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Mps, rebus e rialzi in Borsa

La Fondazione ha smentito “categoricamente qualsiasi ipotesi di cessione” di quote della Banca ad altre fondazioni – La coppia Profumo-Viola è decisa, pena le dimissioni, a dare il via all’aumento già a gennaio – Il titolo ha anche altri motivi per festeggiare, come l’accordo con Deutsche Bank per la chiusura del dossier Santorini.

Mps, rebus e rialzi in Borsa

Mps ancora sugli scudi a Piazza Affari (+4%), dopo che la Fondazione ha smentito le ipotesi di stampa su una cessione di una consistente quota ad altri investitori e fondazioni. Gli acquisti erano partiti sul titolo già in avvio di seduta sulle ipotesi di un accordo per l’acquisto di una quota dell’ordine 20%, detenuta dall’ente senese nella banca, da parte di una cordata di fondazioni e fondi, che poi sottoscriverebbe l’aumento di capitale. 

La Fondazione in una nota pubblicata in mattinata ha smentito “categoricamente qualsiasi ipotesi di cessione” di quote della Banca pari al 20% ad altre fondazioni e soggetti apparse sulla stampa così come che sia programmata “una riunione della Deputazione Amministratrice per valutare qualsivoglia proposta”.

L’Ente ha sottolineato che anche la riunione odierna della Deputazione Generale “non vede all’ordine del giorno tale argomento”, precisando che “porrà in essere tutte le opportune azioni al fine di tutelare i propri interessi”.

Il Natale senese ad alta tensione è iniziato dopo l’annuncio dell’imminente aumento di capitale da parte del Cda. La coppia Profumo-Viola è decisa, pena le dimissioni, a dare il via all’aumento già a gennaio, data già concordata con il consorzio di garanzia. La Fondazione si oppone per evitare la svendita della sua partecipazione pari al 33%. È cosi iniziato il conto alla rovescia in vista dell’assemblea del 27 dicembre da cui dipenderà l’avvio dell’aumento di capitale del Monte Paschi di Siena. 

In corso la ricerca di un accordo che permetta di rispettare le scadenze Ue, che stabiliscono la ricapitalizzazione entro fine 2014, ma anche di garantire un futuro alla Fondazione nel Monte, il tutto sotto la lente attenta del ministero dell’Economia, garante presso la Commissione europea. 

La soluzione, secondo le ipotesi di stampa circolate, potrebbe passare attraverso l’intervento di un fondo sovrano, probabilmente al Aabar di Abu Dhabi, che già controlla una quota di Unicredit e fa capo alla famiglia regnante, al pari della compagnia aerea Eitihad; e dall’intervento di tre grandi Fondazioni (Cariplo, Cariverona e Compagnia di San Paolo) attraverso uno scambio di quote tra Mps e titoli di Intesa ed Unicredit.

Nel frattempo, il titolo ha anche altri motivi per festeggiare: l’accordo con Deutsche Bank per la chiusura anticipata del contratto derivato Santorini e il via libera, venerdì notte, all’accordo sul passaggio delle attività amministrative e di back office al gruppo Bassilischi.

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