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Nvidia venderà in Cina il suo chip H20. Ecco perché non si tratta solo di un accordo commerciale

L’annuncio di Nvidia è molto più di un semplice accordo commerciale: la possibilità di vendere il suo chip H20 alla Cina porta benefici all’azienda, alle catene di approvvigionamento e alle stesse imprese cinesi. E indica un altro passo avanti nel disgelo commerciale tra Washington e Pechino

Nvidia venderà in Cina il suo chip H20. Ecco perché non si tratta solo di un accordo commerciale

Lezione numero uno: sui dazi si può evitare di spargere a pioggia ricari percentali e si possono prendere accordi su singoli temi. Lezione numero 2: fare dietrofront per Trump è una consuetudine. Lezione numero 3: anche Trump realizza che allargare il mercato oltre i confini nazionali porta beneficio a tutti. Lezione numero 4: Nvidia ha bisogno delle imprese cinesi, così come queste ultime hanno bisogno del colosso Usa.

L’annuncio di ieri di Nvidia è molto più che un semplice accordo commerciale. La società, regina dell’intelligenza artificiale statunitense potrà ora vendere un suo chip, pur modificato per l’occorrenza, alla Cina, con tanto di benedizione governativa: una bella inversione di marcia rispetto alla precedente posizione dell’amministrazione Trump che voleva limitare le ambizioni di Pechino in questo ambito.

La notizia è positiva non solo per l’azienda, ma anche per le catene di approvvigionamento industriali globali di semiconduttori per l’intelligenza artificiale, nonché per le piattaforme tecnologiche cinesi che stanno sviluppando capacità di intelligenza artificiale, oltre a essere un nuovo segnale di disgelo nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.

I benefici per Ndivia e anche per le concorrenti

Il via libera da parte del governo statunitense alle licenze di esportazione per l’acceleratore di intelligenza artificiale H20 potrebbe aggiungere miliardi ai ricavi di Nvidia quest’anno, ripristinando la sua capacità di evadere gli ordini che pensava di aver perso proprio a causa delle restrizioni governative. Nvidia aveva progettato il chip H20, meno avanzato, proprio per conformarsi a quelle restrizioni. “La possibilità che i funzionari statunitensi diano il via libera alle esportazioni di H2O di Nvidia verso la Cina riapre un canale di vendita chiave per il produttore di chip statunitense” dice Bloomberg Intelligence. “L’inversione di tendenza potrebbe contribuire a recuperare una parte sostanziale dei 15 miliardi di dollari di fatturato dei data center dell’anno fiscale 2026, precedentemente a rischio, inclusi i 4-5 miliardi di dollari inizialmente previsti per il secondo semestre e parte degli 8 miliardi di dollari di ordini non spediti nel secondo trimestre”.

Le azioni di Nvidia, che la scorsa settimana ha fatto la storia come la prima azienda a raggiungere un valore di mercato di 4.000 miliardi di dollari, sono salite fino al 4,5% nelle contrattazioni pre-mercato negli Stati Uniti. I futures del Nasdaq sono saliti dopo l’annuncio di Nvidia, con una reazione positiva anche per le azioni cinesi. Stamane le azioni di Alibaba sono salite fino al 6% a Hong Kong, l’indice Hang Seng Tech è salito fino al 2,2% e gli operatori di data center come Beijing Sinnet Technology Co. hanno registrato un balzo fino all’8,4%.

l dietrofront segna una vittoria enorme per l’amministratore delegato di Nvidia Jensen Huang , che aveva definito le restrizioni statunitensi sui chip un “fallimento” perchè non facevano che alimentare l’ascesa di Huawei Technologies Co., principale rivale cinese di Nvidia. In ogni caso le spedizioni di H2O rappresenterebbero una manna anche per le aziende cinesi, da DeepSeek ad Alibaba Group Holding Ltd., le quali – nonostante i progressi di Huawei nel settore dei semiconduttori – hanno bisogno degli hardware di Nvidia per addestrare, espandere e gestire i servizi di intelligenza artificiale che stanno sviluppando per competere con aziende come OpenAI.

Prove di disgelo commerciale Usa-Cina in piccoli step

La mossa degli Stati Uniti arriva dopo settimane di disgelo tra Washington e Pechino. Ultimamente Washington aveva revocato una serie di controlli sulle esportazioni, compresi quelli sui software di progettazione dei chip, imposti in vista dei colloqui commerciali del mese scorso a Londra. Ciò in cambio della concessione da parte della Cina di maggiori vendite di minerali di terre rare necessari per realizzare una gamma di prodotti high-tech, un obiettivo che i negoziatori statunitensi pensavano di aver raggiunto già il mese precedente durante i colloqui di Ginevra.

Gli Stati Uniti hanno limitato per la prima volta le vendite di Nvidia in Cina nel 2022, con ampie restrizioni progettate per impedire a Pechino di accedere a un’intelligenza artificiale avanzata che sarebbe potuta essere utile all‘esercito cinese. Nvidia ha allora via via progettato sempre nuovi modelli di processori per il mercato cinese, fino all’H20.

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