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OLIMPIADI: Londra 2012 è costata 11 miliardi di sterline, ma lascerà in eredità una nuova City

OLIMPIADI AL VIA: La 30esima edizione dei Giochi, soffiata in extremis a Parigi, sarà stata fra le più costose, ma anche fra quelle più intelligenti e sostenibili in proiezione futura: degli 11 mld di sterline investiti, buona parte rientreranno grazie a tv, pubblicità, biglietti e un indotto stimato in 1 mld di euro – Ecco come l’evento trasformerà la City.

OLIMPIADI: Londra 2012 è costata 11 miliardi di sterline, ma lascerà in eredità una nuova City

Tutto ebbe inizio quasi per sbaglio. Secondo molti, a causa delle gaffe dell’allora presidente francese Jacques Chirac (che definì il cibo inglese il peggiore al mondo dopo quello finlandese), secondo alcuni, tra loro il sindaco di Parigi Bertrand Delanoe, per complotti e corruzioni tra i membri del Cio. Fatto sta che il 23 ottobre del 2005 non fu la la favoritissima Parigi a vedersi aggiudicata l’organizzazione delle 30esime Olimpiadi moderne bensì Londra, che il 27 luglio prossimo diventerà così la prima città al mondo ad averne ospitate tre (nel 1908 e nel 1948).

Lasciando da parte l’orgoglio ferito dei boriosi transalpini, la versione più plausibile, giochi di potere (più o meno leciti) a parte, è che ad esser stata decisiva fu la grande abilità dell’allora premier inglese Tony Blair (che dopo l’assegnazione fu rieletto per il terzo mandato) nel costruire le basi per un’impresa che sembrava ai limiti dell’impossibile, per una città di 12 milioni di abitanti con evidenti carenze di strutture sportive all’altezza.

Non sarà la più opulenta (finora 11 miliardi di sterline spese, circa 13 miliardi di euro, nulla di fronte ai 40 miliardi di euro della faraonica edizione di Pechino 2008), e neanche quella più esotica (c’è da giurare che spetterà a Rio de Janeiro fra 4 anni) ma quella di Londra sarà sicuramente l’Olimpiade più ecologica e più sostenibile. E soprattutto quella che lascerà in eredità qualcosa di importante e duraturo alla città, in particolare alla sua deprimente periferia sud-orientale, che ospiterà il Villaggio olimpico e diversi impianti ed è stata completamente rivalutata anche in proiezione futura. Legacy, eredità, recita lo stesso slogan olimpico.

Come ha ricordato anche l’olimpionico di Mosca ’80 e di Los Angeles ’84 nei 1.500 metri, e presidente del LOCOG (Comitato organizzatore di Londra 2012) Lord Sebastian Coe, per giustificare una spesa che a molti è sembrata eccessiva, soprattutto se si considera che l’investimento è più che quadruplicato rispetto alla stima iniziale (2,4 miliardi di sterline): “Il costo è salito – ha spiegato il Barone, in passato anche deputato per il Partito Conservatore – perché il 70% del denaro è stato speso nella bonifica dei terreni e dei corsi d’acqua di quell’area di East London che abbiamo recuperato per creare l’Olympic Park. Si è trattato di un grande investimento per il futuro”.

Per la precisione, il Parco Olimpico sorge a Stratford: duecentocinquanta ettari di verde donati a un quartiere notoriamente tra i più degradati della City, dove sorgerà anche il Villaggio per gli atleti. Pronto, anche lui, ad essere intelligentemente valorizzato: al termine dei 15 giorni olimpici, durante i quali avrà ospitato oltre 17mila persone, diventerà un centro residenziale con 3.500 appartamenti. In realtà lo è già: è già stato rivenduto per oltre un miliardo di sterline a un importante gruppo immobiliare.

Eredità, dunque, ma anche leggerezza. Come quella dell’Olympic Stadium: nulla a che vedere col faraonico Bird’s Nest di Pechino, ma semplice e funzionale, e soprattutto già pensato per il dopo. L’arena che ospiterà il 27 sera la cerimonia inaugurale e poi le gare di atletica presenta infatti un design essenziale, e al termine dei Giochi diventerà il nuovo stadio del West Ham, squadra di calcio della Premier League inglese, riducendo la propria capienza dagli attuali 80mila a 50mila posti.

Il costo dell’impianto si è rivelato però superiore rispetto al nido d’uccello pechinese: 500 milioni di sterline contro 270. Perché oltre alla funzionalità e alla “legacy”, questa è anche l’Olimpiade della sostenibilità: per ridurre al minimo l’immissione di gas serra legati alla produzione e al trasporto dei materiali, lo stadio è stato realizzato con le più evolute tecnologie ecologiche, e alcuni servizi (bar, negozi, punti informativi) sono stati spostati all’esterno per rendere più agile la struttura.

Nonostante la sua essenzialità e la sua riciclabilità, l’Olympic ha ricevuto molte insospettabili critiche. Il Times lo ha addirittura definito “tragicamente poco emozionante”, e mettendo a paragone le diverse architetture ha ipotizzato Pechino 2008 come “indicatore di astuzia dell’Oriente” e Londra 2012 “del declino dell’Occidente”.

Ma la realtà è che gli inglesi sembrano aver badato al sodo, cogliendo l’occasione dell’evento per dare una – seppur costosa – sistemata a una città di 12 milioni di abitanti. Ecco perchè, oltre alle spese per gli altri impianti (dal luminoso VeloPark, che sarà riciclato in arena per pallavolo e basket, al futuristico Aquatic Center, costato 250 milioni di sterline), una buona parte dell’investimento è stata dedicata alla rete dei trasporti. Non che la Tube londinese fosse scadente, ma i 4 milioni di visitatori durante le Olimpiadi, da sommare all’infinito popolo della City, erano un fattore che preoccupava non poco il Cio.

Il risultato adesso è talmente mirabolante che il costo totale degli interventi è una delle spese “occulte” dei Giochi: si parla di circa 6 miliardi di sterline, per dotare definitivamente Londra di una mobilità degna del ventunesimo secolo. Con anche qualche idea ad hoc, come il “Giavellotto Olimpico”, servizio ferroviario ultraveloce, affidato ai treni-proiettile della Hitachi, che collegherà in tempo zero le varie sedi di gara. Attraverso il Tamigi è persino spuntata una funivia, costata solo lei 25 milioni di sterline: è il Thames Gateway Cable Car, un vagoncino sospeso nel vuoto a 50 metri che collega la penisola di greenwich e i Royal Docks, in grado di portare 2.500 passeggeri ogni ora tra la O2 Arena, sede delle gare di ginnastica, al centro espositivo ExCel, che con i suoi 13 sport ospita il maggior numero di gare fuori dal complesso dell’Olympic Park (vi si disputano, ad esempio, scherma, boxe e judo).

Ma tutti questi investimenti, oltre a lasciare in eredità ai londinesi un miglioramento della qualità della vita, avranno anche un ritorno economico? Innanzitutto, degli 11 miliardi di sterline, “solo” 9 provengono da casse pubbliche, mentre il resto è già interamente opera del finanziamento privato, combinazione di sponsorizzazioni, merchandising e vendita dei biglietti. Già, la vendita dei biglietti è una voce non secondaria dell’indotto olimpico: quella di Londra 2012 si presenta da questo punto di vista come un’edizione da record. Si va infatti dalle 2.012 sterline necessarie per una poltrona alla cerimonia di apertura (l’evento più caro), alle 725 sterline per assistere all’attesissima finale dei 100 metri di atletica, alle 450 per le gare di ginnastica, nuoto e tuffi, alle 425 per il basket.

Per far capire il ritorno, basta fare un esempio: una poltronissima della cerimonia d’apertura costa 4.500 sterline, e non è neanche acquistabile singolarmente. Le aziende interessate a distribuire posti Vip fra i loro clienti devono per forza acquistare un blocchetto da 10, e sono costretti a prenotare anche la cerimonia di chiusura e altri 4 appuntamenti top-level. Totale costo: 270mila sterline. Anche se, a dire il vero, parrebbe che sulla questione biglietti ci sia stato un gran caos, e che molti siano ancora invenduti, il che potrebbe fare la fortuna dei bagarini e minare un’organizzazione finora complessivamente buona.

In ogni caso, a far rientrare buona parte del denaro ci penseranno come al solito televisioni e pubblicità: si calcola che le due settimane di gare attireranno un’audience planetaria di 4 miliardi di persone, che in termini di esposizione pubblicitaria può valere per il Paese organizzatore fino a 5 miliardi di sterline.

E poi, il giro d’affari. L’Olimpiade, si sa, è un enorme business, una grande occasione per tutti. Una ricerca di Visa Europe ha stimato che vi sarà un incremento della produzione economica pari a 1,21 miliardi di sterline: a guadagnare di più saranno gli agenti economici delle vie del centro (210 milioni, 262 milioni di euro), il settore alberghiero (138 milioni, 172 milioni di euro), supermercati (88 milioni, 109 milioni di euro), intrattenimenti vari (46 milioni, 57 milioni di euro) e il settore turistico (46 milioni, 57 milioni di euro). Soprattutto, il gettito di spesa per consumi ammonterà a circa 804 milioni di sterline, circa 1 miliardo di euro, e permetterà di generare 5,33 miliardi di sterline nel triennio 2013-2015. L’Olimpiade dell’eredità, appunto.

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