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Napoli in fuga ma il Milan non molla, romane a due facce

Due vittorie preziosissime in trasferta per il Napoli (a Firenze) e per il Milan a Bergamo – La Roma torna alla vittoria dopo il derby della Capitale, mentre la Lazio cade a Bologna

Napoli in fuga ma il Milan non molla, romane a due facce

Il Napoli scappa, il Milan tiene il passo. Azzurri e rossoneri erano attesi da due trasferte molto complicate contro Fiorentina e Atalanta, nelle quali potevano perdere punti preziosi in chiave scudetto. Invece hanno vinto entrambe, mostrando nuovamente il loro potenziale alla concorrenza, costretta ancora una volta a rimandare la rimonta. La squadra di Spalletti ha saputo ribaltare il risultato contro i viola con un mix di qualità e cinismo tipico di chi punta a traguardi importanti, quella di Pioli s’è impadronita sin dall’inizio del match di Bergamo, costringendo Gasperini ad alzare bandiera bianca. Arrivare alla sosta con vittorie del genere dà entusiasmo e fiducia, tanto più dopo le sconfitte settimanali in campo europeo, che potevano lasciare scorie e che si sono invece trasformate in benzina preziosa.

Il Napoli ha cominciato male, incassando il gol di Martinez Quarta (28’) e restando impantanato nella melma costruita da Italiano, fino a che non si è svegliato il solito Osimhen. Il nigeriano è probabilmente il miglior attaccante della Serie A, capace di lasciare il segno anche nelle giornate in cui non trova la via della rete: è stato lui a procurarsi il rigore da cui è nato il gol di Lozano (39’, ribattuta dopo l’errore di Insigne), fondamentale per dare il là alla rimonta azzurra. Che si è concretizzata nella ripresa grazie a un colpo di testa di Rrahmani (50’) su punizione di Zielinski, per un risultato che avrebbe potuto assumere dimensioni anche maggiori, se solo ci fosse stata più cattiveria sotto porta. Ad ogni modo i 3 punti sono finiti in cassaforte, proprio come il primo posto in classifica, per giunta a punteggio pieno, che sta facendo sognare un’intera città.

“Non è facile quando trovi queste squadre fare degli uno contro uno a tutto campo – le parole di Spalletti – Penso in generale che abbiamo giocato al di sotto delle nostre possibilità. È stata una partita un po’ sofferta e sicuramente siamo stati bravi a gestirla, poi abbiamo due o tre colonne in difesa su cui possiamo contare…”.

Tanta soddisfazione anche in casa Milan, dove si festeggia una vittoria molto sentita e non solo per la forza dell’Atalanta. Bergamo, infatti, rappresenta per Pioli il punto più basso (5-0 il 22 dicembre 2019) e più alto (ritorno in Champions lo scorso 23 maggio) allo stesso tempo: ieri si giocava la “bella” e la squadra s’è imposta molto più di quanto non dica il 2-3 finale. Già, perché i rossoneri sono passati in vantaggio dopo appena 28 secondi con Calabria, hanno raddoppiato al 43’ con un sontuoso Tonali, sono andati addirittura sul 3-0 con Leao al 78’. I due gol finali di Zapata (86’ su rigore) e Pasalic (94’) sporcano un po’ il tabellino, non certo la prestazione, figlia di una mentalità offensiva ormai intrinseca a tutta la rosa, nessuno escluso.

“Abbiamo fatto un’ottima partita, giocato bene con intensità ed energia – il commento di Pioli – È una vittoria pesante, che conclude un periodo impegnativo in cui la squadra ha sempre risposto bene. Questo gruppo sta crescendo, dobbiamo continuare così, sono due anni che sta lavorando in un certo modo. Ora però non dobbiamo accontentarci, bensì cavalcare l’entusiasmo”.

Di umore opposto Gasperini, costretto a fare i conti con una classifica ben diversa rispetto ai sogni d’inizio stagione, quando qualcuno parlava addirittura di scudetto. “Abbiamo preso un gol dopo neanche 30 secondi e uno a fine primo tempo, in mezzo abbiamo avuto le opportunità per pareggiare – ha sospirato il tecnico nerazzurro -. Se fosse finito 0-1 il primo tempo c’erano più possibilità di pareggiare, poi nel secondo tempo è subentrata un po’ di sfiducia ed è stato sempre più difficile: è un periodo sfortunato, comunque ho visto un Milan molto forte”.

Il quarto posto, ultimo utile per andare in Champions, se lo prende così la Roma di Mourinho, che cancella la delusione del derby battendo l’Empoli con un tranquillo 2-0. Decisivi i gol del solito Pellegrini (42’), fresco di rinnovo fino al 2026 e di Mkhitaryan (48’), lesto a ribadire in rete un tiro di Abraham finito sulla traversa. Prima e dopo una prestazione solida e in controllo, senza subire più di tanto dagli avversari, proprio come piace a Mourinho, che potrà così passare una sosta più serena, in attesa che il miniciclo di ottobre (Juventus, Napoli e Milan) riveli a tutti le vere potenzialità della sua squadra.

“Abbiamo giocato bene, siamo stati solidi, compatti e in controllo contro un buon Empoli – l’analisi dello Special One – Dopo una sconfitta è sempre bello vincere, 15 punti in 7 partite rappresentano un buon risultato. Guardo le altre squadre e vedo cambi importanti, l’Inter contro il Sassuolo ha fatto entrare Dzeko e Vidal dalla panchina. La gente deve capire il nostro percorso, io ero tranquillo con quattro vittorie e lo sono anche dopo la sconfitta in una partita speciale come il derby”.

E a proposito della stracittadina romana, non si può non parlare della Lazio di Sarri, trionfante una settimana fa e ieri sconfitta nettamente a Bologna. Il 3-0 del Dall’Ara non è un risultato bugiardo, alla luce di una prestazione disastrosa che avrà strascichi anche dopo la sosta: nel match contro l’Inter del prossimo 16 ottobre, infatti, mancherà Acerbi, espulso per qualche parola di troppo all’arbitro nel finale, a dimostrazione di una squadra ancora lontana dalla giusta maturità. Che qualcosa non andasse lo si era capito già nei giorni scorsi, quando Sarri aveva tuonato contro la decisione della Lega di far giocare la partita alle 12.30, 61 ore dopo la sfida di Europa League con la Lokomotiv. Evidentemente si era accorto di avere una squadra stanca, ma neanche lui poteva aspettarsi un simile tracollo, sintetizzato alla perfezione dai gol di Barrow (14’), Theate (17’) e Hickey (68’), oltre che dall’espulsione di Acerbi.

“Abbiamo trovato una squadra viva e reattiva, noi eravamo scarichi sotto il profilo sia fisico sia mentale, tutte le seconde palle erano loro – il commento del tecnico biancoceleste – Dobbiamo capire perché questa partita è andata così, ma resta il fatto che siamo l’unica squadra che ha giocato 61 ore dopo la partita di Europa League, dobbiamo fare una guerra in Lega perché non succeda più”.

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