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Orologi, le aste di maggio a Ginevra confermano la crescita del settore (Top lots)

Si sono appena concluse le aste ginevrine di maggio dedicate agli orologi. Molta attenzione da parte di collezionisti e investitori che vedono aggiudicazioni record nelle principali case d’asta internazionali

Orologi, le aste di maggio a Ginevra confermano la crescita del settore (Top lots)

Anche quest’anno è andato in scena la prima tornata d’aste dell’anno a Ginevra. Cinque giorni dove si sono ritrovati, dopo la pausa forzata imposta dal covid, tanti fra i maggiori collezionisti e commercianti del settore, i quali hanno potuto toccare con mano e valutare i segnatempo proposti dalle case d’asta. Il clima primaverile ginevrino ha fatto da sfondo a questo appuntamento tanto atteso, che due volte all’anno permette di constatare l’andamento generale del mercato ed i relativi trend emergenti. Trend che, all’atto pratico, si sono nuovamente dimostrati solidi ed in grado di assorbire le avversità che il mondo sta vivendo in questo momento.

50 anni dalla nascita dell’Audemars Piguet Royal Oak

A questo giro l’atmosfera era persino più elettrizzante del solito, vista la ricorrenza dei 50 anni dell’iconico Royal Oak, lanciato esattamente nel 1972. Un’occasione celebrata da un po’ tutte le case d’asta, con particolare riguardo per Phillips, la quale ha imbastito un evento in grande stile atto a ripercorrere l’evoluzione stilistica del modello. Infatti, il catalogo proponeva una selezione incredibilmente ampia di Royal Oak, da cui emerge l’estrema versatilità del suo design e l’impegno profuso dal brand per valorizzarlo al meglio. La vendita ha totalizzato 21.262.000 euro, una cifra altissima se si considera il numero totale di 88 lotti offerti.

5402ST, “The A2”. Nonostante le tante configurazioni, con cui la linea Royal Oak è stata arricchita negli anni, la prima e più classica versione rappresenta ancora oggi la miglior espressione del design coniato da Gerlad Genta. A dimostrazione di ciò, il lotto più caro dell’asta è stato un particolare esemplare appartenente alla prima referenza prodotta, ovvero la 5402. Essa incarna la più pura trasposizione dell’idea di Genta nella realtà e rappresenta la lungimiranza da parte di Audemars Piguet nel creare il primo orologio sportivo di lusso della storia. L’esemplare messo all’incanto da Phillips eleva all’ennesima potenza il fascino che già normalmente è intriso in un 5402. Infatti, guardando con attenzione il fondello, non può non saltare all’occhio il seriale “A2” inciso, seriale che identifica tale esemplare come il secondo Royal Oak mai realizzato. Negli ultimi anni la referenza 5402 è stata protagonista di una crescita repentina e sostenuta, con i collezionisti che hanno fatto a gara per garantirsi un esemplare e la relativa storia. Alla luce di ciò, non deve sorprendere l’euforia generata dalla vendita di uno dei primissimi pezzi, il quale peraltro venne esposto presso la Fiera di Basilea del 1972, in occasione della presentazione ufficiale del modello. Oltre all’enorme valore storico, occorre sottolineare come l’esemplare fosse in condizioni pari al nuovo e dotato del suo set completo. La conservazione, le condizioni di mercato propizie e la rilevanza collezionistica lo hanno portato a raggiungere l’incredibile cifra di 1.020.093 euro.

Audemars Piguet Royal Oak 5402ST “the A2” venduto per 1.020.093 euro

25654PT “brown dial”. Fra gli highlights della vendita non poteva mancare il Royal Oak calendario perpetuo, la cui recente riscoperta ha scatenato una vera e propria “corsa all’oro” per accaparrarsi quella una delle declinazioni più affascinanti e durature. Sebbene Audemars Piguet abbia lasciato sostanzialmente invariato tale modello per circa trent’anni, gli appassionati devono destreggiarsi fra le tante referenze che si sono susseguite, più o meno rare a seconda dei numeri di produzione. Fra i numerosi esemplari in asta, uno in particolare ha catalizzato l’attenzione del mercato, che gli ha riconosciuto un enorme plus in termini di rarità e fascino. Esso fa capo alla referenza 25654, rimasta in catalogo dal 1987 al 1998 e realizzata in 852 unità totali nei vari metalli. Partendo da quest’ultimo dato notiamo come i numeri di produzione non siano omogenei per tutti i materiali: alcuni, come il platino, sono incredibilmente rari e ricercati. Infatti, ne sono stati costruiti solamente 33 esemplari, di cui una manciata di unità con quadrante marrone. Il prezzo finale di 992.000 ha tenuto conto anche di altri due fattori che ne hanno innalzato la desiderabilità ai massimi livelli, ovvero la dicitura “no. 001” (ossia il primo in platino realizzato) e la scritta “Asprey”, storico concessionario londinese.

Audemars Piguet Royal Oak 25654PT “brown dial” venduto per 992.000 euro

5402ST di Karl Lagerfeld. Oltre a condizioni e rarità, da alcuni anni vi è un’altra caratteristica fondamentale che concorre nello stabilire la quotazione di un segnatempo da collezione, ovvero la provenienza. Un vero e proprio pedigree che in qualche modo certifica la storia dell’oggetto agli occhi del mondo collezionistico, riscuotendo spesso un notevole plusvalore. Negli ultimi anni il mondo delle aste ha visto passare diversi orologi appartenuti a personaggi celebri, che hanno scritto importanti pagine di storia nel loro campo d’elezione. L’asta per i 50 anni del Royal Oak e precisamente il lotto numero 88 ha visto celebrato, accanto al Royal Oak, anche uno dei suoi ammiratori più illustri, Karl Lagerfeld. Phillips ha reperito l’esemplare personale di Lagerfeld, un 5402ST decisamente particolare che ben si addice alla personalità di colui che ha rappresentato a tutti gli effetti l’antesignano dei moderni trend-setter nel mondo della moda. L’esemplare salta immediatamente all’occhio per la sua finitura nera, conferitogli da un trattamento PVD fatto esaudire il desiderio di Karl Lagerfeld di indossare un segnatempo del suo colore preferito, il nero appunto. L’oggetto non è stato conservato dall’artista fino alla sua morte ma venne venduto già nel 1995, anno a partire dal quale tutti i successivi proprietari si sono spesi per reperire informazioni atte a certificarne la provenienza. Il risultato di 910.000 euro mostra l’apprezzamento del mercato nei confronti di oggetti non solo rilevamenti dal punto di vista collezionistico ma anche storico.

Audemars Piguet Royal Oak 5402 “Karl Lagerfeld” venduto per 910.000 euro.

Top lots di Phillips

Patek Philippe 1518 “pink on pink” . La referenza 1518 rappresenta sia il punto di arrivo nel collezionismo del vintage, sia uno dei modelli cardine della produzione Patek Philippe. Con solamente 281 unità realizzate, esso incarna uno dei pochi orologi sempre rimasti all’apice del mercato, dagli anni ’80 fino ad oggi. La versione che ha conosciuto una tiratura più ampia è quella in oro giallo, seguita dall’oro rosa ed, in ultimo l’acciaio. All’interno degli esemplari in oro rosa, alcuni e più precisamente 14 finora censiti, presentano un quadrante di color salmone in abbinamento alla cassa. Non a caso l’esemplare proposto da Phillips è stato annoverato fra i top lots dell’asta, per poi rivelarsi il segnatempo più costoso di tutta la tornata di maggio. Non solo rarità, anche le ottime condizioni di conservazione sono intervenute ed hanno concorso all’incredibile risultato finale di 3.201.000 euro.

Patek Philippe 1518 “pink on pink” venduto per 3.201.000 euro

Rolex Daytona 6239 “Crazy Doc”. Il secondo gradino del podio è occupato da un Daytona pressoché unico per fascino e rarità. Infatti, riporta un quadrante con scala pulsometrica, che abbinato alla cassa in oro gli conferisce uno charme inarrivabile. Realizzato nel 1968, l’esemplare appartiene alla referenza 6239, ovvero la prima espressione del Daytona. Tuttavia la rarità non è stato il solo elemento che fa del “crazy doc” (così soprannominato da Phillips) uno dei Rolex più importanti di sempre. Infatti, esso venne scelto come orologio personale da uno degli artisti più influenti di sempre, ovvero “slow hand” Eric Clapton. Proprio lui fu il primo custode di questo segnatempo, che apparve per la prima volta sul mercato nel 2003 presso la casa d’aste Christie’s. Un ideale esempio di provenienza e rarità, questo Daytona ha raggiunto l’impressionante risultato di 1.673.875 euro.

Rolex Daytona 6239 “crazy doc” in oro con scala pulsometrica venduto per 1.673.875 euro

Top lots di Christie’s

Rolex Daytona 6269. Non è un mistero che i Daytona impreziositi da pietre siano fra gli orologi più caldi del mercato. Infatti, a partire dall’introduzione del primo Daytona automatico, Rolex ha offerto ai propri clienti la possibilità di acquistare l’iconico modello nella versione più preziosa possibile, da qui la nascita di modelli arricchiti con rubini, smeraldi e zaffiri. Sebbene, come appena detto, la produzione si sia concentrata a partire dagli anni ’90 in poi, vi sono due referenze di Daytona manuale in cui Rolex aveva già dimostrato la sua maestria nell’arte dell’incastonatura. Due referenze talmente rare che sommando i numeri di produzione di entrambe non si ottengono neppure 50 unità. Stiamo parlando delle inarrivabili 6269 e 6270, che riportano quadrante e lunetta tempestati di diamanti. Nello specifico, Christie’s ha messo all’incanto un 6269, che come preannunciato ha destato un immenso interesse da parte del mercato. La lucentezza dei diamanti uniti alla cassa in oro non lascerebbe indifferente nemmeno un collezionista di lungo corso, con particolare riguardo al quadrante su cui campeggiano 240 diamanti rotondi e 9 zaffiri per gli indici. L’aggiudicazione finale di 1.568.825 euro riflette pienamente l’importanza e la rarità di questa referenza all’interno della storia del brand.

Rolex 6269 con diamanti venduto per 1.568.825 euro

Rolex Daytona 6264 Paul Newman “lemon dial”. Anche il secondo posto è occupato da un Daytona, anch’esso in oro. Si tratta di un raro 6264 con un meraviglioso quadrante Paul Newman color limone, configurazione apparsa solo su questa referenza e per pochissimo tempo. L’esemplare in asta versava in ottime condizioni di conservazione ed il quadrante presentava un viraggio marrone in prossimità dei contatori e della minuteria. Caratteristica, quest’ultima, sempre più apprezzata dal mercato, in quanto conferisce all’oggetto un fascino esotico e grande personalità. Negli ultimi anni la categoria dei Daytona manuali in oro ha conosciuto un importante balzo per quanto concerne le quotazioni, che ne premiano la maggior rarità rispetto alle versioni in acciaio. Il 6264 Paul Newman battuto da Christie’s conferma tale tendenza, attestandosi ben oltre il milione ed esattamente a 1.217.000 euro.

Rolex 6264 in oro Paul Newman “Lemon dial” venduto per 1.217.000 euro

Top lot di Sotheby’s 

Anche Sotheby’s festeggia l’anniversario dell’Audemars Piguet Royal Oak proponendo una carrellata di esemplari, fra i quali certamente spicca il 5402 appartenuto a Gerald Genta. L’uomo che ha dato vita ad uno dei capitoli più rilevanti nella storia dell’orologeria non poteva non possedere una delle sue creazioni e grazie a Sotheby’s i collezionisti di tutto il mondo hanno avuto la possibilità di contendersi il Royal Oak scelto dal designed in persona. Si tratta nello specifico della referenza 5402, con un’inusuale cassa in acciaio ed oro giallo, il cui acquisto avvenuto il 15 maggio 1978 è confermato dagli archivi di Audemars Piguet. Un oggetto che rappresenta certamente uno dei più importanti Royal Oak mai realizzati e rende omaggio a colui il quale per primo ha lanciato il concetto di orologio certamente sportivo ma non per questo trascurato in termini di finiture e design. L’aggiudicazione di 2.045.740 euro conferma la rilevanza storica dell’oggetto, stabilendo il record per il 5402 più costoso di sempre.

Audemars Piguet Royal Oak 5402 appartenuto a Gerald Genta venduto per 2.045.740 euro

Ricerca svolta e articolo scritto da Lorenzo Rabbiosi (The WatchBoutique)

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