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Mps, Bankitalia: dallo Stato 6,6 miliardi

La Banca d’Italia conferma i calcoli della Bce sulla ricapitalizzazione precauzionale di Mps. Della somma a carico dello Statoi questa somma, 4,6 miliardi arriveranno con una prima iniezione di liquidità per mettere in sicurezza i conti dell’istituto, mentre altri 2 miliardi saranno impiegati per risarcire i detentori di bond subordinati retail

La Banca d’Italia conferma in una nota che l’intervento dello Stato a favore di Montepaschi sarà complessivamente di circa 6,6 miliardi. Le cifre dell’istituto centrale italiano ricalcano quelle indicate dalla Bce nella lettera inviata alla banca senese e rispondono, in una certa misura, alle osservazioni sollevate dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che aveva definito “opache” le richieste dell’Eurotower.

Di questi 6,6 miliardi a carico dello Stato, 4,6 miliardi arriveranno con una prima iniezione di liquidità per mettere in sicurezza i conti dell’istituto, mentre altri 2 miliardi saranno impiegati per risarcire integralmente i 40mila piccoli risparmiatori che hanno acquistato obbligazioni subordinate emesse dal Monte dei Paschi.

In particolare, allo stato attuale la procedura prevista è la seguente: i bond subordinati saranno convertiti in azioni che a loro volta saranno acquistate dal Tesoro; come contropartita, gli ex detentori di obbligazioni subordinate riceveranno obbligazioni ordinarie del Monte (molto più sicure). Al termine di questi passaggi, i risparmiatori non avranno subito perdite.

Nella nota Bankitalia precisa poi che la differenza tra l’aumento di capitale previsto per il Monte Paschi in base alla soluzione di mercato (5 miliardi) e quello richiesto dalla Bce per la ricapitalizzazione precauzionale dello Stato (8,8 miliardi) dipende dai diversi presupposti e obiettivi delle due misure, che implicano metodi di calcolo differenti e determinano risultati molto lontani fra loro.

Il vecchio piano rivolto al mercato aveva come obiettivo la drastica riduzione del rischio di credito della banca per garantire la stabilità della stessa a fronte dell’esito negativo della prova di stress della Bce. Questa operazione prevedeva l’integrale cessione delle sofferenze e l’aumento del livello di svalutazione delle inadempienze probabili. Il costo di queste operazioni veniva calcolato in 5 miliardi, di cui circa 3 per coprire la perdita derivante dalla cessione delle sofferenze e 2 per aumentare il tasso di copertura delle inadempienze probabili.

Al contrario, la ricapitalizzazione precauzionale prevede un meccanismo diverso: l’ammontare di capitale precauzionale che una banca può chiedere allo Stato è quello necessario a coprire il fabbisogno patrimoniale calcolato nello scenario avverso di uno stress test. Nel caso del Monte, tale fabbisogno è stato valutato dalla Bce in 8,8 miliardi, di cui 6,3 miliardi per riportare il Cet1 all’8% e 2,5 per far salire il Total Capital Ratio all’11,5%.    

Intanto, ieri la Commissione europea ha dato il via libera alla proroga fino al 30 giugno 2017 della garanzia pubblica alle misure di liquidità delle banche italiane solventi e al suo utilizzo per Mps

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