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Mps, Viola e Profumo rinviati a giudizio per i derivati

Il caso riguarda la contabilizzazione a saldi aperti dei derivati Santorini e Alexandria – La decisione del Gup di Milano contrasta con l’opinione della Procura, che aveva chiesto prima l’archiviazione e poi il proscioglimento

Mps, Viola e Profumo rinviati a giudizio per i derivati

Gli ex vertici di Mps Alessandro Profumo e Fabrizio Viola (il primo ora amministratore delegato di Leonardo) sono stati rinviati a giudizio dal Gup di Milano, Alessandra Del Corvo, con le accuse di aggiotaggio e falso in bilancio. A processo anche Paolo Salvadori, ex presidente del collegio sindacale della Banca senese, per il quale tuttavia è caduta l’accusa di aggiotaggio.

La vicenda giudiziaria è uno stralcio della storia senese. Il caso riguarda la contabilizzazione a saldi aperti dei derivati Santorini e Alexandria, operazioni finanziarie strutturate, la prima con Deutsche Bank e la seconda con Nomura.

Il processo inizierà il 17 luglio. La decisione del giudice per le udienze preliminari è contraria all’opinione della Procura, che aveva chiesto il proscioglimento dei tre imputati. In fase di indagini preliminari, la Procura aveva chiesto l’archiviazione al gip Livio Cristofano, che però ha disposto l’imputazione coatta.

Il pm Stefano Civardi in aula aveva ribadito che è vero che i derivati avrebbero dovuto essere contabilizzati “a saldi chiusi” e non “a saldi aperti”, come è stato fatto, ma gli ex manager hanno fornito negli allegati ai bilanci tutte le indicazioni su quali sarebbero stati gli effetti della contabilizzazione “a saldi chiusi”, senza intenzione di ingannare il mercato.

In altri termini, secondo la Procura, Profumo e Viola dopo aver scoperto i vari trucchi utilizzati da chi li aveva preceduti per nascondere i buchi di bilancio, avrebbero agito senza intenzione di falsificare i conti o occultare le perdite.

“Sono sorpreso ma confermo con determinazione di essere sereno per le scelte fatte in Mps – ha commentato profumo – Dimostreremo di aver sempre operato correttamente nell’interesse dell’istituto e dei suoi azionisti, peraltro in stretta collaborazione con Banca d’Italia e Consob, e riconfermo la mia totale fiducia nella magistratura”.

La notizia del rinvio a giudizio pesa più sul titolo di Leonardo (-1,5%, a 9,466 euro) che su quello di Mps (-0,9%, a 2,635 euro).

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