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Opificio Golinelli alla 15° Mostra di Architettura di Venezia

Diverserighestudio (Simone Gheduzzi, Nicola Rimondi, Gabriele Sorichetti) per la seconda volta dalla sua nascita viene selezionato alla 15° Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, Padiglione Italia (28 maggio -27 novembre 2016)

Il titolo della proposta curatoriale elaborata da Tam associati è “taking care – progettare per il bene comune” vuole essere una prova tangibile di come l’architettura possa contribuire a diffondere e rendere efficaci i principi di cultura, socialità, partecipazione, salute, integrazione, legalità in qualsiasi luogo e a qualsiasi scala. Diverserighestudio presenterà l’Opificio Golinelli, la Cittadella della Conoscenza e della Cultura, commissionata dalla Fondazione Golinelli ed inaugurata ad ottobre 2015 che risulta esserne un esempio esportabile nel mondo .

Qui la Fondazione Golinelli svolge le proprie attività formative, didattiche e culturali che fanno capo alle aree progettuali (Scuola delle idee, Scienze in pratica, Giardino delle imprese, Educare a educare, Arte scienza e conoscenza). Le attività della Fondazione, dall’apertura di Opificio, hanno registrato già 100 mila presenze fra studenti, insegnanti, artisti, scienziati e famiglie.

Occorre sottolineare come il connubio Committente – Progettista, nel caso dell’Opificio Golinelli, sia assai fruttifero: infatti  Fondazione Golinelli e diverserighestudio, hanno recentemente vinto anche il Premio Urbanistica 2015. Il concorso indetto dalla rivista scientifica dell’Istituto Nazionale di Urbanistica che dal 2006 seleziona i progetti preferiti dai visitatori di Urbanpromo, l’evento nazionale di riferimento per il marketing urbano e territoriale organizzato da Inu e da Urbit.

Di che colore è un confine? Questo l’interrogativo che si è posto all’origine della progettazione lo studio bolognese volendo comprendere quali possano essere le soluzioni architettoniche che permettono di considerare “la soglia” come un sistema trascendentale. L’Opificio Golinelli è il risultato dell’attività di ricerca multidisciplinare che diverserighestudio da sempre svolge e che caratterizza il loro studio di progettazione.

L’Opificio Golinelli è pensato come metafora cittadina in cui tutte le attività assumono la forma di contenitori ideali, icone di edifici simbolo del nostro tessuto urbano come il Municipio, la Scuola ed il Cantiere che ne rappresenta il continuo lavorio di cui una Città necessita per vivere. Infine lo spazio pubblico atto ad accogliere attività polifunzionali, supporto di socialità in cui si posizionano i servizi comuni. Si realizza dunque una architettura dalla dimensione intima, legata allo studio e al lavoro che si svolge all’interno dei contenitori ideali, ed una relazionale collocata sulle connessioni alle attività. Permanete e temporaneo convivono nel medesima architettura.

diverserighestudio progetta uno spazio con un esterno locale, riqualifica un edificio industriale esistente che si contestualizza, ed un interno globale, interconnesso con il mondo attraverso modalità di lavoro open, realizzato secondo tre principi generatori con i quali si vuole contribuire ad incentivare lo studio e la sperimentazione:

1) la strategia del non finito: prevede la non occupazione di tutta la superficie interna disponibile permettendo all’Opificio di essere adattabile nel tempo garantendogli possibilità di implementazione

2) il paradosso architettonico: si vuole contrapporre alla visione dello studio scientifico, abituato ad utilizzare strumenti che permettono di ingrandire un elemento particolare, infinitamente piccolo, ad una visione più concettuale, artistica, infinitamente grande. Lo studio della luce e delle prospettive enfatizza tale espressione.

3) la sinestesia architettonica che immagina l’Opificio Golinelli essere oltre che un contenitore ideale per lo studio e la ricerca anche un supporto ideale per l’esposizione artistica, soddisfacendo simultaneamente due esigenze educative, quella scientifica e quella artistica.

La possiamo intendere come un luogo che manifesta responsabilità sociale, che favoriisce la crescita intellettuale ed etica dei giovani che possono così vivere il fituro senza paura,  un’architettura che educa.

L’Opificio è esempio di luogo industriale rigenerato, fertile alla sperimentazione scientifica e alla innovazione sociale. Contemplare questi luoghi all’interno dello sviluppo urbano significa anticipare i grandi temi di ricerca sulla città complessa ridefinendo il significato di “stato di abbandono” e permettendo una rilettura inclusiva di tali spazi; da significato negativo a significante progettuale, catalizzatore sociale e culturale, pretesto di metamorfosi di usi e di spazi che, una volta ripensati, tornano in vita riutilizzando quello che esiste già.

 

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