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Mps: aiuti di Stato sotto 6,6 miliardi, ma Ue vuole 5mila esuberi

Il conto per le casse pubbliche dovrebbe scendere a un ammontare fra i cinque e i sei miliardi di euro – La Banca però potrebbe essere costretta a mandare via quasi il doppio dei dipendenti previsti – Emesso nuovo bond da 4 miliardi con garanzia di Stato.

L’ammontare degli aiuti di Stato necessari a salvare Mps potrebbe essere inferiore al previsto, ma lo sconto non sarà indolore. Dopo il fallimento dell’aumento di capitale a dicembre si era detto che, degli 8,8 miliardi chiesti dalla vigilanza europea per mettere in sicurezza Montepaschi, 6,6 sarebbero arrivati dalle casse pubbliche. Dal confronto degli ultimi mesi, tuttavia, è emerso che il conto per i contribuenti italiani dovrebbe scendere a un importo compreso fra i cinque e i sei miliardi.

C’è però una contropartita da pagare, e a farlo saranno i dipendenti. Il piano di ristrutturazione dovrà ridurre i costi molto più di quanto previsto fin qui dal Monte dei Paschi. La Banca aveva programmato l’uscita di altri 2.600 lavoratori (oltre il 10% del personale), dopo i 5 mila già tagliati negli anni scorsi. Ma l’accordo in discussione fra Roma e Bruxelles porterà probabilmente a un conto più salato: l’Europa vorrebbe altre 5 mila uscite.

Proprio questa mattina fonti vicine all’istituto hanno fatto sapere che sono 1.300 i dipendenti Mps ad aver chiesto di aderire alla prima tranche di uscite volontarie prevista dall’attuale piano industriale. 

La prima tranche interessa potenzialmente la platea di dipendenti che da quest’anno all’aprile del 2022 maturano i diritti pensionistici e quindi i requisiti per accedere al fondo esuberi. L’accordo, sottoscritto tra azienda e sindacati, prevede per la prima tranche il finanziamento di 600 esuberi.

Considerato che le adesioni sono state ben superiori alla copertura prevista, probabilmente rientreranno nella copertura soltanto i lavoratori che maturano i requisiti entro novembre del 2020. Per soddisfare le altre richieste occorrerà ovviamente un altro accordo e anche le risorse disponibili per finanziarlo. Ma, quasi sicuramente, non basterà.

Oggi intanto è stato emesso un nuovo bond triennale con la garanzia dello Stato, con cedola dello 0,75% e scadenza il 15 marzo 2020 per un ammontare nominale di 4 miliardi. La banca ha sottoscritto interamente l’emissione che verrà successivamente venduta sul mercato o utilizzata come collaterale a garanzia di operazioni di finanziamento.

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