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Open Fiber e Tim si accordano sulle aree grigie: infrastrutture condivise per accelerare i tempi

Il Cda Open Fiber ha dato il via libera all’intesa mercoledì. Tim metterebbe a disposizione infrastrutture e cavidotti, Of dà contropartite

Open Fiber e Tim si accordano sulle aree grigie: infrastrutture condivise per accelerare i tempi

Open Fiber e Tim sono arrivati a un accordo nell’ambito delle aree grige. Mercoledì il consiglio d’amministrazione di Open Fiber (controllata di Cdp al 60% e Macquarie al 40%) ha acceso il semaforo verde per un accordo di condivisione di infrastrutture e cavidotti che Tim metterebbe a disposizione nelle aree grigie, quelle semi-concorrenziali rispetto all’impalcatura del Piano Italia a 1 Giga, secondo quanto riporta il Sole24ore. Di contro Open Fiber pagherebbe qualche decina di milioni di euro ma in contropartita ci sarebbe anche la fornitura da parte di Of di collegamenti in fibra per stazioni radio base e infrastrutture nelle aree nere del Paese dove la controllata di Cdp e Macquarie è presente anche come eredità della passata Metroweb.

La contestazione di Infratel a Open Fiber e Tim

Questo accordo segue quello di maggio 2022 sulle aree bianche (quelle a “fallimento di mercato” in cui Open Fiber ha vinto tre bandi per la cablatura del Paese). Questo accordo cade in un contesto in cui Tim e Open Fiber si sono viste contestare lo scorso luglio da Infratel penali (47 milioni per Of e 34,6 milioni per Tim) per i ritardi nella realizzazione del Piano Italia a 1 Giga (con i fondi del Pnrr). L’addebito delle penali è per il mancato collegamento dei civici al 30 giugno 2023, che aveva come obiettivo il 15% del totale. Per il meccanismo esistente le penali sono recuperabili – e quindi completamente azzerabili – nelle due tappe di riferimento successive e quindi entro giugno 2024. Proseguendo con i lavori diventerebbero dunque penali “virtuali”. In questo quadro l’intesa potrebbe essere funzionale all’accelerazione del rollout grazie alla condivisione delle infrastrutture.

Sullo sfondo il rifinanziamento del project finanzino di Open Fiber

Nella riunione del cda di Open Fiber fra i temi trattati ci sarebbe stato anche quello del rifinanziamento nell’ambito del project financing del gruppo Tlc. Nelle trattative è coinvolto un pool di 32 istituti di credito e sul punto sta lavorando l’advisor Lazard.
Intanto sul versante Tim c’è attesa per la scadenza del 30 settembre: data entro cui il fondo Usa Kkr è chiamato a presentare una proposta vincolante per Netco (rete Tim e Sparkle). Il Mef è entrato in partita con un memorandum of understanding che contempla un ingresso nella nuova società fino al 20%, con una dote di 2,5 miliardi.

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