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Mps-Unicredit, Bastianini si chiama fuori

Balzo delle azioni Mps in Borsa. L’Ad della banca senese in audizione alla Commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche: “management non coinvolto”. Con Hydra banca più solida

Mps-Unicredit, Bastianini si chiama fuori

Banca Mps al centro delle indiscrezioni e degli scambi in Borsa. Si parla del possibile coinvolgimento di Unicredit nell’acquisto della banca senese proprio mentre è in corso l’audizione dell’Ad Guido Bastianini alla Commissione bicamerale d’chiesta sulle banche. Le azioni di Banca Mps sono in rialzo del +4,96% a Piazza Affari. Unicredit invece perde lo 0,83%.

“Se il ministero dell’Economia decide, se e quando, di vendere la banca è una trattativa in cui il management non è coinvolto. Non capisco come escano certi articoli, non ho opinioni al riguardo”. Così Guido Bastianini ha risposto, in audizione, ad un membro della Commissione che gli ha chiesto di commentare l’ipotesi di una possibile cessione a UniCredit, riportata da un articolo di stampa, che prevederebbe un esborso da parte del Tesoro per convincere Jean Pierre Mustier a realizzare l’acquisizione.

L’operazione Hydra, di scissione dei crediti deteriorati del Monte dei Paschi a favore di Amco per un valore di 8,1 miliardi, consente alla banca “di affrontare l’attuale crisi economica con una posizione più solida, di tornare a generare capitale nel medio periodo e di poter attrarre nuovi investitori” ha proseguito l’Ad che ha comunque valutato molto opportuno un rinvio della data del 30 settembre fissata dall’Eba per le rettifiche.

Bastianini ha aggiunto che l’operazione, al vaglio dell’assemblea della banca del prossimo 4 ottobre, “costituisce per Mps una fondamentale opportunità per ridurre in misura significativa la rischiosità creditizia del gruppo”. Un ulteriore elemento emerso nel corso dell’audizione riguarda riduzione di patrimonio connessa all’operazione: si è leggermente ridotta da 1,1 miliardi a 960 milioni, principalmente per effetto di variazioni valutative rilevate nel primo semestre 2020.

Il banchiere ha ricordato che grazie alla scissione di Npl a favore di Amco la banca si allinea ai migliori standard del mercato italiano per la rischiosità creditizia con un gross npl ratio del 4% al giugno scorso pro forma rispetto all’11,8% fotografato nella semestrale. Nel corso dell’audizione il top manager della banca indica anche le condizioni sospensive dell’operazione. Tra queste c’è il tetto di 150 milioni per il pagamento delle azioni ai soci che eserciteranno il recesso. Condizione alla quale però la banca può decidere di rinunciare a sua discrezione.

Nel corso dell’audizione parlamentare sono stati affrontati tutti gli argomenti “caldi” sulla gestione della banca. Il Monte dei Paschi, ha spiegato l’Ad, ha raggiunto in anticipo alcuni obiettivi di riduzione del rischio credito fissato dal piano di ristrutturazione concordato nel 2017 con Bruxelles. Si tratta del risultato “di un’azione incisiva sulla gestione del rischio” avviato dalla banca negli ultimi anni. Il piano prevedeva di raggiungere nel 2021 un Npl ratio del 12,9% ma Mps è già sotto quel livello. A giugno 2020 il valore si attesta all’11,8% e diventa il 10,4% con la nuova definizione dell’Eba.

Un approfondimento dettagliato è stato dedicato alle controversie in corso. “Alla data del 31 marzo 2020 la banca fronteggia 108 controversie promosse da soggetti che hanno investito in obbligazioni subordinate emesse dall’istituto, per un petitum complessivo di circa 47 milioni di euro. Tale contenzioso è per la maggior parte relativo a investimenti in obbligazioni Lower Tier II, e gli attori sono perlopiù soggetti che hanno subito una conversione ex legge dei loro titoli in azioni ordinarie”, ha detto l’Ad.

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