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Mps: aumento in salita, dubbi di Atlante su cartolarizzazione

Borse europee deboli e Milano piatta mentre arriva una nuova tegola sulla ricapitalizzazione della banca senese: Questio ha espresso “forti perplessità” riguardo al prestito ponte sui crediti garantiti – Operazione sempre più a rischio, faro acceso su Unicredit e Intesa – Riprende quota Mediaset, in rialzo anche Telecom

Prende coraggio Piazza Affari dopo un avvio contrastato. A metà giornata l’indice Ftse Mib guadagna lo 0,19%, sopra i 19 mila punti, nonostante l’avvio difficile dell’aumento di capitale di Monte Paschi. In rosso gli altri listini del Vecchio Continente: Francoforte -0,04%, Parigi 0,3%, Madrid -0,4%. Giù anche Londra (-0,2%).

Mattinata in rialzo per i Btp. Il tasso decennale italiano ha oscillato tra l’1,84% e l’1,89%; lo spread Btp/Bund viaggia tra i 152 e i 156 punti base. Il Btp a 50 anni sale a fine mattinata di oltre un punto, con un rendimento in area 3,29%, circa 25 centesimi sotto i massimi di metà novembre. La forbice tra Btp e Bonos spagnoli scende a 46 bp (10 punti sotto il massimo pre-referendum).

Giova ai mercati il dato confortante dell’Ifo, l’indice della fiducia tedesca: il dato relativo a dicembre è salito oltre le attese, a 111,0. Secondo il responsabile dell’istituto, l’economista Klaus Wohlrabe, “la crisi dell’Italia non sta avendo alcun effetto. Il mercato sa che la Banca centrale europea è pronta a usare il suo estintore”. Inoltre, il deprezzamento dell’euro rende le aziende più ottimiste e i consumatori tedeschi spendono senza troppi freni.

Partenza sofferta dell’aumento di capitale di Monte Paschi, che ha tre giorni di tempo per raccogliere i 5 miliardi richiesti: il titolo è stato fin da subito sospeso per eccesso di ribasso per poi aprire con un calo dell’8%, che si è ampliato nel corso della seduta. Alle 12 il titolo perde l’8,9%. Il prezzo delle nuove azioni non c’è: sarà fissato sulla base dell’andamento della conversione delle obbligazioni e della disponibilità di nuovi soggetti a prendere una parte rilevante dell’aumento. L’operazione chiuderà giovedì, ma l’offerta per la conversione si chiude un giorno prima, mercoledì pomeriggio alle 14.

Nel frattempo è arrivata una nuova tegola. Mps ha comunicato che il 17 dicembre 2016 Quaestio ha manifestato alla società forti perplessità in merito al termsheet dei senior bridge loan riguardo cui la Banca ha già espresso il proprio gradimento sottoscrivendolo. La Banca precisa che “a seguito di tale lettera sono in corso tra la società e Quaestio approfondimenti al fine di individuare eventuali soluzioni alternative. Qualora non si potesse addivenire a un positivo componimento delle tematiche indicate da Quaestio, l’operazione non potrebbe concludersi in conformità ai termini ed alle condizioni dell’autorizzazione ricevuta dalla Banca Centrale Europea”. Se non si troverà un accordo l’aumento sarà comunque a rischio.

Tra le altre banche Unicredit scende del 2%, Intesa -0,1%, Banco Popolare +0,5%. In forte rialzo Carige (+6%). Debole il comparto anche nel resto d’Europa: Deutsche Bank perde il 2,62% e Barclays il 2,1%.

Hanno ripreso vigore intanto gli scambi su Mediaset (+2,76%), altro fronte caldo di Piazza Affari. Rialzo analogo per Telecom Italia (+2,73%), indirettamente coinvolta nella sfida tra Vivendi e Fininvest.

In sordina Generali (-0,5%). Oggi dovrebbe ripartire il negoziato con Allianz sulla possibile cessione di Generali France. UnipolSai -1,17%, positiva Unipol (+1%).

Da rilevare il balzo in avanti di Saipem (+5%), ai massimi da febbraio. Venerdì Goldman Sachs è intervenuta confermando il giudizio Buy. Il target price è stato alzato a 0,59 euro da 0,54 euro.

Fra i titoli dell’industria, Leonardo -0,3%, Fiat Chrysler -0,1% e StM +1,5%. Tra le small cap, Trevi +5%.

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