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Osservatorio politico Swg sulle intenzioni di voto: Monti ai minimi, male la destra, vola Grillo

Osservatorio politico Swg sulle intenzioni di voto degli italiani: cresce il Movimento 5 Stelle, passato dall 11,5% al 20% di preferenze, al momento è il secondo partito italiano – La fiducia in Monti cala al 33% ai livelli minimi dal suo insediamento – Crolla il Pdl che perde il 5% nelle intenzioni di voto, a destra il leader più popolare è Maroni.

Osservatorio politico Swg sulle intenzioni di voto: Monti ai minimi, male la destra, vola Grillo

L’Ossevatorio politico Swg di giugno disegna, come ogni mese, il quadro aggiornato e composito delle inclinazioni e delle intenzioni, di voto e non solo, dell’elettorato italiano; un elettorato che viene dipinto come privo ormai, per una gran parte, di un senso d’appartenenza politico profondo e radicato e che, anzi, si sente libero di sostenere chiunque riesca a fornirgli le risposte più esaurienti alle sue richieste.

Richieste che, schematizzando, sono principalmente rivolte ad ottenere una legge elettorale che dia al cittadino la possibilità di scegliere direttamente tra i candidati, l’attesa di azioni reali che vadano nella direzione dei tagli di costi e privilegi della politica e l’esigenza di trasparenza che deriva dai troppi scandali che hanno macchiato la scena politica degli ultimi vent’anni.

Un’altra richiesta degli italiani riguarda i sacrifici che dovranno essere sostenuti, della cui necessità i cittadini sono ben consapevoli, ma che dovranno essere improntati ad una grande equità. Un altro dato sensibile è la solita, e rischiosa, fascinazione che gli italiani nutrono nei confronti di un leadr protagonista e carismatico.

In un quadro del genere, a emergere prepotentemente è il Movimento 5 Stelle guidato da Beppe Grillo. Nonostante un lieve calo nell’ultimo mese, la fiducia personale di cui gode, al 30%, è la più alta, dopo quella di Monti, tra tutti leader politici.

Nelle intenzioni di voto, salite dall’11,5 al 20% (secondo partito italiano, ad oggi) la valenza del Movimento 5 Stelle si rivela duplice: oltre al sostegno di un elettorato convinto che possa essere la scelta migliore, infatti, Grillo coagula attorno a sé anche le intenzioni di voto, si presume non durature, di chi lo considera un grimaldello per forzare il cambiamento interno dei partiti tradizionali.

La luna di miele degli italiani con Mario Monti, invece, è da ritenersi definitivamente conclusa. Il premier paga il perdurare della crisi, certamente, la mancanza di una soluzione facile, rapida e indolore ai problemi. La fiducia nei suoi confronti si attesta sul 33%, ai minimi dall’insediamento, un valore più alto di quello di tutti i leader italiani, ma impietoso nel confronto con l’estero, anche facendo salva l’eccezione rappresentata dall’alto gradimento per la novità Hollande.

Se si guarda a destra, spicca il calo, nelle intenzioni di voto, del Pdl, precipitato al 16% dal 21%, mentre la Lega, dopo la dispersione dei i consensi di aprile, si è stabilizzata intorno al 5%, che concorre al 25,5% totale delle preferenze per il centro destra. In calo la popolarità di tutti i leader: oltre al naturale crollo di Bossi a fronte degli scandali, e al mai sbocciato amore per Alfano, colpisce il fatto che Maroni goda di maggiore fiducia (19% contro 17%) di Berlusconi.

A sinistra la variazione più consistente riguarda il partito democratico, che passa dal 25% al 24% nelle intenzioni di voto, mentre gli altri partiti rimangono sostanzialmente stabili, per un totale di preferenze il lieve crescita dal 43% al 43,5%. La fiducia nei leader, in calo, rimane più alta rispetto a quella dei leader di destra, con Bersani al 26% seguito a ruota da Di Pietro (25%) e Vendola(23%).

Una situazione fluida, nonostante tutto, suscettibile di cambiamenti anche consistenti al variare del vento. Il partito e il leader che meglio saprà rispondere alle richieste dei cittadini e dell’opinione pubblica, in un contesto privato di radici e ideologia, potrà raccoglierne i frutti.

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