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Obama: “Siamo risorti dalla recessione” e punta sulla classe media

Il Presidente chiede l’appoggio dei Repubblicani per gli aiuti alla classe media, aumentando le tasse ai più ricchi, ma anche rendendo gratuite le università pubbliche e migliorando l’istruzione – In agenda nuove regole per Wall Street, la riforma giudiziaria e quella dell’immigrazione – E contro l’Isis chiede l’uso della forza

Obama: “Siamo risorti dalla recessione” e punta sulla classe media

“Siamo risorti dalla recessione” e ora è il momento di “puntare sulla classe media”, aumentando le tasse ai ricchi e alle grandi istituzioni finanziarie, ma anche rendendo gratuite le università pubbliche e migliorando l’istruzione dei bambini e l’assistenza all’infanzia. Questi alcuni degli obiettivi fondamentali indicati oggi dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, durante il suo sesto discorso sullo stato dell’Unione, davanti al Congresso in seduta plenaria, il penultimo della sua storia alla Casa Bianca. 

“Questa sera si volta pagina”, ha detto Obama, ma per “iniziare un nuovo capitolo” avrà bisogno dei numeri di un Congresso a maggioranza repubblicana. Per questo il Presidente chiede che si “lavori insieme, da subito”, per aiutare gli americani “ad avere assistenza all’infanzia, college, assistenza sanitaria e pensioni: il budget darà una risposta a ognuno di questi problemi, abbassando le tasse alle famiglie di lavoratori e portando migliaia di dollari nel loro portafoglio ogni anno”.

Il Presidente americano ha anche parlato di nuove regole per Wall Street, di interventi sul sistema giudiziario e di una riforma delle politiche sull’immigrazione, punto focale degli ultimi suoi due anni di presidenza, che con ogni probabilità incontrerà la strenua opposizione dei Repubblicani.

Gli avversari del Presidente dovrebbero invece essere molto più inclini a soddisfare un’altra ambizione: “Chiedo al Congresso di approvare una risoluzione che autorizzi l’uso della forza contro l’Isis – ha detto Obama –. In Iraq e in Siria la leadership degli Stati Uniti e il suo potere militare stanno fermando l’avanzata dell’Isis. Invece di essere trascinati in una nuova guerra sul terreno, stiamo guidando una ampia coalizione, di cui fanno parte anche nazioni arabe, con l’obiettivo d’indebolire e poi distruggere il gruppo terrorista. Stiamo anche appoggiando l’opposizione moderata in Siria e aiutando chiunque nel mondo si ribelli alla fallimentare ideologia della violenza estremista. Questo sforzo richiederà tempo e concentrazione, ma avrà successo”.

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