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Opel e Nissan, il risiko dei vertici

In casa Opel si è dimesso il Ceo Neumann per incomprensioni con Carlos Tavares, il numero uno di Psa, gruppo francese che formalizzerà l’acquisto della casa tedesca entro l’autunno: viene sostituito da Lohscheller – Movimenti al vertice anche in casa Renault-Nissan, dove sta per defilarsi il boss storico Carlos Ghosn: giovedì c’è l’assemblea dei soci.

Opel e Nissan, il risiko dei vertici

Doppio cambio al vertice nel mondo automobilistico: le novità arrivano dalle società Renault-Nissan e Opel. Lascia con effetto immediato Karl-Thomas Neumann, ceo di Opel, la casa tedesca che General Motors ha ceduto ai francesi di Psa Peugeot Citroen. Lo ha reso noto Opel, precisando che Neumann sarà sostituito dal direttore finanziario, Michael Lohscheller, nominato oggi dal consiglio di sorveglianza. “Lohscheller diventa il nuovo capo di Opel, ha affermato la casa di Ruesselheim aggiungendo che Neumann, al comando di Opel dal 2013, ‘ha presentato le dimissioni oggi”.

Neumann resterà comunque membro del board di Opel fino alla formalizzazione della vendita del gruppo tedesco a Psa, prevista entro l’autunno. Secondo fonti industriali citate dal Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, Neumann considera giusta dal punto di vista strategico l’integrazione con Psa, ma è preoccupato che i francesi non comprendano appieno l’efficacia dell’elettromobilità. Neumann puntava infatti a rendere Opel un costruttore di auto elettriche. Inoltre, afferma il giornale, mancava feeling tra Neumann e il numero uno di Psa, Carlos Tavares.

Ribaltone in arrivo anche in casa Renault-Nissan, gruppo franco-giapponese che tiene insieme Renault, Nissan e Mitsubishi e che nel 2016 ha venduto 10 milioni di veicoli nel mondo. Giovedì 16 giugno è prevista l’assemblea degli azionisti, nel corso della quale secondo indiscrezioni riportate da Le Monde dovrebbe delinearsi la successione di Carlos Ghosn, attuale presidente e amministratore delegato che però intende defilarsi e lasciare a un altro manager operativo l’incarico di definire il piano strategico al 2022, che secondo molti sarà il primo del “dopo-Ghosn”. La scelta dovrebbe ricadere su un candidato interno al gruppo.

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