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Mps: iniziare a privatizzare un 15%? Il Governo è prudente ma nulla è escluso e il risiko bancario è dietro l’angolo

Nonostante manchino ancora 10 mesi alla scadenza per la privatizzazione di Mps, al Mef fioriscono nuove ipotesi

Mps: iniziare a privatizzare un 15%? Il Governo è prudente ma nulla è escluso e il risiko bancario è dietro l’angolo

E’ vero che mancano ancora 10 mesi alla scadenza concordata con laBce e che il ministro Giancarlo Giorgetti continui a ribadire di non avere fretta, ma le ipotesi per il risiko bancario intorno alla privatizzazione del Monte dei Paschi di Siena non fanno che susseguirsi.
“Risolveremo senza farci dettare tempi da nessuno, tantomeno dalla fretta”, ha detto Giorgetti a Cernobbio, frenando il pressing di Antonio Tajani e Adolfo Urso che vorrebbero invece “accelerare”. A via XX Settembre da giorni si sta facendo un’analisi delle partecipate pubbliche e Mps è in cima alla lista nonostante abbia rinegoziato con l’Europa una nuova scadenza a giugno 2024 (da fine 2022).
Una delle ipotesi che si sta delineando è quella di un disimpegno in più tappe, con una prima cessione che potrebbe riguardare una quota attorno al 15%, (rispetto alla sua quota totale del 64,2%) un pacchetto che lascerebbe comunque il Mef in una posizione forte nel capitale che eventualmente consentirebbe di giocare la carta delle alleanze e delle aggregazioni che al momento sembrano rimandate.
Il titolo della banca guidata da Luigi Lovaglio e presieduta da Nicola Maione che oggi perde lo 0,30% ha visto però nei giorni scorsi forti acquisti, portando a casa un guadagno del 12% in soli 5 giorni. Nella sola giornata di ieri ha chiuso in aumento del 6,4%, con 37 milioni di azioni Mps scambiate in un giorno a fronte di una media di 12 milioni di azioni.

Le due strade possibili da percorrere

Dal punto di vista tecnico potrebbero essere due le strade per iniziare, secondo quanto riportano diversi media. Un modello potrebbe venire da alcune operazioni fatte in Europa attraverso il metodo del “dribble out”, vale a dire la vendita di una quantità di azioni molto piccola, in più tappe, in grado di non impattare sul titolo di Siena, il cui recupero del valore viene dall’intenso piano di rilancio della banca partito dall’aumento da 2,5 miliardi di un anno fa. Un metodo utilizzato per esempio da altri Stati europei per alleggerire la loro quota in banche nazionalizzate come Natwest o dagli istituti greci.

Resta altrimenti la strada dell’accelerated booking, scelta da Axa per cedere la sua quota in Mps. Ci vorrà del tempo e alcuni passaggi per lo stesso ministero. Tra questi, il decreto di nomina del presidente del Consiglio del nuovo responsabile delle partecipate pubbliche del Tesoro. Scelta caduta su Marcello Sala, ex vice presidente di Intesa Sanpaolo e ora Director General Financial Institutions al Mef.

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