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Morto Carlo Tognoli, sindaco di Milano per 10 anni

Addio a un grande sindaco socialista di Milano che fu un alfiere della buona amministrazione e del riformismo meneghino. Il ricordo commosso di Martelli.

Morto Carlo Tognoli, sindaco di Milano per 10 anni

Fu sindaco di Milano per un decennio, nel pieno degli anni dell’ascesa del Partito socialista, di cui era rappresentante e che in quella fase salì anche al Governo del Paese. Si è spento a 82 anni Carlo Tognoli, primo cittadino della “capitale morale” d’Italia negli anni ruggenti della cosiddetta “Milano da bere”: iscritto al Psi dal 1958, è stato il più giovane sindaco milanese (eletto a meno di 40 anni). Tognoli è morto nel suo appartamento, dove era da poco rientrato da lunghi mesi di degenza: nei mesi scorsi era stato colpito dal coronavirus mentre si trovava in ospedale per una frattura al femore e da allora aveva seguito una lunga stagione di cura in ospedale.

Nato nel 1938 proprio a Milano, dopo il decennio a Palazzo Marino Tognoli ha poi proseguito la sua carriera politica diventando più volte parlamentare, ministro ed europarlamentare. Dal 1984 al 1987, eletto sempre nelle liste del Psi, fu parlamentare europeo, poi si dimise e il 2 luglio 1987 venne eletto alla Camera dei deputati, e successivamente ricoprì dal 1987 al 1992 la carica di Ministro per i Problemi delle Aree Urbane (nei governi Goria e De Mita), e infine di Ministro del Turismo e dello Spettacolo nei governi Andreotti VI e VII. Purtroppo, pur avendo lasciato un buon ricordo come sindaco e come politico, fu anche lui coinvolto in Tangentopoli: il 1º maggio 1992 ricevette un avviso di garanzia assieme al suo collega di partito (e successore al Comune di Milano) Paolo Pillitteri. Nel 1995, allontanato dalla scena politica, riceve un incarico in Mediobanca da parte di Enrico Cuccia, cui rimarrà sempre riconoscente.

Nel 2001 tentò il grande ritorno sulla scena politica: il suo nome circolò nuovamente come possibile candidato alla carica di sindaco di Milano nelle file dell’Ulivo di Prodi, ma non se ne fece nulla. Tra i primi ad annunciare la sua morte l’ex assessore e storico socialista milanese Franco D’Alfonso: “Una perdita gravissima per tutti noi, per Milano e personalmente per me e ciascuno di noi. È morto Carlo Tognoli”. A Tognoli ha dedicato un lungo e commosso ricordo Claudio Martelli, compagno di partito, su Facebook: “Addio Carlo Tognoli, sei stato un grande sindaco per una grande Milano, un sindaco tra le cui opere non ci sono solo linee di metro e ristrutturazioni di quartieri, ma anche l’assistenza agli anziani e ai più poveri. Come sempre schivo e un po’ burbero, per riscaldare il Natale degli ultimi facevi apparecchiare su lunghe tavolate un risotto in piazza del Duomo così che almeno per un giorno gli invisibili fossero spettatori e attori al centro del più bel palcoscenico di Milano”.

“Bettino Craxi – prosegue Martelli – ti ha voluto sindaco preferendo un candidato delle periferie a quelli sponsorizzati dai quartieri alti e tu hai ripagato la sua fiducia onorando la più bella tradizione del riformismo e dell’autonomismo socialista. Socialista eri diventato a diciott’anni, socialista nenniano, cioè diverso, avverso, autonomo dai comunisti e da quei socialisti che applaudivano i carri armati sovietici mentre voi e noi trepidavamo per gli eroi della rivolta ungherese. Quel che scegliesti di essere allora sei rimasto tutta la vita, fedele a un’idea che non è mai morta, che non può morire e non morirà. Sei stato il primo ad accogliermi in una sezione della grande casa socialista e a guidarmi sulla sua strada maestra. Tu eri assessore e io responsabile cultura del PSI, tu sindaco e io segretario cittadino, poi tu ministro nel governo di cui io ero vice presidente”.

“Compagni e amici per cinquant’anni nella buona e nella cattiva sorte abbiamo entrambi appreso dal poeta e dalla vita a trattare il successo e l’insuccesso come due impostori. Quel che più conta c’è l’ha insegnato Pietro Nenni: “Fa quel che devi, accada quel che può”. Ciao piccolo grande Carlo, mi manca tantissimo di non aver potuto abbracciarti”, ha chiuso Martelli.

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