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Nomine Cdp: l’accordo non c’è e il governo rinvia ancora

L’assemblea ha rinviato al 18 luglio la scelta dell’amministratore delegato e dei consiglieri di maggioranza. Tensione con le Fondazioni che hanno già indicato il presidente, Tononi. Il vero nodo è tra i Cinque Stelle. Bloccati a cascata anche gli altri rinnovi, in primis alla Rai. E Toninelli chiede la testa di Mazzoncini alle FS

Nomine Cdp: l’accordo non c’è e il governo rinvia ancora

Nulla di fatto: all’assemblea Cdp, convocata per oggi, venerdì 13 luglio dopo altri precedenti rinvii: il nome dell’amministratore delegato non arriva. E il Ministero dell’Economia è costretto a fare slittare nuovamente la presentazione della lista di maggioranza per il rinnovo del Cda. Se ne riparla il 18 luglio, sperando che nel frattempo Lega e Movimento 5 Stelle siano riuscite a trovare un’intesa sul nome del successore di Fabio Gallia al vertice della Cassa Depositi e Prestiti.

Il nodo Cdp non è secondario. Scioglierlo significa dare il via anche alle altre nomine importanti – in primis: consiglio e amministratore delegato Rai, e poi Autorità Energia, Antitrust, Gse solo per indicarne alcune – che attendono da tempo. L’Autorità Energia, tanto per dire, opera in regime di prorogatio da oltre 6 mesi, una sorta di “condanna a restare” poco compatibile con un organismo indipendente e di rango costituzionale.

Cdp è la cassaforte delle più importanti partecipazioni pubbliche e garante del risparmio postale nel quale investono milioni di italiani. Non solo ma potrebbe dover assicurare le scelte industriali sulla delicata questione della rete Telecom, come FIRSTonline ha anticipato. L’impasse sembra sia dovuta soprattutto alle due anime dei 5 Stelle che non riescono a mettersi d’accordo tra di loro. Da un lato infatti quella parte dei pentastellati più vicina alla Casaleggio e Associati sembrerebbe propendere per un rinnovo dall’interno e quindi sostiene la candidatura di Fabrizio Palermo, attuale Cfo della Cassa. Dall’altra invece, l’ala più pragmatica del M5S  – d’accordo con il ministro Tria e il sottosegretario leghista alla Presidenza Giancarlo Giorgetti – si sentirebbe più garantita dal nome di Dario Scannapieco, attuale vicepresidente della Bei (Banca europei per gli investimenti). Secondo altre fonti, per i due manager si sarebbe anche ipotizzata una soluzione in ticket: il primo come direttore generale, il secondo Ad.

Nel braccio di ferro, che non riesce evidentemente a trovare una composizione, sono circolati i nomi più svariati e tra questi anche quello di Giuseppe Bonomi (ex Sea) mentre altri sembrano tramontati.

La febbre da nomine, infine potrebbe aver fatto una “vittima”. Secondo quanto scrive il quotidiano Il Messaggero, infatti, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli avrebbe chiesto la testa di Renato Mazzoncini, attuale amministratore delegato e direttore generale di Fs in vista dell’assemblea del 26 luglio. Il Cda Fs, tuttavia, diversamente da quello della Cdp non è scaduto, quindi l’operazione avvicendamento appare più complicata.

Tornando a Cdp, il susseguirsi dei rinvii sembra aver creato alcune tensioni con le Fondazioni bancarie, l’altro azionista forte della Cassa, cui spetta la designazione del presidente e di due consiglieri di minoranza. La loro lista è stata presentata nei termini con Massimo Tononi come successo di Claudio Costamagna e certamente vogliono essere interpellate anche sull’abbinamento con l’Ad. Finora, non per caso, la lista per il consiglio Cdp è sempre stata unitaria, ma la nuova maggioranza di governo sembra avere contraddetto anche questa consuetudine suggerita dal buonsenso.

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