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Modenantiquaria, quale futuro per l’antiquariato?

La fiera dell’antiquariato di Modena diventa l’occasione per interrogarsi sul futuro del mercato insieme ad uno dei suoi protagonisti, la Cecchetto e Prior Alto Antiquariato

Modenantiquaria, quale futuro per l’antiquariato?

Con il 2015 si ripropongono fiere e appuntamenti non solo per l’arte contemporanea, come Arte Fiera Bologna appena conclusa o il MIART della prossima primavera, ma continuano a “vivere” anche quelle manifestazioni legate al mondo antico. Sicuramente sono molto meno gli appuntamenti dedicati all’antiquariato, ma quelli rimasti, che selezionano espositori e pubblico, offrono ancora occasioni per scoprire un settore che per alcuni versi soffre di un vero e proprio mercato.

La prossima fiera si terrà nelle prossime settimane è Modenantiquaria, che si presenta dal 14 al 22 febbraio come XXIX Mostra di Antiquariato. Circa 90 espositori con nomi già presenti da decenni se non da generazioni in questo settore.

C’è da chiedersi chi in questo momento (in Italia) compera arte antica, visto che non solo appare sempre più di nicchia ma per alcuni versi anche lontana da quelle che sono le esigenze reali della società (nostro articolo del 11 ottobre 2014).

Abbiamo così voluto andare a chiedere ad un protagonista che opera da 30 anni in questo mercato, il suo punto di vista, cosa sta succedendo realmente e quali possono essere i gusti delle nuove generazioni e parliamo di quelle a divenire ovviamente.

Attilio Cecchetto (nella foto con la moglie e socia dell’azienda, Cristina Prior), lei è nato tra i mobili antichi, poi seguito professionalmente dalla moglie Cristina, ma com’è era realmente il mondo dell’antiquariato 20/30 anni fa? Che cosa l’aveva convinta ad entrare a far parte di questo mondo in particolare?

Ho iniziato il mio lavoro quando il concetto di arte antica aveva un significato sociale, possedere un pezzo di antiquariato era sinonimo di sensibilità. Significava  avere una certa attenzione per le cose belle e culturalmente interessanti; chi acquistava arte antica negli anni ottanta avrebbe comunque visto oltre, come poi si è dimostrato. Sono arrivati poi gli anni novanta, quelli del consolidamento economico e di una nuova categoria di ricchi, contribuendo così ad un aumento del giro di affari e facendo lievitare i prezzi, rendendo tutto una questione di business e di investimento. Quell’investimento che poi  è venuto meno perché i prezzi erano lievitati in modo eccessivo, a discapito di una certa qualità. Infatti ora i prezzi dell’arte antica in generale sono più contenuti ad eccezione di alcuni pezzi di altissima qualità.

Oggi cosa sta succedendo? chi sono gli acquirenti o i collezionisti di arte antica in Italia?

Il mio lavoro come quello di molti colleghi che operano principlamente in Italia, è diventato molto più difficile appunto perché molti acquirenti con poca sensibilità e cultura sono rimasti un po’ delusi dal mercato che lo consideravano un solo investimento. Infatti la parte più delicata e difficile  adesso è convincere queste persone di andare oltre, e pensare alla pura qualità e rarità del pezzo,  per poterlo così godere al meglio e nella maniera più logica e sensibile dal punto di vista artistico. Questa infatti è l’unica tipologia di clientela che oggi trova soddisfazione nel mercato che oggi è molto conveniente.

Riesce a vedere qualche novità o cambiamento per gli anni a venire?

Il mondo dell’arte antica è molto complesso, bisogna essere preparati culturalmente e poter disporre dei mezzi economici; pertanto dobbiamo prendere in considerazione due generazioni che in questo sono state favorite: gli attuali cinquantenni e la generazione  precedente;  i  giovani  in questo sono svantaggiati,  e non mi sento  di affermare che la nuova generazione non risponda al gusto e alla cultura dell’arte antica, tenendo in considerazione il momento critico  che stiamo vivendo e tutte le difficoltà che questo comporta. E’, alla fine, più che una ” non risposta “  una mancanza di mezzi.

I giovani, che approccio hanno verso l’arte antica?

Per i giovani è solo una questione di tempo e non di gusti, come tanti invece pensano. Oggi purtroppo a quarant’anni una persona è ancora giovane e non ha ancora raggiunto una certa sicurezza economica, sta lavorando per conquistarla, ha solo momentaneamente accantonato il gusto e la sensibilità, prerogative queste determinanti per avvicinarsi al mondo dell’arte antica.

Ma ben sappiamo che l’arte antica non è più uno “status sociale” secondo quali sono i motivi di questa perdita di significato?

Questa caduta di interesse è dovuta fondamentalmente da tre fattori : in primis il fattore crisi economica, è da tener presente che una crisi così era dal dopo guerra che non avveniva. Secondo fattore, e non meno importante, è  il “ cambio generazionale “ che  tarda a compiersi per i motivi descritti sopra. Il terzo fattore è il problema della tracciabilità, perché purtroppo l’italiano  generalmente è diffidente e non vuole essere controllato, nonostante  sia tutto legale e lecito. All’estero, le opere italiane così dette di “ interesse  internazionale “ vengono vendute con una certa facilità e mantengono prezzi molto più alti che in Italia. Rimane comunque il problema della libera circolazione delle opere,  infatti per noi mercanti italiani  è un grosso limite, le opere d’arte non sono libere di uscire dall’Italia verso gli altri paesi, anche europei; possono solo entrare liberamente, ma nel caso  contrario c’è bisogno di un documento di libera circolazione che non è scontato da ottenere.

Che cosa chiede al futuro?

Ci aspettiamo innanzitutto che cambi, o meglio che sparisca questa legge della libera circolazione e che naturalmente migliori la situazione economica generale. Se la gente è più felice probabilmente è anche più sensibile verso l’arte antica.

Il suo consiglio a chi vuole avvicinarsi a questo settore…

Sarebbe questo il momento giusto per investire in arte antica visto che i prezzi  sono più accessibili di prima. Probabilmente lo rimarranno ancora per  un po’ di tempo, ma poi cambierà e chi ne ha approfittato sarà sicuramente premiato, questo è successo anche nei primi anni settanta, abbiamo  poi visto tutti come è andata a finire.  Il consiglio che posso dare è quello di puntare in alto, meglio un pezzo importante che tre di media qualità, e comunque l’acquisto deve avvenire presso operatori affermati….. l’affare non è mai dietro l’angolo.

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