata data un’ulteriore conferma: il Gruppo Otb di Renzo Rosso approderà alla Borsa Italiana tra il 2024 e il 2025. Lo ha confermato stamane il Ceo di Otb, Ubaldo Minelli durante la presentazione del primo bilancio di sostenibilità del polo di moda internazionale fondato dall’imprenditore Renzo Rosso, a cui fanno capo i marchi Diesel, Maison Margiela, Marni, Viktor & Rolf, Jil Sander, Amiri e le aziende Staff International e Brave Kid.
“È un po’ che pensiamo alla quotazione, è la nostra ambizione: ci siamo dati come obiettivo temporale tra fine 2024 e 2025”, ha detto. “Il bilancio di sostenibilità non è un primo passo, ma uno dei passi che va in quella direzione” ha aggiunto.

Del resto lo stesso Rosso in un’intervista a Firstonline lo aveva anticipato lo scorso aprile: “In un’azienda che cresce continuamente come la nostra c’è bisogno della massima trasparenza e della partecipazione diretta di tutti i miei dipendenti che devono poter essere soci di un’azienda che hanno contribuito con me a far crescere” dice Rosso. “Poi la quotazione risponde anche a ragioni successorie, perché ormai in OTB sono entrati i primi 3 dei miei 7 figli e ognuno, se vale, deve avere il suo spazio”.

Sostenibilità non deve essere solo greenwahing. Rosso individua 3 pilastri

Stamane, a un anno dal lancio della strategia di gruppo “Be Responsible. Be Brave”, Otb ha presentato il suo primo bilancio di sostenibilità con riferimento al 2021 e alla carbon footprint nel triennio 2019-2021. Un lavoro di monitoraggio e rendicontazione che -sulla base di tre pilastri “Protecting our Planet”, “the New Fashion System” e “Brave Together”– ha coinvolto tutti i suoi brand, i dipartimenti e lo staff per misurare i traguardi raggiunti.

“La sostenibilità, quella vera, è solo per i coraggiosi” ha detto in apertura della presentazione Rosso. “Sostenibilità non è solo produrre una borsa con plastica riciclata: questo si chiama solo greenwashing. Invece ci deve essere alla base della sostenibilità uno state of mind, cioè il modo in cui un’azienda decide di agire in ogni ambito. Il mondo sta andando verso una maggiore qualità della vita e ciò per un imprenditore significa dare garanzie di affidabilità ai suoi clienti e ai suoi dipendenti. Oggi Otb ha un team interamente dedicato alla sostenibilità, con un responsabile per ogni marchio. Tra i nostri brand, Diesel (che produce jeans e ha bisogno sia di energia sia di acqua in forti quantità) è sicuramente quello che ha registrato i maggiori progressi in termini di riduzione dell’impatto ambientale, ma ogni azienda è al lavoro”.

Verso l’acquisizione di partecipazioni in realtà di eccellenza. Forte legame con industria locale

Lo sviluppo sostenibile e responsabile per il Gruppo Otb passa attraverso la cooperazione e il forte legame con l’industria locale. Al 2021 la società conta oltre 1.600 fornitori, di cui il 73% con sede in Italia (che diventano 80% nel segmento lusso), e quasi il 60% degli acquisti totali effettuati localmente nel Belpaese. “Ma uno step ulteriore sarà l’acquisizione di partecipazioni in realtà di eccellenza che lavorano per noi, aziende con cui non vogliamo limitarci a collaborare ma dove riteniamo sia giusto esserci con una quota” dice Minelli.

Continuerà il progetto Cash con Bnp Paribas: già erogati 400 milioni

Confermato per gli anni a venire il progetto C.A.S.H (Credito Agevolato – Suppliers’ Help) che dal 2013 permette ai fornitori elegibili di incassare anticipatamente, tramite un istituto bancario, i crediti vantati nei confronti di Otb a condizioni economiche agevolate grazie all’elevato merito creditizio del gruppo che fa da garante. “Il programma è stato di fondamentale importanza per supportare l’ampia catena di fornitura, anche in anni difficili come quelli legati alle conseguenze della pandemia, fornendo loro stabilità di breve e lungo periodo. Più della metà dei fornitori affiliati a C.A.S.H. sono micro-imprese, un terzo sono piccole imprese e il restante 10% sono imprese di media dimensione” dice Rosso.
Gli fa eco Minelli: “La filiera produttiva è chiaramente vitale per noi. C. A. S. H. è stato ideato in collaborazione con il Gruppo Bnp Paribas. In nove anni abbiamo erogato, tramite questo programma, oltre 400 milioni di euro. Anche nei mesi paralizzati dalla pandemia abbiamo mantenuto gli impegni con tutti i nostri fornitori”.

Anche le pratiche commerciali devono essere sostenibili. Neutralità carbonica interna entro il 2030

Altri due punti chiave per il Gruppo veneto sono la circolarità e tracciabilità: grazie alle potenzialità della blockchain, sviluppata da Aura Blockchain Consortium, di cui Otb è tra i membri fondatori, e di altre tecnologie mira a diffondere pratiche commerciali socialmente responsabili.
L’obiettivo è quello di raggiungere la neutralità carbonica delle operazioni interne entro il 2030 e dell’intera catena del valore entro il 2050 attraverso un piano d’azione con una forte attenzione al miglioramento della gestione energetica e la riduzione dell’impronta ambientale.

Il rapporto mostra come il 41% dell’elettricità usata per le operazioni interne di Otb proviene da fonti rinnovabili. L’azienda ha inoltre aderito al Roadmap to Zero Programme della Zero Discharge of Hazardous Chemicals (ZDHC) Foundation, pronta a sviluppare una strategia di gestione responsabile delle risorse idriche e delle sostanze chimiche e all’eliminazione dell’uso di sostanze chimiche pericolose dai processi produttivi entro il 2030. Inoltre, sin dal 2020, Diesel è entrato a far parte del Fashion Pact, la coalizione globale di aziende del settore della moda e del tessile, che agisce in tre aree principali: mitigare il riscaldamento globale, ripristinare la biodiversità e proteggere gli oceani.

Modello circolare nel settore moda

Otb vuole avere un ruolo attivo nella transizione verso un modello circolare dell’intero settore della moda e questo plasma tutti i progetti dei brand controllati, tra i quali il Second hand di Diesel, una selezione di capi in denim usati a marchio Diesel, riparati, rinnovati e venduti in selezionati negozi italiani e online in tutta Europa, Recicla, il progetto con cui Maison Margiela ripropone capi selezionati dal direttore creativo John Galliano, restaurati e riappropriati come capi o accessori in edizione limitata, Jil Sander+, una collezione basata sulla ricerca di prodotti con fibre organiche, performanti e spesso ecosostenibili, la nuova linea del brand Myar, realizzata da Brave Kid, che dona nuova vita a ritagli e rimanenze di tessuto, provenienti anche da diverse aziende del Gruppo Otb, seguendo una logica di riduzione, riuso e upcycle. C’è poi Marniphernalia di Marni, un progetto in cui il brand ha dato nuova vita ad una serie di capi in cotone, attingendo dalle collezioni precedenti e riproponendo oltre 800 articoli arricchiti da motivi rigati realizzati a mano, e Viktor&Rolf Tulle Collection, una capsule in edizione limitata che utilizza capi vintage riciclati.

“Sperimentiamo tutti i modelli di business disponibili sulla sostenibilità” ha precisato Sara Mariani, chief sustainability officer del gruppo. “Abbiamo approcciato il tema in modo olistico. Nei prossimi mesi andremo ad implementare la tracciabilità dei nostri prodotti, mappando tutta la filiera, quindi anche al di là dei fornitori tier 1. Il progetto è in fase di implementazione, ma lo stiamo già ‘portando a terra’ per alcune collezioni. Alcuni capi Diesel, ad esempio, hanno già un Qr code per la tracciabilità”.

Dal 2015 il gruppo fa parte della Responsible Luxury Initiative (ReLI), che definisce anche i principi di approvvigionamento dei materiali di origine animale per i brand di Otb e i loro fornitori.


Sostenibilità passa anche attraverso il sociale: donne, formazione e Fondazione no-profit

L’impegno per un mondo più inclusivo ed equo si concretizza nei progetti promossi sia all’interno che all’esterno del Gruppo. Tra i principali punti emersi dal report: nel 2021, il 51% delle posizioni manageriali è occupato da donne su un totale di circa 6.000 dipendenti. Il 63% è donna e il 57% ha meno di 30 anni;
Rafforzati i programmi di formazione e di valorizzazione dei talenti che mettono le nuove generazioni al centro dello sviluppo futuro del Gruppo come, ad esempio, la “Scuola dei Mestieri”, la scuola di apprendimento pratico di Staff International che offre a un gruppo selezionato di studenti di talento un programma di tirocinio e dà loro la possibilità di diventare Fashion Maker 4.0.

Infine, OTB Foundation, l’organizzazione no-profit indipendente nata nel 2008, ha investito in oltre 300 progetti di sviluppo sociale che hanno avuto impatto positivo diretto sulla vita di circa 300.000 persone. La fondazione opera in Italia e nel mondo a supporto delle seguenti categorie: sostegno a organizzazioni che operano a favore di bambini e giovani, iniziative di assistenza a sostegno di donne in difficoltà e sviluppo di progetti di integrazione per coloro che non hanno un luogo sicuro dove vivere, crescere e studiare. Nel 2021 OTB Foundation ha raddoppiato le risorse destinate alle comunità locali rispetto all’anno precedente e ha diviso i fondi su diversi ambiti di intervento. I progetti sono destinati per il 57% all’Italia e per il 43% verso il resto del mondo. Tra il 2020 e il 2021, la Fondazione ha dedicato gran parte delle sue iniziative a contrastare la diffusione del Covid-19 nelle aree svantaggiate. Nel 2021 è stata la prima fondazione italiana a raccogliere l’appello dell’Agenzia delle Nazioni Unite per la protezione dei rifugiati in Afghanistan dopo il ritorno dei Talebani al potere fornendo riparo a circa 1.500 persone. Nel 2022 ha risposto per prima all’appello urgente di UNHCR per aiutare persone e famiglie in fuga dall’Ucraina contribuendo a trasportare in sicurezza ed accogliere 442 rifugiati in Italia.

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