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Oreficeria italiana: nel 2023 va meglio della moda e della media della manifattura. Report di Intesa Sanpaolo e Club Orafi

Continua il buon momento per l’oreficeria italiana. Nei primi sei mesi del 2023 crescita del fatturato del 10,2%. Bene gli investimenti. Made in Italy elemento trainante del successo. Le aspettative e le sfide per i prossimi mesi

Oreficeria italiana: nel 2023 va meglio della moda e della media della manifattura. Report di Intesa Sanpaolo e Club Orafi

Sentiment positivo per l’industria orafa italiana per il 2023. È quanto emerge dalla quarta edizione dell’inchiesta congiunturale realizzata dal Club degli Orafi Italia, in collaborazione con la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo presentata in occasione dell’apertura di Vicenza Oro, la Fiera internazionale di oreficeria, gioielleria, argenteria e orologi.

Il settore dell’oreficeria continua a registrare risultati molto positivi nel 2023, con una crescita del fatturato del 10,2% nei primi sei mesi dell’anno, superando il settore moda e la media del manifatturiero italiano. Inoltre, l’industria conferma la sua forte competitività sui mercati internazionali, con esportazioni di gioielli in oro che hanno superato i 4 miliardi di euro nei primi cinque mesi del 2023, registrando un aumento del 9% in valore e del 2% in quantità rispetto all’anno precedente.

Le aspettative per il 2023

L’indagine evidenzia che le aspettative degli operatori per il 2023 sono in linea con quanto previsto alla fine del 2022, con il 39% dei partecipanti che prevede un leggero aumento del fatturato, in calo rispetto al 44% registrato alla fine del 2022. Questo dato è confermato dalla crescita dell’indice Istat di fatturato nel primo semestre del 2023, che si attesta al +10%, superando il settore moda e la media del manifatturiero italiano.

Positive le aspettative sugli investimenti

Le prospettive sugli investimenti nel settore sono positive, con un terzo dei partecipanti che prevede un aumento, soprattutto nelle imprese più grandi (42%). Questa crescita è motivata principalmente dal contesto competitivo (40% dei rispondenti), dall’andamento della domanda estera (37%) e domestica (34%), e dall’acquisizione di macchinari e tecnologie (31%). Gli incentivi fiscali, invece, hanno un impatto limitato, interessando solo il 17% del campione nelle scelte di investimento.

Il successo del Made in Italy

Le imprese del campione attribuiscono il successo del “Made in Italy” principalmente alla qualità (74% dei rispondenti), all’artigianalità della produzione (66%), e alla professionalità della manodopera (51%). Tuttavia, la ricerca evidenzia che una delle principali sfide per queste imprese è la difficoltà nel reperire la manodopera, considerata un ostacolo da ben il 75% delle imprese medio-grandi. Inoltre, permangono preoccupazioni riguardo all’andamento della domanda e all’aumento dei costi delle materie prime e semilavorati.

“L’elevata competitività sui mercati esteri si conferma l’elemento trainante del settore. Nel periodo gennaio-maggio del 2023 le esportazioni di gioielli in oro hanno abbondantemente superato i 4 miliardi di euro, in crescita dell’8,6% in valore e del +1,6% in quantità. In questo particolare contesto competitivo, il posizionamento del settore, maggiormente orientato sul segmento dell’alta gamma, si è confermato un punto di forza in grado di cogliere la domanda di beni di lusso che risulta meno colpita dagli effetti delle tensioni inflattive con prospettive che restano positive. L’incertezza nello scenario rimane elevata, ma questo settore ha dato prova di una buona capacità di risposta” ha spiegato Stefania Trenti, responsabile Industry Research, direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo.

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