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Mps, dopo il rally di Borsa ecco il nuovo piano

Monte dei Paschi corre oltre il 20% e va in volatilità dopo l’approvazione del piano industriale che punta a un utile di oltre un miliardo dopo il rosso di 4,8 miliardi di quest’anno: 2.600 esuberi e 500 filiali da chiudere e trasferimento di 27,6 miliardi di crediti dubbi – Il 24 novembre assemblea per l’aumento da 5 miliardi – Italgas verso la Borsa – Oggi i conti Fca – A Wall Street tornano di moda i merger

Galoppano i mercati, da Est ad Ovest. Sulle due rive dell’Atlantico si moltiplicano i segnali positivi delle economie. A Wall Street torna di moda il ballo dei merger miliardari, l’Europa festeggia la rimonta delle banche. Passano in secondo piano le difficoltà per l’accordo sul greggio mentre, almeno per ora, la ripresa del dollaro sull’euro compensa ampiamente le preoccupazioni per la crisi ormai endemica della sterlina. Non è difficile prevedere che presto l’attenzione si rivolgerà di nuovo al sempre più probabile aumento dei tassi Usa. Ma per ora il “gioco in città” che appassiona le Borse, almeno in Italia, riguarda Mps, protagonista oggi di una giornata comunque storica.

Dopo il Cda fiume di ieri, stanno uscendo i primi elementi del nuovo piano industriale di Monte Paschi approvato ieri all’unanimità. L’assemblea straordinaria per dare il via libera all’aumento di capitale fino a 5 miliardi di euro è stata convocata per il 24 novembre. L’operazione sarà con “esclusione o limitazione del diritto di opzione”. La delega al Cda per l’aumento dovrà “esercitarsi entro e non oltre il 30 giugno”. Previsto anche il raggruppamento delle azioni nel rapporto di una a cento.

MPS A FINE PIANO UTILI PER 1,1 MILIARDI

Ecco, in sintesi, le principali novità in attesa dell’incontro con gli analisti e la conferenza stampa:

– Perdita 2016 per 4,8 miliardi dopo accantonamenti rischio crediti per 3,63 miliardi a fine 2016.

– Riduzione di 2.600 posti, chiusura di 500 filiali.

– Cet 1 phased a 13,5% nel 2019

-Deconsolidamento di 28,5 miliardi di crediti dubbi di cui 27,6 miliardi di sofferenze attraverso trasferimento a veicolo per 9,1 miliardi.

– Mps ha ricevuto offerta di acquisto da Icbpi per attività merchant acquiring per 520 milioni euro.

– La Banca vede utile netto a fine piano a 1,1 miliardi superiore a 11%.

Dopo i fortissimi rialzi di ieri (+28,3%, a 0,3470 euro, il doppio rispetto al minimo storico segnato il 7 ottobre scorso a 0,1620 euro, sull’onda di scambi che hanno interessato il 13% del capitale), il mercato apprezza e sacommette ancora. Il titolo è partito subito al rialzo e alle 9,19 del mattino è passato in asta di volatilità, ha ripreso a correre +20% ed è tornato in volatilità. La capitalizzazione, già scivolata sotto i 500 milioni, è risalita oltre 1 miliardo. Il tutto sotto la pressione delle indiscrezioni sui nomi dei soci da coinvolgere nell’aumento di capitale: George Soros, John Paulson, la Banca centrale cinese e i fondi sovrani di Kuwait e Qatar.

ANCHE NETFLIX NEL MIRINO DI AT&T. I MERGER SFALDANO WALL STREET

Nell’attesa, Meteo Borsa ha tante altre novità da registrare. Contrastati i mercati asiatici. Salgono sotto la spinta del dollaro Tokyo (+0,6%) e Sidney (+0,6%). Deboli Hong Kong e Shanghai, entrambe -0,1%. Continua intanto la discesa dello yuan a 6,7885 sul dollaro.

La Borsa americana ha chiuso in rialzo, ma in ritirata dai massimi della seduta. Indice S&P500 +0,5% a 2.151 punti, nel corso della giornata è stata toccata quota 2.155 punti. Per battere il record storico toccato a metà agosto, all’indice benchmark basta salire del 2%.Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,4%.

L’opposizione di Donald Trump e, più sfumata, di Hillary Clinton al mega accordo da 85,4 miliardi di dollari tra AT&T (-1,6%) e Time Warner (-2,2%) ha frenato i due protagonisti delle nozze del secolo. Ancor più importante la bocciatura del deal da parte di Moody’s e di Standatd &Poor’s: per le agenzie di rating il nuovo colosso è destinato a navigare nei debiti senza apprezzabili vantaggi. Incurante delle critiche, però, AT&T raddoppia la posta in gioco: il colosso texano sta per lanciare un’offerta su Netflix nell’intento di costruire, assieme a Time Warner, il più potente gruppo media della storia.

In grande fermento i protagonisti di altri merger: B/E Aerospace è salita del 15,4% dopo l’offerta di acquisto (6,4 miliardi) da parte di Rockwell Collins (-6,9%). Ameritrade -2,9% dopo le avances verso Scottrade.

Altro driver del rialzo sono le trimestrali. In attesa dei big (Apple +0,9%e Boeing +2,3% in testa) spicca T Mobil, +7,8% dopo i conti. Nel dopoborsa Visa ha diffuso i dati del quarto trimestre del suo esercizio fiscale. Il risultato netto si è attestato a 1,93 miliardi di dollari, in rialzo del 28% anno su anno. Il colosso delle carte di credito ha registrato un utile per azione di 0,78 dollari: il consensus si aspettava 0,73 dollari. Il titolo nel dopo Borsa è arretrato dello 0,9%. Ancora su Microsoft (+2,2%).

Il petrolio oscilla attorno ai 50 dollari al barile. Gli investitori si interrogano sulle conseguenze della richiesta dell’Iraq, impegnata nella guerra contro l’Isis nel nord del Paese, di una esenzione dagli accordi siglati di recente all’Opec per limitare la produzione. Il greggio Wti viene scambiato a 50,17 dollari al barile (-1,4%), mentre il Brent perde l’1% a 51,25 dollari al barile. Contrastati i petroliferi: Chevron -0,2%, Hulliburton -0,2%, Exxon +0,5%

Inizio settimana in forte accelerazione per le borse del Vecchio Continente, che mettono a segno guadagni consistenti grazie alla performance degli indici Pmi dell’Eurozona.

MILANO +0,8%. ALTOLÀ VALLONE AL CANADA

Milano ha chiuso la seduta di ieri in progresso dello 0,81%, a 17.306 punti, dopo aver raggiunto un massimo a 17.385. Parigi +0,42% e Francoforte +0,54%. Più consistente la performance di Madrid (+1,38%), ai massimi da sei mesi, sostenuta dalla previsione della formazione di un governo tra Popolari e Socialisti dopo lo stallo elettorale che dura da un anno. Banco Santander +4%. 

Le preoccupazioni della City sulla perdita del passaporto finanziario europeo hanno pesato sul listino di Londra (-0,46%). Il no della Vallonia all’accordo Ceta tra la Ue ed il Canada ha mandato in fumo il negoziato commerciale, nonostante il sostegno di 28 Paesi, compreso il Belgio.

CINA: STOP IN GERMANIA, DIFFICOLTÀ UE PER SYNGENTA

Tonfo a Zurigo del colosso dell’agrochimica Syngenta (-5%). È emerso che ChemChina (socio di controllo di Pirelli) non ha presentato entro i tempi previsti l’autorizzazione alle autorità europee dell’Antitrust. Non è chiaro se si tratti di un intoppo burocratico o di qualcosa di più rilevante, in grado di far saltare l’acquisizione. Le autorità tedesche hanno posto in veto all’acquisto di Aixtron, una società di microchip, da parte cinese. A partire da gennaio Pechino ha acquistato in media una società tedesca alla settimana.

GIOVEDÌ ASTA BOT A 6 MESI PER 6 MILIARDI

Sul mercato del debito la giornata di ieri è stata dominata dalla Spagna: a fine seduta il premio di rendimento Italia/Germania vale 137 punti base contro i 108 della forbice Bono/Bund. Sospiro di sollievo per il Portogallo: l’agenzia Dbrs ha mantenuto invariato il rating, evitando una retrocessione he avrebbe precluso l’accesso ai prestiti della Bce. In serata è arrivato l’annuncio dell’asta Bot a sei mesi di giovedì 27 ottobre: 6 miliardi contro i 6,6 in scadenza.

VOLA UNICREDIT. DEL VECCHIO: L’ AUMENTO? NON SO SE SERVE

Non solo Monte Paschi. Il settore finanziario è stato tra i più brillanti. In Europa si sono messe in luce le banche, con l’indice di settore che sale dell’1,5%. Le compagnie assicurative salgono dell’1,3%. In forte ascesa Unicredit (+4%). Leonardo Del Vecchio, azionista di UniCredit con circa il 2%, ha detto ieri di non ritenere che la banca abbia bisogno di un aumento di capitale. Ubi Banca +3,4%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna +3,3%. In evidenza anche le compagnie assicurative, in particolare UnipolSai (+2%) e Generali (+1,7%). Tra le società del risparmio gestito, Azimut e Poste italiane (+1%). Banca Mediolanum (+2%). Effervescenti Anima (+4%) e Banca Generali (+4%). 

LUXOTTICA: FATTURATO +3,2%. “NEL 2017 FAREMO DI PIÙ”

Luxottica +1,74%. La società ha chiuso il terzo trimestre con un fatturato di 2,22 miliardi di euro, in progresso del 3,2%. Nei primi nove mesi il fatturato ha totalizzato 6,94 miliardi (+1,8%). Come indica una nota, è confermato l’outlook per il 2016. “Riteniamo di poter accelerare la crescita del gruppo dal 2017, mantenendola sana e sostenibile nel lungo periodo”, hanno commentato Leonardo Del Vecchio, presidente esecutivo di Luxottica, e Massimo Vian, amministratore delegato prodotto. “Siamo soddisfatti della qualità della crescita nel trimestre e della vitalità del nostro business in mercati come l’Europa, l’America Latina e il Sudest asiatico: sono risultati ancora più significativi perché raggiunti in una fase di forti investimenti e di intenso lavoro di integrazione e semplificazione organizzativa, e in uno scenario macroeconomico incerto”.

ITALGAS IN BORSA IL 7 NOVEMBRE. OGGI I CONTI DI FCA

Ha preso il via a Londra il road show di Italgas che farà il suo rientro in Piazza Affari il 7 novembre quando diventerà effettiva la sua separazione da Snam (-1,15%). La società si avvia alla quotazione con una capitalizzazione stimata fra 3,5 e 4 miliardi di euro, ricavi 2016 superiori al miliardo, un ebitda margin di circa il 65% e un rapporto ebit/Rab del 6%, che dovrà garantire una marginalità più alta rispetto al costo del capitale. Post-scissione l’azionariato sarà composto da Cdp Reti & Cdp Gas (26%), Snam (13,5%) e flottante (60,5%). Gli azionisti sanno già di poter contare su un dividendo base di 20 centesimi.

Bene il settore auto: Fiat Chrysler +1,5% (oggi la trimestrale), Ferrari +1%. Brillante Telecom Italia (+3,3%). Mediaset +1,3%.

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