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Obbligazioni, azioni, tech: aprile in Borsa da dimenticare. Si salvano dollaro e commodity. Rivincita dell’oro

Il bilancio di aprile in Borsa e sui mercati è nero per i bond in vista del rialzo dei tassi Usa. Notte fonda per i tecnologici, male sia gli Emergenti che i listini occidentali

Obbligazioni, azioni, tech: aprile in Borsa da dimenticare. Si salvano dollaro e commodity. Rivincita dell’oro

Guerra in Ucraina, tensioni sull’inflazione, ondata di covid-19 in Cina. Aprile non è stato un mese facile per i mercati finanziari. Maggio, che si aprirà con lo scontato aumento dei tassi Usa, promette sfide ancor più impegnative, vuoi sul fronte dell’inflazione Ue, sotto la pressione del ricatto russo sul gas e l’embargo sul petrolio, che su quello della strategia zero Covid in Cina, che sta mettendo a dura prova le catene produttive e logistiche di quel che resta della globalizzazione. Insomma, anche stavolta sembra saggio il detto “sell in may and go away”. Ma, si sa, nulla è scontato in materia di mercati.

Val la pena, a questo punto, di fare un primo bilancio tra vincitori (pochi) e vinti (più numerosi) nel primo mese del secondo trimestre del 2022, in cui non sono mancate, a consolazione degli ottimisti, comunque le note positive.

Aprile in Borsa turbolento, obbligazioni down

È stato comunque un mese orribile per i mercati monetari, ancor più del 2020, l’anno dello scoppio della pandemia. Allora ci si poteva proteggere dalle turbolenze andando a comprare obbligazioni a medio/lungo termine nella prospettiva di una forte riduzione dei tassi di interesse, scelta obbligata delle banche centrali per rilanciare l’economia completamente paralizzata dai lockdown. Quell’anno, per esempio, il Treasury Note decennale USA e il BTP decennale italiano guadagnarono complessivamente circa il +7%.

Il copione stavolta è del tutto diverso. Complici gli errori di valutazione della Fed e delle altre banche centrali (tesi dell’Economist), le obbligazioni hanno accusato un forte aumento dei rendimenti a fronte dell’attesa di un aumento dell’inflazione. Di qui una discesa a doppia cifra delle obbligazioni a medio/lunga scadenza. Sulla scadenza decennale registriamo un calo mensile del -2,7% per il Treasury Note, una perdita del -5,5% per il BTP decennale (quinto mese al ribasso), un -7,5% per il Bund tedesco.

Aprile i Borsa, il mese peggiore dei Fang 

La prospettiva dei tassi in ascesa ha fortemente inciso sull’andamento dei titoli tech. L’indice FANG Plus, che raggruppa i dieci nomi di prima grandezza del settore tecnologico quotati a Wall Street, si avvia a chiudere il mese di aprile con una perdita provvisoria intorno al -16,40% o anche peggio, vista la risposta negativa nel dopo Borsa di giovedì ai risultati di Amazon. I mercati hanno rivisto le quotazioni alla luce di un costo del denaro più elevato e di un minor tasso di crescita. Esemplare, al proposito, il tracollo di Netflix (e di Amazon) al primo cenno di rallentamento della crescita. 

Conti in grigio per tutte le Borse

Non è andata comunque bene alle Borse in generale. Sono scese praticamente tutte, chi più chi meno. L’indice MSCI World ha lasciato sul terreno il -6,3%, l’indice Emerging Markets -7,7%. Se vogliamo trovare una nota di ottimismo per chi investe dall’Europa, segnaliamo il +1% del Dow Jones, il +0,5% del FTSE100 di Londra, il +3,5% dell’indice Sensex di Mumbay (risultati espressi in Euro). Il nostro FTSEMIB ha perso il -3,80%. 

Dollaro superstar, guadagna contro tutti

Al dollaro tocca l’Oscar del mese. La valuta Usa, sostenuta dalla prospettiva del prossimo rialzo dei tassi, ha guadagnato contro tutti, dall’euro ai minimi da sei anni fino allo yen, scivolato addirittura ai livelli di vent’anni fa. Nemmeno la frenata del Pil nel primo trimestre ha rallentato la corsa, favorita dall’indipendenza americana rispetto all’energia.

Rivincita dell’oro (grazie all’euro), petrolio piatto

Quarto mese in guadagno di fila per l’indice Bloomberg delle principali materie di base. Ma con differenze di rilievo. 

Il petrolio Brent presenta un bilancio mensile quasi piatto, dopo 4 mesi di rialzo poderoso.

L’oro -1,6% in dollari, diventa positivo +3,5% in Euro se si tiene conto dell’effetto cambio.

 Ad alta tensione le capriole del gas naturale: -20% il gas europeo (che ha solo corretto parte dello spettacolare guadagno precedente), +22% il gas USA. Probabilmente la prospettiva di un flusso di export costante e crescente nel tempo da Usa a Europa ha contribuito a chiudere il gap. 

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